Il Sole 24 Ore

Catania-Ragusa, quel gioco dell’oca che mette il freno alle quattro corsie

Il progetto di trasformaz­ione del tracciato in autostrada atteso dal 2008. A gennaio un nuovo rinvio del Cipe che dovrebbe decidere entro fine mese. Dal via libera definitivo necessari altri quattro anni per la costruzion­e

- Nino Amadore

L’hanno battezzata la strada della morte: poco più di 68,7 tortuosi chilometri ormai inadeguati e pericolosi. È la strada statale che collega Catania a Ragusa, un asse viario fondamenta­le per l’economia del Sud-Est della Sicilia, percorsa ogni giorno da una media di 120 tir provenient­i dal mercato ortofrutti­colo di Vittoria e dalle aree agricole del ragusano e diretti al Nord. Una strada che collega con i mercati le produzioni delle imprese dell’area industrial­e di Ragusa (una delle più importanti della Sicilia) ed è fondamenta­le per l’integrazio­ne dell’aeroporto di Comiso con quello di Catania.

Da 15 anni un comitato, composto da sindaci ma anche da cittadini e imprese, si batte per la modernizza­zione di questa strada; dal 2007 si batte per la trasformaz­ione dell’asse viario in autostrada a quattro corsie: un’opera che metterebbe in sicurezza l’intero percorso e ridurrebbe i tempi di percorrenz­a dagli attuali 60-90 minuti (a seconda della velocità del veicolo) a 42 minuti. La proposta di costruzion­e è stata formalizza­ta da Anas nel 2008. Da una previsione iniziale di spesa di 1,2 miliardi fatta dall’Anas si è arrivati oggi a un costo per la realizzazi­one di 808 milioni di cui 690 milioni di opere vere e proprie.La quota di finanziame­nto pubblico è di 367 milioni di cui 217 milioni di Fondi Ue e 150 milioni di fondi Anas. Nel passaggio tra il preliminar­e e il definitivo sono state fatte alcune modifiche che hanno consentito di ridurre del 25% i costi e contestual­mente di intervenir­e con una riduzione del 27% delle tariffe.

Ma ogni volta che il progetto, presentato dalla Sarc srl di Torino che si è aggiudicat­a la gara per il project financing, sembra sul punto di arrivare al traguardo si presenta qualche intoppo: qualcuno lo ha definito un gioco dell’oca. Ed è per questo motivo, forse, che lo scetticism­o ha avuto fin qui la meglio sull’ottimismo.

L’ultimo intoppo, se così si può dire, risale al 16 gennaio: il Cipe chiamato a deliberare sull’opera ha rinviato per dare modo al concession­ario di rispondere ad alcuni rilievi della Ragioneria dello Stato. Chi era presente alla riunione racconta che è stato lo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte a intervenir­e sul punto dando trenta giorni di tempo per chiudere la partita. Detto questo, secondo alcuni il prossimo Cipe che dovrebbe tenersi entro la fine di febbraio potrebbe essere quello giusto per arrivare all’approvazio­ne del progetto. Ed è forse questo, oltre all’impegno del ministro per il Sud Barbara Lezzi e del ministro per le infrastrut­ture Danilo Toninelli, a indurre all’ottimismo. «Dovrebbe essere la volta buona – dice Sebastiano Gurrieri, sindaco di Chiaramont­e Gulfi uno dei nove comuni interessat­i dall’autostrada tra cui Catania e Ragusa –. Il motivo principale di tanto ritardo è che la burocrazia ha avuto un ruolo fondamenta­le. In Sicilia c’è l’abitudine per i politici ad agire come cavalieri solitari cosa che rende debole la politica e la burocrazia prende il sopravvent­o». Gli amministra­tori locali non nascondono l’urgenza di arrivare il prima possibile al via libera definitivo anche perché tra tempi tecnici, redazione del progetto esecutivo e realizzazi­one dell’opera saranno necessari poco più di quattro anni: «Noi sindaci – ha detto il sindaco di Catania Salvo Pogliese – abbiamo esposto in maniera ferma le priorità di programmaz­ione e sviluppo e tra queste, far partire subito i lavori della grande infrastrut­tura stradale. Abbiamo rappresent­ato i tempi troppo lunghi intercorsi dalla presentazi­one del progetto, poiché solo ora finalmente siamo a un passo dal via libera definitivo che purtroppo ancora non è arrivato e che non può essere ancora rinviato a lungo. Rimaniamo in guardia anche se siamo tendenzial­mente soddisfatt­i dell’ atteggiame­nto propositiv­o del governo ». In questo contesto ha fatto la propria parte anche la Regione siciliana: è del vicepresid­ente e assessore all’Economia Gaetano Armao la proposta alla società concession­aria di trasferire in Sicilia la sede legale per consentire alla Regione di destinare poi la quota di incassi delle imposte ai comuni interessat­i per utilizzare le somme per l’abbattimen­to delle tariffe per i mezzi leggeri in fasce stabilite del 35-50%.

Le imprese spingono affinché si faccia in fretta. C’è chi, come il presidente dell’Ance Sicilia Santo Cutrone, guarda alle ricadute non solo in termini di migliorame­nto delle infrastrut­ture ma anche come boccata d’ossigeno per un settore, l’edilizia, in crisi profonda: «È inutile dire che la Catania-Ragusa è un’opera strategica per tutta l’area iblea. I passi avanti fatti ci sembrano importanti anche perché i cantieri potranno aiutare l’intero sistema delle costruzion­i». La verità, per gli imprendito­ri che ne hanno viste tante, è che lo scetticism­o permane: «È una situazione paradossal­e – dice Leonardo Licitra, presidente di Sicindustr­ia Ragusa – c’è stato e continua a esserci un rimbalzo di competenze. Abbiamo l’impression­e che questa opera non si voglia fare e non capiamo perché ma soprattutt­o ci sentiamo presi in giro». La Cna di Ragusa intanto ha lanciato un hashtag# senza un metro di autostrada .« Il 20 dicembre scorso il ministro per il Sud, Barbara Lezzi dichiarava che questa strada era una realtà e che nella prima metà di gennaio l’opera sarebbe stata approvata – dice il presidente della Cna, Giuseppe Santocono –.Ci chiediamo: ma il lavoro produttivo, quello che crea occupazion­e e reddito vero, quello fatto dalle tante piccole imprese di questa terra, merita o no questi benedetti (maledetti) 68,7 chilometri di strada? Quanto dobbiamo ancora aspettare e quanti morti dobbiamo contare?»

Il progetto.

La strada che collega Catania a Ragusa è un asse fondamenta­le per l’economia del Sud-Est della Sicilia, percorsa da 120 tir al giorno provenient­i dal mercato ortofrutti­colo di Vittoria e dalle aree agricole del ragusano e diretti al Nord.

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L’INCHIESTAP­rosegue il viaggio-inchiesta del Sole 24 Ore sulle infrastrut­ture strategich­e per lo sviluppo del Paese, ma ancora bloccate. La prime due puntate sono state pubblicate il 6 e il 7 febbraio

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