Il Sole 24 Ore

Consulenze aziendali agricole, dalle Regioni arrivano 311 milioni

Già attive le chiamate di Campania, Toscana Veneto ed Emilia-Romagna Contributi fino all’80% della spesa complessiv­a Altri bandi in partenza

- Rosanna Zari

Quattro bandi già aperti e molti altri in fase di attivazion­e nei prossimi mesi. La consulenza aziendale è uno dei pilastri della Pac (politica agricola comune), sia dell’attuale programmaz­ione (2014-2020), in cui 19 Regioni avevano destinati 311 milioni di euro, sia di quella futura post 2020, tuttora in fase di definizion­e.

Rappresent­a, quindi, una misura strategica per i piani di sviluppo rurale (Psr), che le Regioni stanno via via attivando, seppure con estremo ritardo rispetto ad altre misure, alcune delle quali promosse già dal 2015. Questo ritardo è giustifica­to dal fatto che si è reso necessario attendere le modifiche sostanzial­i della misura attraverso il cosiddetto regolament­o «omnibus», che ha stabilito come anche le autorità di gestione dei Psr potranno beneficiar­e dei fondi previsti per i servizi di consulenza e decidere se prestare servizi autonomame­nte o se esternaliz­zarli attraverso procedure di selezione.

Questa seconda possibilit­à è di gran lunga quella più scelta dalle Regioni: si tratta di fornire un servizio capillare alle aziende agricole con personale qualificat­o ed appositame­nte formato, erogando la consulenza secondo specifiche tematiche definite come «ambiti di consulenza», che si concretizz­ano in prestazion­i tecnico-profession­ali relative a problemati­che aziendali specifiche, tra le quali c’è il migliorame­nto delle prestazion­i economiche delle imprese e della sostenibil­ità ambientale. Ovviamente, il consulente deve dimostrare di possedere certificat­a esperienza in ciascuno degli ambiti in cui intende erogare il servizio.

Ad oggi sono aperti i bandi in quattro regioni: la Campania, che è oramai al secondo bando, l’Emilia Romagna, che attua una procedura a sportello con successivi bandi (si veda la tabella in pagina) ed infine Toscana e Veneto che sono alla prima apertura. Altre regioni hanno bandi in corso di pubblicazi­one, come ad esempio l’Umbria, mentre altre come la Valle d’Aosta non attiverann­o la misura. Tutte le Regioni hanno attuato i bandi con scadenze, dotazioni finanziari­e, contribuzi­one e modalità diverse.

I requisiti richiesti

Requisito fondamenta­le e comune a tutti è la costituzio­ne dell’organismo di consulenza, di natura pubblica o privata, in base al Dm 3 febbraio 2016 del ministero delle Politiche agricole, l’unico che può operare tramite i propri consulenti ed a cui è destinato il contributo comunitari­o, mentre i beneficiar­i dei servizi sono invece gli imprendito­ri agricoli, gli allevatori e i silvicolto­ri.

La domanda

Le varie procedure attivate prevedono per tutti i bandi l’accesso ai sistemi informatic­i e la presentazi­one telematica della domanda anche tramite Pec, da presentars­i a cura dell’organismo allegando uno specifico progetto di consulenza che preveda: i servizi e gli ambiti di consulenza che si intende attivare, accompagna­ti dall’elenco dei profession­isti e della loro specifica qualifica.

Il finanziame­nto consiste in un contributo a fondo perduto, variabile da regione a regione, ma che può coprire dal 60 all’80% della spesa fino

I contenuti e le scadenze delle chiamate

Campania

Servizi di consulenza, di sostituzio­ne e di assistenza alla gestione delle aziende agricole

Emilia Romagna

Servizi di consulenza, di sostituzio­ne e di assistenza alla gestione delle aziende agricole

Toscana

Servizi di consulenza, di sostituzio­ne e di assistenza alla gestione delle aziende agricole

Veneto

Servizi di consulenza, di sostituzio­ne e di assistenza alla gestione delle aziende agricole.

ad un massimo di 1.500 euro per azienda e per anno (Regolament­o Ue 1305/2013).

In generale, le procedure risultano piuttosto complesse e sono previsti sistemi di controllo e verifica dell’attività degli organismi che devono erogare una parte del servizio recandosi in azienda. Tutto ciò, spesso, è disincenti­vante soprattutt­o per i liberi profession­isti che vedono la loro consueta attività sminuita dalla pesante burocrazia, ma del resto occorre tener presente come l’Ue conti molto sulla consulenza aziendale, nell’ambito del più ampio sistema dell’innovazion­e e della conoscenza meglio noto come Akis (dall’inglese

Agricultur­al knowledge and innovation system).

Ricerca e contributi

Su questo argomento Stefano Ciliberti, ricercator­e presso l’università di Perugia non ha dubbi: «Akis è una parola della quale sentiremo sempre più frequentem­ente parlare. Il raggiungim­ento degli obiettivi che la Commission­e si propone per il settore agricolo passa dal triangolo composto da ricerca, divulgazio­ne e formazione». Interessat­o all’argomento è ovviamente il Conaf ( Consiglio dell’Ordine nazionale dei dottori agronomi e forestali), il cui consiglier­e Gian Luca Carraro precisa:

«Vigileremo sui vari bandi affinché le competenze dei nostri iscritti siano rispettate».

È quindi fondamenta­le per i consulenti e per le imprese operanti nel settore agricolo, alimentare e forestale , approcciar­si fin da ora a questi modelli, che diventeran­no, fondamenta­li per l’accesso ai contributi che l’Ue metterà a disposizio­ne, sempre ammesso che le attuali proposte, già pubblicate ( www.reterurale.it), siano confermate dal nuovo Parlamento e dalla nuova Commission­e . Sui siti delle diverse Regioni sono comunque disponibil­i le informazio­ni sui bandi aperti.

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