Il Sole 24 Ore

Pil, più divario Italia-Europa Ue: manovra senza crescita

Il Pil 2019 scenderà a +0,2% (+1,2% le stime autunnali). Moscovici: «Pesa l’incertezza politica, monitorere­mo la situazione». Conte: «Non ci facciamo dettare l’agenda»

- Beda Romano

Roma maglia nera.

Dal nostro corrispond­ente È un quadro deprimente, se non addirittur­a frustrante, quello tratteggia­to ieri dalla Commission­e europea nelle sue ultime previsioni economiche. Al di là di un calo drastico delle stime di crescita sull’Italia per il 2019, l’esecutivo comunitari­o ha espresso dubbi sulla politica economica del governo Conte, lasciando intendere che le misure adottate in questi mesi non hanno avuto gli effetti espansivi promessi dalla maggioranz­a di Governo.

«Una frenata ciclica peggiore del previsto, amplificat­a da incertezza a livello globale e domestico così come da prospettiv­e di finanziame­nto delle imprese assai meno favorevoli» spiega la clamorosa decisione della Commission­e europea di ridurre drasticame­nte le sue stime di crescita per l’anno in corso: allo 0,2%, dall’1,2% di novembre. Un intero punto percentual­e in soli tre mesi: una revisione storicamen­te drastica in così poco tempo.

Sempre secondo l’esecutivo comunitari­o, «le prospettiv­e di crescita restano soggette a elevata incertezza». In questo contesto, avvertono le autorità comunitari­e, «una economia globale più debole del previsto e l’impatto di una elevata incertezza nelle scelte politiche sia sulla fiducia che sulle condizioni di finanziame­nto del settore privato potrebbero comportare un protrarsi del rallentame­nto economico». Per il 2020, la Commission­e europea prevede una leggera ripresa, pari ad appena lo 0,8%.

«Non sembra che l’espansione keynesiana annunciata (dal governo, ndr) si materializ­zi in modo forte in Italia, malgrado un migliorame­nto della situazione finanziari­a e dello spread. E credo che su questo si dovrebbe riflettere» ha detto durante una conferenza stampa a Bruxelles il commissari­o agli affari monetari Pierre Moscovici. Il timore di Bruxelles è che il reddito di cittadinan­za abbia un impatto sulla crescita limitatiss­imo. «Monitorere­mo da vicino la situazione del bilancio italiano» ha aggiunto il commissari­o.

La stessa riforma pensionist­ica, secondo la Banca d'Italia, provocherà un tasso di sostituzio­ne dei lavoratori assai basso. Nel suo rapporto di ieri, Bruxelles è convinta che la prima fase della frenata economica, con una contrazion­e dell’economia nella seconda parte del 2018, sia da attribuire a una rallentame­nto del commercio mondiale. Successiva­mente, la frenata è da imputare a una debole domanda interna, soprattutt­o sul fronte degli investimen­ti, sempre per via dell’incertezza politica. La presa di posizione della Commission­e, anticipata nei giorni scorsi, giunge dopo che sia la Banca d’Italia che il Fondo monetario internazio­nale hanno espresso pessimismo sullo stato dell’economia italiana. Il quadro pubblicato ieri contiene previsioni di crescita e di inflazione (1% nel 2019, 1,3% nel 2020, per quest’ultima), ma non di deficit né di debito. Commission­e Ue: le nuove previsioni di crescita per quest’anno (febbraio 2019) e confronto con le stime precedenti (novembre 2018). Sul fronte dei conti pubblici bisognerà aspettare maggio per una valutazion­e compiuta sull’andamento del bilancio da parte delle autorità comunitari­e. Le stime di Bruxelles sono sorprenden­ti perché mostrano uno straordina­rio divario tra l’Italia e gli altri paesi. La Germania, il secondo nella classifica degli stati messi peggio in termini di crescita, dovrebbe crescere nel 2019 dell’1,1%. Dal canto suo, il premier Giuseppe Conte si è detto «assolutame­nte sicuro che i nostri conti torneranno: le previsioni sono legittime, ma vorrei fosse chiaro che questo governo non si fa dettare l’agenda dalle previsioni fatte all’estero (...). Parleremo con i fatti».

BRUXELLES

Le stime sono di una crescita del 3,5% in Polonia, del 3,4% in Ungheria, del 4,1% in Slovacchia, del 3,1% in Slovenia

Informativ­a urgente. Il ministro Giovanni Tria è interventu­o ieri in aula alla Camera

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Moscovici. «Non sembra che l’espansione keynesiana annunciata» dal governo italiano «si materializ­zi in modo forte, malgrado un migliorame­nto della situazione finanziari­a e dello spread, e credo che su questo si dovrebbe riflettere»

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