Salvini: «Con il centrodestra in Abruzzo, al governo no»
Gelo con Berlusconi. E resta incertezza per la candidatura di Forza Italia in Piemonte
Bisogna risalire a un anno fa, alla campagna elettorale delle politiche per rintracciare una foto con Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni sorridenti davanti al fuoco dei flash. Ma a differenza di allora si avverte chiaramente che quella scattata ieri a Pescara, è una rappresentazione forzata, utile a mostrare l’unità della coalizione per conquistare la presidenza dell’Abruzzo e poi, due settimane dopo, quella della Sardegna. Ma niente di più. I pochi minuti trascorsi da soli alle spalle della sala della Giunta del Municipio di Pescara non possono certo assumere la veste di un vertice. E del resto bastava vedere la disposizione sul palco, con Berlusconi e Salvini ai due estremi opposti e la Meloni nel mezzo accanto al candidato governatore Marco Marsilio, per capire che la distanza è profonda.
«La partita dell’Abruzzo è molto concreta, identitaria e non è traslabile in altre realtà», mette in chiaro il leader della Lega a chi gli chiede se sia possibile un ritono del centrodestra al governo. Ne è consapevole anche Berlusconi, tant’è che alla stessa domanda replica con un secco: «Rivolgetevi a Salvini». E il ministro dell’Interno non si tira certo indietro:«A livello locale saremo alleati - ribadisce ma a livello nazionale, la mia parola vale più di 1000 sondaggi. Mi possono dire che la Lega è il primo partito. Potrei fare domani il presidente del Consiglio, ma intendo fare quello dell’Interno per 5 anni», respingendo al mittente gli inviti a suggellare «il patto dell’arrosticino». Berlusconi sfoggia il solito sorriso ma si capisce che l’aria che tira non è certo allegra.
La prima a parlare è la leader di Fdi, che è anche il partito del candidato alla presidenza della Regione. E tocca proprio a Marsilio dover gestire la “sorpresa” della serata, quando al momento di cedere la parola a Berlusconi, dopo l’intervento di Meloni, l’ex premier dice di voler parlare per ultimo. Salvini a quel punto non si trattiene e alza gli occhi al cielo. Berlusconi però non va troppo oltre: «Il centrodestra è il depositario di tutti i valori della nostra civiltà è stato il recente futuro, il presente e sono sicuro che sarà anche il futuro dell’Italia, dell’Europa e dell’Occidente», si limita a dire. Ma anche con Meloni non è che vada molto meglio. «Spero che gli abruzzesi vogliano un governo coeso, frutto di un patto con i cittadini, e non di un contratto tra i partiti», sottolinea la presisdente di Fdi. Chiaro il riferimento al contratto gialloverde. «Spero sia di un buon auspicio anche per la nazione - ha insistito - augurandomi che ci sia un nuovo governo che condivida i valori fondamentali».
Ma è una speranza che per ora Salvini non vuole condividere nonostante la tensione con il M5s sia sempre più forte. Anzi, continua a rimbalzare la voce (accreditata da fonti leghiste) che se in Abruzzo e Sardegna il Carroccio dovesse sbancare, forte sarebbe la tentazione di Salvini di cavalcare l’onda, presentandosi da solo in Piemonte, regione che negli accordi del centrodestra dovrebbe avere un candidato di Forza Italia così come in Basilicata. Uno strappo che però viene smentito da Fi che, al contrario, sostiene che in occasione del breve incontro avvenuto ieri a Pescara, Salvini abbia confermato il patto. Si vedrà. Anche perchè sul nome del candidato c’è ancora incertezza per i rischi legati alla candidatura di Alberto Cirio rimasto coinvolto nella rimborsopoli piemontese.