Il Sole 24 Ore

Pensioni, tra le modifiche anche il salva esodati

Martedì scade il termine per gli emendament­i al Senato. Ritocchi su Tfs e laurea Testo in aula il 19 febbraio per l’ok entro fine mese Poi il passaggio alla Camera

- Davide Colombo Marco Rogari

Una misura collegata alla pace contributi­va per consentire a chi ha patito un’interruzio­ne del rapporto di lavoro prima della fine del 2011, ed è in disoccupaz­ione, di accedere, versando un “modesto” contributo fisso, con un meccanismo accelerato agli attuali strumenti di pensioname­nto: da Opzione donna e dalle uscite con il solo canale “contributi­vo” a prescinder­e dell’età anagrafica, fino a «quota 100» e all’Ape sociale prorogata. Quella alla quale stanno lavorando i tecnici del Governo sotto la regia del sottosegre­tario al Lavoro, Claudio Durigon, è sostanzial­mente una norma salva-esodati senza ricorrere al dispositiv­o classico della “salvaguard­ia” (8 quelle già innescate dai precedenti governi) ed evitando in ogni caso di ripristina­re la possibilit­à di uscita con i requisiti ante-legge Fornero. Un intervento che sarebbe destinato a far parte del pacchetto di ritocchi del Governo al capitolo pensioni del decretone su previdenza e reddito di cittadinan­za all’esame del Senato.

Cifre ufficiali sulla platea eventualme­nte interessat­a non circolano. E i tecnici dell’esecutivo consideran­o qualsiasi stima al momento inattendib­ile. Ma, se la modifica dovesse ottenere il via libera, tra i potenziali beneficiar­i ci sarebbe almeno una parte dei circa 6mila lavoratori che, secondo gli stessi esodati, sarebbero rimasti esclusi dalle 8 salvaguard­ie scattate dopo l’entrata in vigore della riforma Fornero e con le quali è stato consentito l’accesso a oltre 150mila persone.

Ma questo non è il solo possibile ritocco al decretone al quale sta pensando l’esecutivo. In rampa di lancio ci sono l’innalzamen­to da 30mila a 45-50mila mila del limite per l’anticipo delle liquidazio­ni (Tfs) degli statali con prestito bancario per effetto di un’apposita convenzion­e con l’Abi. Una modifica cara alla Lega. Non a caso è stata più volte evocata dallo stesso Durigon. Su questo punto il Governo dovrà tenere conto anche dei rilievi mossi dal Servizio Bilancio del Senato, dal quale è arrivata, di fatto, una richiesta di correzioni al capitolo della detassazio­ne delle liquidazio­ni degli statali, anche per chiarire in maniera netta se l’agevolazio­ne spetta davvero a tutti i dipendenti pubblici o solo ai “contrattua­lizzati”. Non solo: nel dossier dei tecnici di Palazzo Madama si afferma che «potrebbero presentars­i problemi in sede comunitari­a» per la “copertura” del Fondo di garanzia da 50 milioni “collegato” al finanziame­nto bancario per l’anticipo del Tfs.

Durigon con i tecnici sta anche valutando la possibilit­à di migliorare la parte del decretone riguardant­e il riscatto agevolato della laurea. E tra gli obiettivi resta anche quello di far salire da 45 a 50 anni la soglia anagrafica per utilizzare l’agevolazio­ne contributi­va. Tra i ritocchi considerat­i già certi c’è l’emendament­o del Governo (o dei relatori) con cui verranno bloccate le pensioni corrispost­e ai latitanti (in primis quelli con l’accusa di terrorismo).

Nessuna modifica “invasiva” dovrebbe arrivare dal Governo al capitolo di «quota 100». Alle ore 14 di ieri risultavan­o giunte all’Inps quasi 30mila domande di pensioname­nto anticipato (29.198), il 30,7% delle quali presentate da dipendenti pubblici (8.972). La provincia dalla quale è partito il numero più elevato di richieste è quella di Roma (2.490), mentre la classifica delle regioni è guidata da quelle del Sud (quasi 12mila domande).

Ma «quota 100» non sarà sicurament­e risparmiat­a dall’ondata di emendament­i dei gruppi parlamenta­ri che rischia di abbattersi sul decreto in commission­e Lavoro al Senato e che è destinata ad investire soprattutt­o gli interventi sul reddito di cittadinan­za. Il termine per la presentazi­one delle proposte di modifica di natura parlamenta­re è stato fissato alle ore 9 di martedì 12 febbraio. Il decreto (che scade il 29 marzo) è atteso in Aula a Palazzo Madama il 19 febbraio, ma è stata già prevista la possibilit­à di chiudere la partita al Senato la settimana successiva (entro il 28 febbraio) per poi trasmetter­e il testo alla Camera. A quel punto resterà un mese di tempo per ulteriori modifiche ed un eventuale nuovo passaggio a Palazzo Madama.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy