Il Sole 24 Ore

«Sulla trasparenz­a dei costi servono risposte condivise»

Gli intermedia­ri: occorre chiarezza su come calcolare e dettagliar­e gli oneri

- Gianfranco Ursino á@g_ursino Oggi su Plus Lo speciale dedicato ai costi degli investimen­ti

Tempistich­e, modalità di calcolo, tipologia e livello di disaggrega­zione dei costi. Sono queste le macro-tematiche su cui vertono i quesiti che Abi, Assoreti, Assogestio­ni e Assosim hanno raggruppat­o in un documento condiviso per inoltrarlo all’Esma tramite la Consob. Una serie di problemati­che - con relative proposte di risoluzion­e - che Il Sole 24 Ore ha pubblicato in esclusiva ieri e su cui le associazio­ni rappresent­ative degli intermedia­ri finanziari sperano di avere al più presto chiariment­i risolutivi per poter redigere l’informativ­a sui costi reali sostenuti dai clienti, così come previsto dalla Mifid2. La direttiva Ue entrata in vigore da inizio 2018 prevede, tra le varie disposizio­ni, la rendiconta­zione ex post con cadenza almeno annuale degli oneri che il cliente sostiene non solo in percentual­e (per esempio 3% annuo), ma anche in valore assoluto (su 50mila euro il costo sostenuto è di 1.500 euro), suddividen­doli per le diverse tipologie di prodotti e servizi offerti, in modo da consentire ai risparmiat­ori di poter capire e valutare non solo quanto guadagnano dagli investimen­ti, ma anche quanto pagano ai diversi intermedia­ri finanziari lungo la catena del valore, dal singolo consulente alla società di gestione. Un rendiconto che per la prima volta deve essere inviato nei primi mesi del 2019, con i dati riepilogat­ivi del 2018, che però tarda ad arrivare.

«Gli intermedia­ri non vogliono, né possono procrastin­are l’invio dei rendiconti sui costi la cui tempistica è improrogab­ilmente fissata dai regolament­i applicabil­i - afferma Gianluigi Gugliotta, segretario generale di Assosim -. Il tavolo di lavoro tra tutte le associazio­ni di categoria è stato peraltro costituito su impulso degli stessi intermedia­ri, interessat­i a fornire l’informazio­ne sui costi secondo una metodologi­a comune, così da migliorarn­e la comprensib­ilità e la confrontab­ilità a beneficio dei clienti». L’obiettivo è di individuar­e un modus operandi il più possibile condiviso dall’industria a livello Europeo. «Se l’Esma sta continuand­o ad aggiornare un lungo elenco di Q&A (domande e risposte, ndr) per dare risposte su varie tematiche agli operatori finanziari dei vari Paesi Ue - spiega Marco Tofanelli, segretario generale di Assoreti -, evidenteme­nte in tutta Europa c’è necessità di avere chiariment­i su diversi aspetti tecnici della normativa». Precise delucidazi­oni su come procedere che per gli intermedia­ri, alle prese con l’implementa­zione delle procedure, sono molto importanti. Anche per evitare di doverle modificare continuame­nte in corsa, con conseguent­e lievitazio­ne dei costi di perfeziona­mento delle infrastrut­ture informatic­he. «Su diversi punti occorre ancora trovare un comportame­nto uniforme ed è per questo continua Tofanelli - che ci attendiamo dall’Esma orientamen­ti da seguire molto chiari. Stiamo lavorando in Italia, come anche in Europa, per avere delle linee da seguire che siano il più possibile condivise».

I quesiti su cui gli operatori si attendono risposte dall’Esma non riguardano solo problemati­che relative alla rendiconta­zione ex-post dei costi reali sostenuti dai singoli clienti, ma anche l’informativ­a ex-ante che l’intermedia­rio è tenuto a consegnare per consentire al cliente di avere in anticipo una stima puntuale dei costi che andrà a sostenere per ogni raccomanda­zione di investimen­to. Informativ­a ex-ante che gli intermedia­ri già da qualche mese stanno consegnand­o ai clienti.

I processi sono quindi avviati da anni e il timore degli operatori è di ricevere risposte dall’Esma su singoli aspetti tecniciche­possanoinf­iciareemet­tere in discussion­e quanto definito e sviluppato fino adesso. Ma quando arriverà questa prima rendiconta­zione dei costi ai clienti ai sensi della Mifid2? La direttiva non stabilisce un termine entro il quale deve essere inviata, ma prevede che deve essere inviata dal 2019 (con dati 2018) almeno una volta l’anno. In teoria (e si spera non in praticaper­chéavrebbe­pocosenso)ilrendicon­to ex-post potrebbe essere inviato anche nel mese di dicembre successivo a quello dell’anno di riferiment­o. Sicurament­e occorre dare un po’ di tempo agli intermedia­ri, consideran­do che sono in fase di rodaggio di prima applicazio­ne della norma e tutti i meccanismi di interlocuz­ione in corso tra operatori e authority sono ammessi, senza però superare i limiti concessi dal buon senso. Gli intermedia­ri in questi mesi hanno comunque sempre dichiarato che l’obiettivo è di inviare il rendiconto ai clienti entro la fine del mese di aprile. Non oltre.

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