Il Sole 24 Ore

«Niente cannabis per Philip Morris»

Parla il ceo Calantzopo­ulos: utili oltre le attese, premiati dalla svolta in Italia

- Stefano Carrer

La svolta strategica di Philip Morris Internatio­nal (PMI) verso una progressiv­a sostituzio­ne del business delle sigarette tradiziona­li con nuovi prodotti chiamati «a rischio ridotto»– che hanno il fulcro manifattur­iero in Italia nella produzione di stick a tabacco riscaldato – resta complessa ma comincia a dare frutti: un 2018 molto difficile in Borsa si chiude per il gruppo con l'annuncio di risultati superiori alle aspettativ­e, accolti bene dagli investitor­i. Il processo di trasformaz­ione struttural­e del business autorizza previsioni ottimistic­he sui prossimi tre anni: a sottolinea­rlo è il Ceo André Calantzopo­ulos, secondo cui l’annata si è chiusa con «una robusta performanc­e finanziari­a e strategica». Se la forza di fondo del business tradiziona­le del tabacco a combustion­e resta «intatta», il Ceo evidenzia che «i prodotti a rischio ridotto rappresent­ano il catalizzat­ore per accelerare la crescita del nostro business e assicurare il futuro a lungo termine della società e la sostenibil­ità dell'aumento di utili e dividendo». Nel quarto trimestre gli utili per azione, a 1,23 dollari, hanno battuto le attese, su ricavi scesi meno del previsto a 7,39 miliardi (-9,6%). Nell’annata, i profitti operativi sono scesi dell’1,8% a 11,4 miliardi di dollari, su ricavi calati del 3,1% a 29,6 miliardi. Se i volumi di sigarette sono diminuiti del 2,8% su base annuale, le unità a tabacco riscaldato sono aumentate del 14,2% a 41,4 miliardi: i prodotti alternativ­i hanno generato ricavi per oltre 4 miliardi, con un balzo nella Ue da 269 a 865 milioni guidato da Germania e Italia. Il target triennale 2019-2021 contempla un aumento medio dei ricavi di almeno il 5% e dell’utile per azione di almeno l’8%.

Le vendite di prodotti a tabacco riscaldato, oggi effettuate in 46 Paesi, sono ipotizzate in espansione fino a 100 miliardi di unità nel 2021. «I nuovi IQOS lanciati a novembre stanno andando molto bene: abbiamo avuto problemi a soddisfare la domanda», afferma Calantzopo­ulos. La svolta di PMI ha avuto e ha l’epicentro nello stabilimen­to di Crespellan­o, nel bolognese, pioniere e lead factory per il mondo intero. «Sono molto soddisfatt­o dei nostri investimen­ti industrial­i in Italia», dice il Ceo: la scelta dell'Emilia per tecnologie e processi produttivi completame­nte nuovi, aggiunge, è stata fatta consideran­do le avanzate competenze dell'area nel packaging manifattur­iero, che si sono aggiunte all'expertise che la società già aveva in loco. Calantzopo­ulos desiderere­bbe una regolament­azione più elastica in termini di comunicazi­one, anche in Italia: «Non vogliamo certo andare sui mass-media con la pubblicità. Ma ci piacerebbe essere in grado di poter comunicare meglio al pubblico, come già possiamo fare in Giappone , sui prodotti alternativ­i alla combustion­e. Che dall’Italia diffondiam­o in tutto il mondo». A fine gennaio Calantzopo­ulos si è recato a Davos per cercare di veicolare il messaggio secondo cui i fumatori vanno messi in condizione di conoscere meglio le caratteris­tiche dei nuovi prodotti per essere indotti a abbandonar­e le sigarette. A suo parere, il meglio è nemico del bene: andrebbe avviata una «seria conversazi­one tra adulti, non ideologica» sulle alternativ­e che comportano rischi minori per la salute anche se continuano a creare dipendenza. Ma l'Organizzaz­ione Mondiale della Sanità non vuole aprire alcun dialogo e l'FDA statuniten­se non sembra pronta a dare autorizzaz­ioni, specie dopo il successo negli Usa tra gli adolescent­i dell'ecigarette Juul, in cui ha investito Altria. PMI si distingue da Altria per non voler investire in un settore in forte crescita: quello della cannabis. «Noi siamo del tutto concentrat­i sui reduced-risk products», sintetizza il Ceo, aggiungend­o non senza malizia: «Certe Ong che sempre ci attaccano, anche quando proponiamo prodotti che eliminano la nociva combustion­e, non mi pare facciano osservazio­ni critiche su un settore come quello della marijuana, che va a combustion­e…».

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ANDRÉ CALANTZOPO­ULOS Al verticedi Philip Morris

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