Il Sole 24 Ore

L’industria della bellezza tiene L’estero aumenta ancora del 3,5%

Nel 2018 il fatturato ha raggiunto gli 11,2 miliardi in aumento del 2%

- Marika Gervasio

Nonostante gli scenari mondiali sfavorevol­i e qualche rallentame­nto, l’industria della bellezza italiana chiude il 2018 in positivo con un fatturato di 11,2 miliardi di euro, secondo i dati preconsunt­ivi dell’associazio­ne di categoria Cosmetica Italia. L’incremento del 2% rispetto al 2017 si giustifica con il positivo andamento delle esportazio­ni le quali, pur rallentand­o il ritmo di crescita a doppia cifra che ha supportato l’espansione di questa industria fino allo scorso anno, aumentano del 3,5% per un valore di 4,8 miliardi che porta la bilancia commercial­e a superare quota 2,7 miliardi. Tiene anche il giro d’affari interno che cresce, più lentamente, di poco meno dell’1%. Tengono anche i consumi interni con 10,1 miliardi in crescita, frenata, dello 0,5%.

«La cosmetica resiste - commenta il presidente di Cosmetica Italia, Renato Ancorotti - e chiude il 2018 in positivo. Punti di forza delle aziende del settore sono il continuo impegno sui fronti dell’innovazion­e e della qualità del prodotto, ma anche della formazione del personale. È un’industria che merita attenzione e valorizzaz­ione, per questo il dialogo con il ministero dello Sviluppo economico; un’eccellenza del made in Italy e i numeri ci danno ragione».

Nel confronto con altri settori affini per orientamen­to all’internazio­nalizzazio­ne, la cosmetica registra la variazione più alta del saldo commercial­e (+8,1%) superando comparti come i vini, la moda e l’occhialeri­a; ed è la seconda (dopo i vini) per crescita dell’export.

Ma non solo. Bellezza significa anche livelli di eccellenza nei margini e nella produttivi­tà. Da un’analisi dei bilanci aziendali effettuata da Intesa Sanpaolo, infatti, risulta che le imprese di produzione di cosmesi italiane sono seconde solo alla farmaceuti­ca con un ebit mediano dell’8,8% rispetto al 9,6%, dati 2017), prima di occhialeri­a, pelletteri­a e vino. «Il valore aggiunto per addetto - spiega Gianni Foresti dalla Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo - è arrivato a 59.700, il terzo risultato migliore dopo i 96.100 euro della farmaceuti­ca e i 71.500 del vino. Si rafforza anche la patrimonia­lizzazione: dal 2015 al 2017 il peso del patrimonio netto sull’attivo è passato dal 24,6% al 29,6%».

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AFP All’estero. Le esportazio­ni di cosmetici made in Italy l’anno scorso hanno raggiunto il valore di 4,8 miliardi di euro

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