PER L’ITALIA SONO GUAI SERI SE IL MONDO RALLENTA
Per la prima volta dopo 14 trimestri di crescita consecutiva la variazione congiunturale italiana nel 3° trimestre 2018 è stata negativa (-0,1%). E il 4° trimestre l’economia del nostro Paese ha registrato una contrazione dello 0,2%: l’Italia è entrata in recessione tecnica.
Dopo quasi quattro anni, il termine “recessione” è tornato ad essere tra le parole più cercate su Google in Italia. Le aspettative sul futuro contribuiscono a condizionare il presente, e sono molti gli avvenimenti del 2019 che occupano il dibattito pubblico e, di riflesso, le aspettative economiche.
Le previsioni economiche per l’Europa restano comunque positive: +1,5%. Il nostro Paese purtroppo rimane il vagone più lento dell’Europa (+0,2%), persino più lento del Regno Unito, nonostante la Brexit, e tra quelli a minor tasso di crescita attesa al mondo.
Le elezioni europee di maggio rappresenteranno forse un punto di svolta nella gestione della politica comunitaria, con i partiti populisti in forte ascesa e l’asse franco-tedesco in affanno: la direzione futura della Ue appare incerta, così come la strada del nostro Paese.
Questa maggior incertezza si riflette sull’operatività delle imprese e sulle loro aspettative di sviluppo. Mostrano un netto peggioramento del sentiment delle imprese gli indicatori dell’Ambrosetti Club. Si tratta di indicatori derivanti da sondaggi ad hoc realizzati ogni tre mesi presso la business community di The European House-Ambrosetti, che comprende oltre 350 imprenditori, ad e rappresentanti dei vertici aziendali delle più rilevanti società italiane e multinazionali operanti in Italia.
La valutazione attuale del business prosegue la discesa già osservata nello scorso trimestre, perdendo oltre 25 punti rispetto a giugno 2018.
Ancora più preoccupante è la discesa dell’indicatore relativo alle prospettive future del business, che dopo una sostanziale tenuta nel secondo e terzo trimestre dell’anno crolla a 7 punti (-23 punti rispetto al precedente trimestre, la peggior variazione da quando esiste l’indicatore nel 2014). Molti dati macroeconomici e indicatori di mercato confermano la negatività del momento: Istat ha rilevato come a novembre 2018 la produzione industriale abbia registrato una flessione del 2,6% rispetto a novembre 2017. Inoltre, l’indice Pmi, indice di riferimento per l’andamento economico del settore manifatturiero, ha presentato valori per il quarto trimestre 2018 tali da indicare una contrazione.
A cosa è dovuta questa accelerazione negativa del sentiment? La principale motivazione va individuata nell’assenza di indicazioni chiare e di una linea precisa, senza la quale gli imprenditori bloccano le decisioni di investimento. La discussione politica degli ultimi mesi si è concentrata attorno a una manovra discussa, ridiscussa, modificata, e della quale per mesi non si sono conosciuti i dettagli operativi. Le imprese non possono delineare la pianificazione aziendale sulla base degli annunci, ma devono basarsi sui fatti. L’inutile braccio di ferro con l’Europa ha peggiorato il quadro economico, a causa del prolungato rialzo dello spread e del conseguente aumento della spesa per interessi futura.
Segni di pessimismo nel mercato del lavoro: per la prima volta da un triennio l’indicatore di settore a 6 mesi presenta un valore negativo, in linea con le ultime rilevazioni Istat (a dicembre, calo delle persone in cerca di occupazione, -1,6%).
Il sentiment relativo alle prospettive sugli investimenti registra una contrazione e si attesta a 16 punti. I timori sono legati al maggior costo del credito e il perdurante livello dello spread potrà impattare sul costo dell’accensione di prestiti.
Ambrosetti Club Economic Indicator inizia a mostrare segnali di preoccupazione sulla situazione economica, sia dal punto di vista occupazionale che dal punto di vista degli investimenti. «Senza investimenti non c’è lavoro, senza lavoro non c’è crescita, senza crescita non c’è futuro»: questo è il paradigma fondativo del lavoro di The European House-Ambrosetti, ed è certamente il punto di partenza necessario per ogni discussione di politica economica.
Managing partner di The European House-Ambrosetti