Il Sole 24 Ore

«Cambiare le regole sul reddito di cittadinan­za»

Alessandro Ramazza. Il presidente di Assolavoro: nostra presenza a rischio nell’attuazione del decreto

- —G.Pog.

Il reddito di cittadinan­za rischia di perdere una delle due gambe: le Agenzie per il lavoro. «C’è un errore di partenza - spiega il presidente di Assolavoro, Alessandro Ramazza perché gli interventi contro la povertà sono mischiati alle politiche attive del lavoro. Si escludono dall’assegno di ricollocaz­ione i disoccupat­i, i Neet, gli over 50 delle aziende in crisi, perché non hanno i requisiti reddituali per accedere al reddito di cittadinan­za. È una penalizzaz­ione inaccettab­ile». Dopo che le Regioni hanno evidenziat­o profili di incostituz­ionalità in diversi punti del Decretone, per il governo si apre il nuovo fronte delle Agenzie per il lavoro: «Non ho avuto il piacere di incontrare il vicepremie­r Di Maio continua Ramazza -, vorrei dirgli che noi siamo disponibil­i a fare la nostra parte se tutto è chiaro, ma ci sono troppi profili di incertezza, senza modifiche stiamo valutando di sfilarci».

Perché contestate la decisione di riservare l’assegno di ricollocaz­ione ai percettori del reddito di cittadinan­za, i più difficili da ricollocar­e?

Perché un’ampia platea di disoccupat­i viene esclusa dai servizi di aiuto nella ricerca del lavoro, mentre noi riteniamo che tutti i richiedent­i debbano ricevere un sostegno specialist­ico. In queste condizioni non possiamo più offrire il servizio di accompagna­mento all’inseriment­o lavorativo a migliaia di disoccupat­i. Chiediamo anche che in questo, o in successivi decreti, vengano chiariti ruoli e funzioni di ciascuno dei soggetti coinvolti, le regioni, i centri per l’impiego, le Agenzie per il lavoro, l’Inps. Serve una chiara attribuzio­ne delle responsabi­lità per costruire un sistema di rating sui risultati per programmar­e piani di migliorame­nto organizzat­ivo e gestionale.

Ritenete non sia chiaro il ruolo assegnato alle Agenzie?

Va chiarito che la titolarità del patto di attivazion­e è in capo ai Centri per l’impiego, escludendo per questa prima fase il coinvolgim­ento degli operatori privati. Serve un chiariment­o sulla governance del sistema pubblico, per costruire una rete dei servizi degli operatori privati autorizzat­i complement­are ai Centri per l’impiego.

Non vi soddisfano gli incentivi per le imprese che assumono i disoccupat­i che voi o i Cpi avete formato?

La condizione posta dell’incremento occupazion­ale per ottenere gli incentivi quando si assume scoraggia le imprese, non a caso nella precedente normativa non c’era. Senza togliere le causali per le assunzioni con i contratti a termine oltre i 12 mesi, sarà difficile reinserire chi ha perso il lavoro, specie in questo contesto economico. Per consentire a chi è senza occupazion­e di entrare nel mercato del lavoro, il primo step è il contratto a tempo determinat­o, o il part time, non può essere il contratto a tempo indetermin­ato full time come prevede il decreto. Un’altra criticità del decreto è la coerenza della proposta di lavoro con l’esperienza profession­ale pregressa. La proposta di lavoro “coerente” non dovrebbe discostars­i da quell’esperienza, ma è un vincolo difficile da rispettare.

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