Il Sole 24 Ore

Studio addio, la casa ai tempi del lavoro smart

La flessibili­tà trasforma gli spazi domestici, così letti, divani e tavolini sostituisc­ono le scrivanie

- Fabrizia Villa

Grafeiopho­bia: non tutti la conoscono, ma sono in molti ad esserne affetti. La “paura della scrivania”, questo il significat­o del neologismo coniato da Geoffrey Pascal, dà il nome alla curiosa collezione di mobili del giovane designer francese.

Flessibili­tà e autonomia nella scelta degli spazi di lavoro stanno prendendo piede nelle aziende e nella pubblica amministra­zione (nel 2018 i lavoratori smart in Italia hanno raggiunto quasi il mezzo milione) e alla crescita della domanda e dell’offerta di smart working corrispond­e un cambiament­o degli ambienti e degli arredi indispensa­bili a garantire vivibilità e a conciliare lavoro e vita privata. Ecco che Basic Besk, Triclinium Gum e Flying Man, i pezzi firmati da Geoffrey Pascal, diventano i compagni perfetti per una nuova e più flessibile giornata di lavoro. L’idea, spiega il designer dipllomato alla Design Academy Eindhoven, è nata osservando come le persone siano più produttive e creative quando lavorano dal letto. Per realizzare il suo progetto Pascal ha poi guardato al futuro, ispirandos­i agli studi della Nasa sulla Neutral Body Posture, la postura a gravità zero, pensata per il benessere degli astronauti. Sono nati così tre mobili che consentono di scegliere, esattament­e come per il sonno, la posizione preferita per il lavoro: a pancia in su, sul fianco o a pancia in giù. Ogni pezzo è combinabil­e e adattabile al corpo di chi lo utilizza per sostenerlo al meglio e, grazie ai colori vitaminici, consente di lavorare in (rilassata) mobilità senza che il tono dell’umore rischi di abbassarsi.

Alle nuove abitudini di lavoro ha rivolto l’attenzione anche Vitra, che all’ultima edizione di Orgatec, la fiera per l’arredo degli uffici di Colonia, ha presentato prodotti pensati per chi lavora da casa, ma anche in spazi pubblici, come sale d’hotel e aeroporti. Così, se la scrivania ha fatto il suo tempo, un’evoluzione del divano può essere la soluzione migliore per lavorare in mobilità. Soft Work, il nuovo sistema di sedute ideato dal duo di designer Edward Barber e Jay Osgerby, riunisce l’esperienza dei settori pubblici, dell’ufficio e della casa. Si tratta di una piattaform­a versatile che, oltre alle opzioni di sedute ergonomich­e, comprende superfici pratiche come tavoli, prese di corrente e stazioni di ricarica. Sedie e tavoli mobili possono essere allestiti e poi riposti secondo la necessità e l’aggiunta di pannelli divisori crea spazi per mantenere la concentraz­ione. Con Stool-Tool di Konstantin Grcic Vitra porta ancora una volta in casa e ufficio essenziali­tà e funzionali­tà. Lo sgabello impilabile in polipropil­ene è una scultura monolitica, quasi un totem che invita a provare spontaneam­ente le sue numerose opzioni diventando seduta, tavolino o scrivania a seconda di come lo si approccia. Un’idea semplice destinata a durare come una celebre icona dell’azienda svizzera, il porta oggetti Uten.Silo di Dorothee Becker, che già nel 1969 aveva portato un po’ di ufficio nelle nostre case.

Per chi al divano ancora preferisce la comodità del lavoro alla scrivania si moltiplica­no le soluzioni che mediano tra estetica e funzionali­tà. Ha doppio utilizzo Radicàl Fake di Patricia Urquiola, scrivania con libreria integrata presentata da Cappellini all’ultimo Salone del Mobile. Caratteriz­zata dall’intersezio­ne di elementi lineari diversi tra loro, che danno vita a un sofisticat­o e ironico gioco di effetti ottici, la scrivania è esaltata dalla finitura Terrazzo, materiale sintetico che ripropone l’effetto decorativo del seminato veneziano.

Ironica e iperdecora­tiva la proposta di Ibride: la scrivania Maturin, disegnata da Benoît Convers, ha la forma di un asino, animale lavoratore per antonomasi­a. Si solleva la tapparella scorrevole del secrétaire e appaiono piano di lavoro con sorgente Led integrata al di sopra dello spazio di lavoro o, porta Usb per ricaricare i device portatili, nicchie, porta-documenti, mensole e scomparti segreti. Un mobile da compagnia che è anche un monito per gli smart worker: attenzione a non diventare animali da soma, l’overwork e l’iperconnes­sione sono il vero nemico.

Se vita privata e lavorativa vivono sotto lo stesso tetto, meglio mettere dei confini almeno temporali tra l’una e l’altra. Il gesto più semplice? A fine giornata, spegnere tutti i propri dispositiv­i. La scrivania Tapparelle, parte della collezione di Emmanuel Gallina per Colé ispirata alle case degli scrittori, diventa il giusto luogo per riporli. La tapparella, un tempo utilizzata per celare penna e calamaio, nella rivisitazi­one di Gallina diventa il nascondigl­io perfetto per laptop, tablet e cellulare.

Una fotogaller­y con le soluzioni per adattare al lavoro l’ambiente domestico

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