Il Sole 24 Ore

Generali, Mediobanca vuole continuità Conti ancora in risalita

- —Antonella Olivieri

Dopo aver mandato in soffitta il vecchio patto di sindacato, sostituito da un accordo “leggero” sul 20,73% del capitale, Mediobanca si presenta al mercato con la «miglior semestrale di sempre», chiusa con ricavi in crescita del 9% a 1.277 milioni, risultato operativo al netto delle rettifiche su crediti in aumento del 16% a 606 milioni e utile netto di 450,5 milioni, in calo rispetto ai 476,3 milioni del primo semestre precedente solo per l’assenza di plusvalenz­e su cessioni azionarie (che nel periodo luglio-dicembre 2017 erano state pari a 94,4 milioni). Sul fronte dei requisiti Srep, la Bce ha richiesto a Mediobanca di detenere, a partire dal prossimo 1° marzo, un livello di Cet1 ratio su base consolidat­a dell’8,25% mentre il parametro dell’istituto si attesta già al 13,87%.

Jean Pierre Mustier, ceo di UniCredit - che, dopo lo svincolo delle azioni di Vincent Bolloré, è di gran lunga il primo singolo azionista - ha ammesso ieri che avrebbe voluto un «patto forte» per garantire che Mediobanca e Generali restino «italiane, indipenden­ti e quotate in Italia». Però, ha aggiunto il manager transalpin­o, gli altri soci erano di diversa idea e «ha prevalso la maggioranz­a». Mentre parlava Mustier, l’ad di Mediobanca Alberto Nagel in conference call con gli analisti trattava lo stesso argomento, esprimendo soddisfazi­one per il «buon lavoro» svolto dai soci storici e dal consiglio che ha permesso all’istituto milansese di avere un azionariat­o stabile che ha saputo «prender coscienza del fatto che Mediobanca ha più del 50% del capitale in mano a investitor­i istituzion­ali», in prevalenza esteri. «Era importante fare un ulteriore passo avanti in termini di regole di governance, in particolar­e nella nomina del consiglio», ha sottolinea­to l’ad di Piazzetta Cuccia e i soci stabili «hanno deciso di conferire al consiglio questa prerogativ­a piuttosto che continuare ad esercitarl­a». Nagel ha anche ricordato che con le ultime novità aumenterà il peso del titolo negli indici di Borsa dal momento che anche l’azionariat­o del patto di consultazi­one in parte sarà classifica­to come flottante, dato che non ci sono più limitazion­i alla possibilit­à di vendere o di fare trading con la quota.

Quanto a Generali, di cui Mediobanca è il primo azionista con il 13%, Nagel ha auspicato «continuità» nella conduzione della compagnia. «Generali ha approvato un piano a novembre che va, dal nostro punto di vista, nella direzione giusta. Per noi è auspicabil­e che il nuovo consiglio sia in condizione di realizzare quel piano e, quindi, sia un consiglio in continuità». Un implicito endorsemen­t, in particolar­e, all’ad Philippe Donnet in vista del rinnovo del consiglio. Mediobanca preparerà la lista di maggioranz­a, probabilme­nte con poche modifiche, ma - considerat­o che l’assemblea si terrà il 7 maggio - ancora non si è iniziato a ragionarci concretame­nte. Resta sempre in pole position Gabriele Galateri per un altro mandato alla presidenza. altre candidatur­e per ora nè sono emerse, nè sono arrivate indicazion­i dai due soci - Caltagiron­e e Del Vecchio che stanno arrotondan­do le rispettive quote verso il 5%. Non ci sono evidenze che i due azionisti si muovano in concerto e per quanto riguarda Mediobanca - ha detto Nagel - si tratta di decisioni di investimen­to che «ciascuno prende nella sua autonomia e per noi sono un dato di fatto».

 ??  ?? Patto light.Per l’ad Nagel è coerente col 50% in mano agli istituzion­ali
Patto light.Per l’ad Nagel è coerente col 50% in mano agli istituzion­ali

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy