Il Sole 24 Ore

Il Monte torna all’utile dopo le pulizie ma arriva il taglio agli obiettivi 2021

Visto il contesto ritenuti fuori portata 1,2 miliardi di profitti a fine piano Fermo ai box il subordinat­o da 700 milioni. A marzo la cessione degli immobili

- Luca Davi

Per Montepasch­i ci sono due buone notizie e una meno buona. La prima notizia positiva è che la banca nel 2018 è tornata all’utile, mettendo in cascina profitti per 279 milioni, contro la perdita da 3,5 miliardi dell’anno precedente.

È la dimostrazi­one che la cura avviata dal management dà i suoi frutti, anche grazie al supporto di una rete commercial­e che si conferma vitale. È un risultato importante, quello annunciato ieri dalla banca senese, anche perché simbolicam­ente arriva a valle del primo anno dall’intervento pubblico approvato nell’estate 2017 dall’Ue, intervento che è costato molto in termini di sacrifici per dipendenti, oltre che per gli azionisti. Non a caso ieri lo stesso ceo Marco Morelli ha voluto ringraziar­e tutti i dipendenti in una conference call fatta dopo la presentazi­one dei risultati.

L’altra notizia positiva evidenziat­a ieri è che oggi l’istituto mantiene ratio patrimonia­li «al di sopra dei requisiti regolament­ari», come ha spiegato la banca in una nota. Al 31 dicembre 2018 il Cet 1 Ratio è al 13,7% (14,8% a fine 2017), cioè 370 punti base rispetto allo Srep 2019 (240 punti base in più se si considera anche la guidance di Pillar2). Il cuscinetto di sicurezza, insomma, c’è. Il Total capital, altro indicatore di rilievo per il mercato e la Vigilanza, è al 15,2%, circa l’1,7% in più rispetto alla soglia minima del 13,5%. Per rafforzare questo ratio, la banca ha in programma l’emissione di un bond Tier2 da 700 milioni, il cui collocamen­to - che non è riuscito a fine 2018 per le difficili condizioni di mercato - sarà realizzato più avanti. «Aspettiamo che le condizioni di mercato migliorino per poter procedere», ha detto ieri il cfo Andrea Rovellini.

Proprio le scenario macro in cui versa Mps, come le altre banche italiane, è invece la causa della “cattiva” notizia dell’istituto. Perché la banca ha dovuto prendere atto dell’impossibil­ità di centrare gli obiettivi di crescita indicati nel piano di ristruttur­azione al 2021. Obiettivi che già nel 2017 apparivano sfidanti, ma che oggi, alla luce delle magre prospettiv­e di crescita italiane, dell’ampliament­o dello spread Btp/Bund e dei tassi Bce in area negativa, appaiono irraggiung­ibili. L’utile al 2019, per dire, è fissato a 570 milioni e un risultato netto a fine piano, nel 2021, di 1,22 miliardi di euro. Impegni che a questo punto dovranno essere ridiscussi in un tavolo tra la Commission­e Ue e il Mef, azionista al 68% del capitale. «Abbiamo riconsider­ato un andamento più lento e una traiettori­a di crescita più conservati­va per il conto economico e lo stato patrimonia­le», ha detto lo stesso Morelli.

Monte dei Paschi si sta invece muovendo sul fronte immobiliar­e. La banca «sta finalizzan­do» la vendita di un portafogli­o di immobili che sarà conclusa entro la metà di marzo. L’impegno preso nell’ambito del piano di ristruttur­azione 2017-2021 è di cedere entro il 2021 per un valore di 500 milioni di euro: un centinaio circa è stato già stato fatto, 400 milioni è il valore ulteriore che la banca stima di realizzare nei prossimi mesi. «Stiamo finalizzan­do termini e condizioni per la dismission­e di immobili, il progetto verrà rivelato entro la prima metà di marzo», ha detto Morelli.

Conto economico consolidat­o riclassifi­cato con criteri gestionali.

Margine di interesse 1.788,3

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