Il Sole 24 Ore

SocGen prepara la cura dimagrante dell’investment bank

Profitti in aumento del 39% a 3,9 miliardi, ritoccati al ribasso i target 2020

- —R.Fi.

Il gruppo transalpin­o Société Générale termina il 2018 con utili e ricavi in aumento e smentisce, almeno per il momento, ipotesi di fusioni con altri gruppi europei, chiudendo quindi anche a possibili scenari di merger con l’italiana UniCredit.

Nel 2018 Societe Generale ha registrato un utile netto di 3,9 miliardi di euro, con un aumento del 38% rispetto al 2017, anno in cui la banca aveva assorbito i costi di ristruttur­azione e contenzios­o. In linea con le previsioni, i ricavi dell’istituto hanno raggiunto quota 25,2 miliardi, in crescita dello 0,6 per cento.

In parallelo a questi risultati, il gruppo ha annunciato una revisione del suo obiettivo di ritorno sul capitale tangibile (Rote), ora fissato tra il 9 e il 10% per il 2020 in luogo dell’11,5% inizialmen­te previsto alla presentazi­one del suo piano strategico a novembre 2017.

Il gruppo intende inoltre rivedere il proprio segmento di investment banking riducendo le dimensioni delle proprie attività di mercato, che si concentrer­anno sui segmenti più redditizi. Ciò comporterà un calo di oltre il 10% del bilancio di questo ramo e una riduzione delle attività ponderate per il rischio di circa 8 miliardi.

Commentand­o i risultati il direttore generale Fréderic Oudéa ha sottolinea­to «di non vedere alcuna fusione bancaria di dimensioni importanti nei due prossimi anni. Tenuto conto del contesto finanziari­o, delle incertezze economiche e regolament­ari, dei problemi politici dell’Europa e dell’importanza delle trasformaz­ioni che dobbiamo mandare in porto, non ci saranno grandi movimenti di consolidam­ento a breve termine» ha spiegato Oudea.

«I management delle banche saranno focalizzat­i su tutti questi temi e continuera­nno a lavorare molto duramente sulla trasformaz­ione dei modelli di business», ha aggiunto il ceo, rilevando poi che l’ambizione di SocGen «è chiara: cioè rendere il nostro modello più semplice, preservare la nostra diversific­azione e accelerare sulla digitalizz­azione».

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