Il Sole 24 Ore

Quando Montale cantò Gerti nel Carnevale

Lettere e vita della ragazza terribile, amica del Nobel

- Cristina Battoclett­i

Figlia di un banchiere ebreo , spregiudic­ata, modernissi­ma, Margarete Frankl, detta Gerti, nacque a Graz nel 1902 e partecipò, mettendovi pepe, alla meglio gioventù triestina degli anni Venti. Quella che frequentav­a il salotto di Svevo, la libreria di Saba, che affittava gli appartamen­ti per discutere le ultime novità letterarie, teatrali e artistiche scovate a Vienna, che sedeva nei caffé a parlare di psicoanali­si, materia allora di nuova importazio­ne. A restituirc­i la figura di questa ragazza, che indossava i pantaloni in un tempo in cui lo facevano solo gli uomini, diplomata in pianoforte, pioniera della danza avvenirist­ica di Mary Wigman, fotografa, giornalist­a di nera, critica letteraria e musicale, è Waltraud Fischer in Gerti, Bobi, Montale & C.. Bobi era Bazlen, il futuro fondatore dell’Adelphi assieme a Luciano Foà, Montale , che a Gerti dedicò nel 1928 i versi del Carnevale, era ancora lontano dal Nobel.

G erti esercitava su maschie femmine un fascino anomalo attraverso una forte personalit­à, non sempre bonaria, e una bellezza assai irregolare, addolcita da occhi malinconic­i, azzurrissi­mi, all’ingiù. Aveva una corporatur­a minuta, asciutta e muscolosa, in linea con il nuovomodel lodi bellezza nordica: Bobine lle sue lettere la soprannomi­nava“donna dai fianchi strettissi­mi ”. Ed è la corrispond­enza, custodita nel Fondo Museale di Ateneo dell’Università di Trieste, la miniera da cui Fischer trae il materiale per dipingere la «Bloomsbory dell’alto Adriatico », co mela definisce nellapref azione E lvi oGuag nini, critico letterario, talent scout, fautore e sobillator­e della vita culturale triestina. Il nucleo più corposo del racconto è composto soprattutt­o dalle lettere di Bazlen,c on cuiGer ti ebbe un rapporto epistolare fittissimo dal 1923 al 1930, dai 21 ai 28 anni. Missive disinibite, scritte in tedesco, pervase da una vena autoironic­a, talvolta piena di fiele nei confronti del malcapitat­o di turno, e da un’inventiva, anche grafica, in stile liberty. Bobi nei primi tempi fungeva da postillon d’amour, fra lei e l’amico Carlo Tolazzi, che presto divenne sposo di Gerti in segreto a Londra, nonostante lo scontento delle famiglie d’origine.

Il libro è suddiviso in capitoli, spesso dedicati agli amici, tra questi Linuccia Saba e la famosa Dora Markus della poesia montali ana,erac conta a spicchi un mondo ancora pieno disperanze,p recedente alla Seconda guerra mondiale. L’ autrice, austriaca ma triestina d’ adozione, laureata in letteratur­a italiana e tedesca, con un dottorato sulla letteratur­a del viaggio femminile, ha gli occhi giusti perleggere­qu est astoria, la cui peculiarit­à è dovuta anche alla posizione geografica di Trieste, allora propaggine“latina” sul mare del mondo austro ung ari co.Fischerhac urato il catalogo della mostra Il viaggi odi G erti, dove è stata rappresent­ata, tra il 2005 eil2006,l’ er ed itàpiùb ella di Margarete Frankl. Sono scatti in bianco e nero, fatti con la Roll eifl ex, in cui spiccano paesaggi e nature morte, capaci di suscitare un moto dell’ anima o unari flessione: la grande catena di una nave sdoppiata nell’acqua del porto, le tazze del caffè lasciate con un vezzo distratto e poetico sul tavoli nodi un bar. Gli scherzi, i vezzi, le cattiverie, i sogni scompaiono nelle ultime missive, quando Gerti è assai provata dalla Storia: la sua famiglia è morta in un campo di concentram­ento, lei è riuscita a sfuggirvi, passando per Milano e la Svizzera. Tornata a Trieste, nel 1952 riassume così a Dora Markus la sua vita: «Il mio temperamen­to è forse cambiato, sono lenta, equilibrat­a e seria, credo di valere più di prima, quando ero ancora viziata dal destino».

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