«Sulla trasparenza dei costi servono risposte condivise»
Gli intermediari: occorre chiarezza su come calcolare e dettagliare gli oneri
Tempistiche, modalità di calcolo, tipologia e livello di disaggregazione dei costi. Sono queste le macro-tematiche su cui vertono i quesiti che Abi, Assoreti, Assogestioni e Assosim hanno raggruppato in un documento condiviso per inoltrarlo all’Esma tramite la Consob. Una serie di problematiche - con relative proposte di risoluzione - che Il Sole 24 Ore ha pubblicato in esclusiva ieri e su cui le associazioni rappresentative degli intermediari finanziari sperano di avere al più presto chiarimenti risolutivi per poter redigere l’informativa sui costi reali sostenuti dai clienti, così come previsto dalla Mifid2. La direttiva Ue entrata in vigore da inizio 2018 prevede, tra le varie disposizioni, la rendicontazione ex post con cadenza almeno annuale degli oneri che il cliente sostiene non solo in percentuale (per esempio 3% annuo), ma anche in valore assoluto (su 50mila euro il costo sostenuto è di 1.500 euro), suddividendoli per le diverse tipologie di prodotti e servizi offerti, in modo da consentire ai risparmiatori di poter capire e valutare non solo quanto guadagnano dagli investimenti, ma anche quanto pagano ai diversi intermediari finanziari lungo la catena del valore, dal singolo consulente alla società di gestione. Un rendiconto che per la prima volta deve essere inviato nei primi mesi del 2019, con i dati riepilogativi del 2018, che però tarda ad arrivare.
«Gli intermediari non vogliono, né possono procrastinare l’invio dei rendiconti sui costi la cui tempistica è improrogabilmente fissata dai regolamenti applicabili - afferma Gianluigi Gugliotta, segretario generale di Assosim -. Il tavolo di lavoro tra tutte le associazioni di categoria è stato peraltro costituito su impulso degli stessi intermediari, interessati a fornire l’informazione sui costi secondo una metodologia comune, così da migliorarne la comprensibilità e la confrontabilità a beneficio dei clienti». L’obiettivo è di individuare un modus operandi il più possibile condiviso dall’industria a livello Europeo. «Se l’Esma sta continuando ad aggiornare un lungo elenco di Q&A (domande e risposte, ndr) per dare risposte su varie tematiche agli operatori finanziari dei vari Paesi Ue - spiega Marco Tofanelli, segretario generale di Assoreti -, evidentemente in tutta Europa c’è necessità di avere chiarimenti su diversi aspetti tecnici della normativa». Precise delucidazioni su come procedere che per gli intermediari, alle prese con l’implementazione delle procedure, sono molto importanti. Anche per evitare di doverle modificare continuamente in corsa, con conseguente lievitazione dei costi di perfezionamento delle infrastrutture informatiche. «Su diversi punti occorre ancora trovare un comportamento uniforme ed è per questo continua Tofanelli - che ci attendiamo dall’Esma orientamenti da seguire molto chiari. Stiamo lavorando in Italia, come anche in Europa, per avere delle linee da seguire che siano il più possibile condivise».
I quesiti su cui gli operatori si attendono risposte dall’Esma non riguardano solo problematiche relative alla rendicontazione ex-post dei costi reali sostenuti dai singoli clienti, ma anche l’informativa ex-ante che l’intermediario è tenuto a consegnare per consentire al cliente di avere in anticipo una stima puntuale dei costi che andrà a sostenere per ogni raccomandazione di investimento. Informativa ex-ante che gli intermediari già da qualche mese stanno consegnando ai clienti.
I processi sono quindi avviati da anni e il timore degli operatori è di ricevere risposte dall’Esma su singoli aspetti tecnicichepossanoinficiareemettere in discussione quanto definito e sviluppato fino adesso. Ma quando arriverà questa prima rendicontazione dei costi ai clienti ai sensi della Mifid2? La direttiva non stabilisce un termine entro il quale deve essere inviata, ma prevede che deve essere inviata dal 2019 (con dati 2018) almeno una volta l’anno. In teoria (e si spera non in praticaperchéavrebbepocosenso)ilrendiconto ex-post potrebbe essere inviato anche nel mese di dicembre successivo a quello dell’anno di riferimento. Sicuramente occorre dare un po’ di tempo agli intermediari, considerando che sono in fase di rodaggio di prima applicazione della norma e tutti i meccanismi di interlocuzione in corso tra operatori e authority sono ammessi, senza però superare i limiti concessi dal buon senso. Gli intermediari in questi mesi hanno comunque sempre dichiarato che l’obiettivo è di inviare il rendiconto ai clienti entro la fine del mese di aprile. Non oltre.