BoE più cauta sui tassi
La Bank of England è pessimista. Nel suo Inflation report, pubblicato ieri dopo la riunione del board che ha lasciato i tassi fermi allo 0,75%, l’autorità monetaria britannica ha abbassato le stime sulla crescita.
La causa è l’acuirsi delle incertezze sull’uscita dalla Ue che avevano già rallentato l’economia l’anno scorso. Le previsioni basate sull’ipotesi di un’uscita morbida dall’Unione - sono ora più basse di quelle formulate a novembre, anche se il rimbalzo successivo potrebbe essere più robusto. La mediana delle proiezioni punta ora a un +1,2% nel 2019 a un +1,5% per il 2020 e a un +1,9% per il 2021. A novembre era stato indicato, per ciascuno dei tre anni, un ritmo di crescita dell’1,7%. La disoccupazione dovrebbe salire leggermente quest’anno e poi tornare verso il livello attuale del 4% circa.
Molto dipende da come si muoverà la sterlina. La BoE ritiene che «se un accordo e un periodo di transizione dovessero essere definiti nel prossimo futuro, la sterlina potrebbe apprezzarsi e potrebbe esercitare pressioni al ribasso sulle previsioni del Pil». Al contrario se la probabilità di una transizione senza intoppi dovessere essere percepita in calo, si potrebbe determinare un deprezzamento della sterlina e un aumento dell’incertezza con effetti su pil e inflazione «che non possono essere determinati». In ogni caso, ha ripetuto la BoE, «la risposta di politica monetaria a Brexit, qualunque forma prenda, non sarà automatica e potrà assumere qualunque direzione».