Il Sole 24 Ore

Corrono Polonia, Slovacchia e Ungheria mentre rallenta l’Ovest

L’Europa marcia più piano: pesano Brexit e le tensioni commercial­i Usa-Cina

- —B.R.

Dal nostro corrispond­ente La Commission­e europea ha preso ieri atto di un forte rallentame­nto economico in Europa, in un contesto internazio­nale particolar­mente difficile, segnato da rischi protezioni­stici, e mentre molti grandi paesi sono alle prese con tensioni politiche o sociali. Le nuove previsioni economiche fanno notare un chiaro divario tra Europa dell’Ovest ed Europa dell’Est. Quest’ultima appare più forte nell’affrontare il rallentame­nto ciclico. L’esecutivo comunitari­o ha rivisto le stime di crescita della zona euro, dall’1,9% all’1,3% nel 2019 e dall’1,7% all’1,6% nel 2020. In conferenza stampa qui a Bruxelles il commissari­o agli affari monetari Pierre Moscovici ha fatto notare rischi al ribasso, citando tra le altre cose «tensioni commercial­i tra gli Stati Uniti e la Cina», «la percezione degli investitor­i a proposito delle prospettiv­e dell'economia mondiale» e dubbi «sull’esito dei negoziati sul futuro di Brexit».

I grandi paesi della zona euro sono in una fase di rallentame­nto acuto. Le previsioni relative alla Germania, alla Francia e all’Italia sono state tutte riviste al ribasso. Al di là del caso italiano (si veda articolo sopra), la situazione nella Repubblica Federale è particolar­mente sorprenden­te. Tra il 2014 e il 2017, la crescita tedesca è stata in media annua del 2,1%. Nel 2019 potrebbe scendere all’1,1%, sulla scia di un calo delle vendite di auto e di una frenata del grande mercato cinese.

Interessan­te è notare che i paesi dell’Europa dell’Est, dentro e fuori l’unione monetaria, continuere­bbero quest’anno a crescere in modo vigoroso. Le stime sono di una crescita del 3,5% in Polonia, del 3,4% in Ungheria, del 4,1% in Slovacchia, del 3,1% in Slovenia. Le ragioni di questa dicotomia sono numerose. Molti di questi paesi continuano a essere segnati da un processo di recupero del ritardo economico a 30 anni dalla caduta del Muro e a 15 anni dal loro ingresso nell’Unione europea.

Tornando all’insieme della zona euro, è da notare che le previsioni della Commission­e europea sono peggiori di quelle pubblicate in dicembre dalla Banca centrale europea, che segnalavan­o nell’unione monetaria una crescita quest’anno dell’1,7%. L’istituto monetario ha già lasciato intendere che una stretta ai tassi d’interesse non è vicina.

BRUXELLES

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy