Italia- Francia: Conte al lavoro per ricucire lo strappo
D’intesa con il Quirinale il premier studia un gesto di riconciliazione. Entro martedì la telefonata a Macron per un incontro Manifestazione dei Gilet Gialli davanti al Senato, un ferito grave. Un gruppo è stato bloccato dalla polizia alla frontiera con
Palazzo Chigi, in stretta intesa con il Quirinale, sta studiando tempi e modalità per un gesto di riconciliazione accettabile per Parigi che non suoni, tuttavia, come sconfessione per le forze politiche che sostengono il Governo italiano. Tra oggi e martedì dovrebbe essere concordata una telefonata del premier Giuseppe Conte a Macron per fissare data, luogo e temi di un incontro chiarificatore.
Intanto oggi il vicepremier Matteo Salvini parlerà a Basovizza davanti alla foiba dei 700 morti nel giorno del ricordo. La data del 10 febbraio non è casuale, lo stesso giorno del 1947 fu firmato a Parigi il Trattato di pace dopo la seconda guerra mondiale. In questa circostanza Salvini potrebbe, secondo alcune anticipazioni, usare toni più concilianti con Parigi e spiegare che l'Italia di oggi non ha più nulla a che vedere con quella di allora, si è pacificata con il resto d’Europa, è tra i Paesi fondatori dell’Unione europea e ha sostenuto le candidature della Croazia e della Slovenia per l’ingresso nella Ue.
Nel frattempo, Salvini ha invitato il ministro dell’Interno francese Christophe Castaner a Roma per i primi giorni della prossima settimana per discutere anche del dossier migranti, ma ancora non vi è stata una risposta affermativa. Il ministero dell’Interno francese Castaner, con una dichiarazione diffusa ai media francesi sulla vicenda della Sea Watch, ha intanto fatto sapere che “in realtà la Francia accoglierà 7 migranti di Sea Watch, mantenendo quindi i suoi impegni”.
Ieri i toni del responsabile del Viminale erano comunque più cauti del solito. “Qualche polemica ci può stare – ha detto Salvini - se avessimo dovuto richiamare anche noi gli ambasciatori con quelli che hanno insultato me e il nostro Governo, avremmo ritirato gli ambasciatori da tanti posti. Mi ricordo che qualcuno del Governo francese, la scorsa estate, diceva che eravamo vomitevoli, egoisti, razzisti, imbarazzanti come la peste che non è esattamente un linguaggio oxfordiano ma io bado ai fatti e quindi voglio avere buoni rapporti con la Francia, con il loro ministro dell’Interno e alla frontiera con Ventimiglia non voglio che i lavoratori italiani siano penalizzati”. “Se ci si vede - ha aggiunto Salvini – i problemi si risolvono. A me interessa risolvere i problemi e non litigare”.
La contesa con la Francia sta intanto aprendo un fronte interno nei rapporti tra Lega e Cinque stelle. Di Battista e Di Maio catapultati in un duello politico diplomatico forse più grande di loro si sarebbero aspettati di ottenere un maggiore appoggio da Salvini, appoggio che si è rivelato tutto sommato molto ridotto. In un’intervista televisiva alla domanda sul viaggio a Parigi di Di Maio per incontrare il leader dei Gilet Gialli Salvini ha tagliato corto: “Se l’ha fatto riteneva giusto farlo, chi sono io per dare giudizi. Io sono a favore delle manifestazioni a patto che siano pacifiche. Poi che in Francia Macron sia stato eletto promettendo tanto e dopo mesi di presidenza ha combinato poco questo non lo decidono gli italiani ma i francesi”. Ieri, intanto, i Gilet Gialli hanno manifestato a Parigi per il 13esimo sabato consecutivo tra lacrimogeni e cariche della polizia davanti alla sede dell’Assemblée Nationale, dove hanno provato a superare le transenne. Stando alle prime notizie, un manifestante è rimasto gravemente ferito e avrebbe perso la mano. Una trentina di manifestanti guidati da Maxime Nicolle, alias Fly Rider, presente anche nella manifestazione a Sanremo di venerdì, sono stati bloccati dalla polizia sul percorso che avevano intrapreso per varcare la frontiera con l’Italia. A differenza del versante francese, su Bankitalia Lega e Cinque stelle sembrano fare asse comune mentre il premier Conte e il ministro dell’Economia Tria chiamano alla cautela.