Quando Dio respira attraverso i classici
Il saggio di Paolo Alliata sul divino nei grandi autori
Nel piacere di leggere si compie l’esperienza di ascoltare se stessi e di comprendersi. Il critico letterario Harold Bloom nel saggio Come si legge un libro suggerisce: «Prima trovate Shakespeare e poi lasciate che sia lui a trovare voi». Se la prima operazione regala informazioni, la seconda apre le strade alla conoscenza e a imprevedibili scoperte che si celano dietro racconti e parole capaci di mostrare il mistero, quello presente nella realtà e quello dentro ciascuna persona. A Paolo Alliata non sfuggono queste dinamiche così come gli è familiare l’animo umano. A lui, sacerdote di Santa Maria Incoronata a Milano, molti si confidano e tantissimi affollano incontri e messe per ascoltarlo. Scrive testi teatrali. Con il saggio Dove Dio respira di nascosto fa scoprire i classici e i grandi dell’800 e del ’900 rivelando una straordinaria sensibilità di lettore.
Nel suo libro, la letteratura diventa un campo senza confini in cui si muove la discrezione di Dio che non parla in forma diretta, non si manifesta esplicitamente ma sceglie di “esserci” nell’ombra, dietro le quinte: Tanto più lo scrittore si manifesta estraneo o indifferente a qualsiasi problema religioso tanto più Dio si serve delle sue pagine per interrogare chi legge. Nelle opere, come nella vita di ogni giorno, il respiro di Dio accompagna le narrazioni e il tempo. Spesso non lo si avverte, ma c’è. Così si serve di Oscar Wilde che dice: «Rinnegare le proprie esperienze significa porre una menzogna sulle labbra della propria vita»; oppure della Szymborska «Solo ciò che è umano può essere davvero straniero», o di Rousseau «Se dimenticate che i frutti sono di tutti e la terra non è di nessuno, siete perduti».
Si avvicendano tanti autori, da Buzzati a Dostoevskij, dalla Blixen alla Hillesum, a Rilke, Primo Levi, Scott Fitzgerald, Flannery O’Connor, Dickens, Darwin e molti altri. Alliata non dimentica neppure i Croods, la famiglia preistorica protagonista di un film di animazione di grande successo. Qui una adolescente irrequieta decide di abbandonare la caverna, di non nascondersi più e di seguire il giovane Guy che afferma: «Io cammino verso il domani... un posto pieno di luce». Eccola uscire dalla propria condizione, dal rinchiudersi in una caverna reale o metaforica. Immagini e parole evocano a Paolo Alliata il dialogo tra Gesù e l’amico Lazzaro morto da tre giorni. «Lazzaro, vieni fuori!» per affermare che «la fede è un modo di celebrare il mistero della vita, che ci chiama ad uscire, a venir fuori, ad affrontare il cammino, a imparare a sbagliare per imparare a camminare». La Risurrezione di Lazzaro di Caravaggio e il Riccardo III di Shakespeare approfondiscono la riflessione sul togliersi i lacci e tutto quanto frena l’uomo incatenandolo al peso del passato, al rancore che poi marcisce in odio, al dolore e al risentimento. Così come non riuscire a perdonarsi impedisce di camminare liberi nella vita.
Alliata mostra una spiccata capacità di ascoltare gli autori scorgendo le trame sottili che si muovono nelle sfumature delle azioni dei personaggi e nei minimi dettagli di circostanze e situazioni. Coglie i segni, anche i più impercettibili, che sempre esprimono l’inquietudine e le domande profonde dell’uomo. Un uomo che, proprio in quanto creatura a immagine di Dio, non può che lasciare - anche nell’abiura più grande - tracce di una presenza «in tutto e in tutti» come scrive san Paolo. Confessa Alliata: «Siccome Dio respira dappertutto, e fiorisce ovunque in modi sorprendenti, passeggio con molta gioia nei boschi della letteratura. Come un cercatore del Respiro, un mendicante di Sussurri. Dove un uomo o una donna mettono mano al mistero di vivere e lo esprimono attraverso parole, immagini e racconti, mi avvicino in punta di piedi e chiedo il permesso di respirare anch’io». Ogni capitolo, dei venti che strutturano il libro, scrive un piccolo percorso di un viaggio interiore che porta a scoprire il dono, lo sguardo, il coraggio di diventare se stessi e la capacità di rispondere alla vita che chiama. Il mistero prende un nome, Cristo, e la fede abbraccia il grido, la ricerca, il dramma, il dolore, l’attesa. Dove Dio respira di nascosto è un susseguirsi inaspettato di imprevedibilità.