Il Sole 24 Ore

MA DOVE VAI SE IL FORMAT NON CE L’HAI

- Davide Paolini

Format qui format là, attualment­e è il ristorante più famoso, altro che tristellat­i o chef televisivi. Tutti lo vogliono: avvocati e pubblicita­ri in crisi di lavoro, cuochi e chef, da affiancare alla prima attivi

tà in cui il numero dei com

mensali è in discesa rapida,

maître e sommelier per assur

gere finalmente a patron, venture capital, fondi di investi

mento e finanzieri per investire nel cibo, il Santo Graal del momento. Tutti insomma lo vogliono, tutti lo cercano il format, il nuovo Figaro.

Ormai le vie delle città me

tropolitan­e hanno sostituito la sequenza di negozi di abbigliame­nto con pizza, piadina,

panini, cannoli, pasta fresca,

pasta al momento, panetterie con breakfast incorporat­o, macellerie con battuta al coltello, pescherie con carpacci, gelaterie e via andare.

Questa fotografia delle nuove città Bengodi che vede Milano al primo posto, con l’arrivo di decine (anzi più) di pizzaioli da tutta Italia, nonché di format di ristorator­i e osti stellari, ha fatto sì che l’Italia si avvicinass­e alle grandi città europee, dove si mangia a tutte le ore del giorno e della notte.

Anzi è in atto anche la rottura dei canoni fondamenta­li del made in Italy, il così detto stile che vuole il pasto o la cena composta da antipasto, primo e secondo piatto, dessert (lasciamo i formaggi che non fanno parte della tradizione in tutta Italia) perchè nei format si mangia un solo piatto e, in breve tempo (altrimenti il cliente potrebbe riflettere sulla qualità dell’offerta).

La tendenza sul pronto e rapido ha riflessi anche nella realtà casalinga, dove ormai il motto di casa è preparare, abbattere, rigenerare e, voilà, il pranzo o la cena sono pronti davanti al televisore per seguire le ricette veloci della Parodi e della Prova del cuoco .Il cappuccino e la brioche rimangono, l’unico must vinta

ge, quello del bar, dove, al mattino si può leggere “a gratis”, la “Gazzetta dello Sport”.

È davvero bizzarro che questa evoluzione del pasto fuori casa (ovverosia il format e le sveltine dei pasti casalinghi) contrasti con i consumi alimentari che in realtà mostrano un trend salutistic­o e una ricerca della qualità.

I dati che continuame­nte inondano le pagine dei giornali, le notizie in tv e le inchieste infatti mostrano sempre in salita i prodotti bio.

Altre parole magiche quali «lievitazio­ne naturale o lievito madre», grani antichi sono diventate le più utilizzate dai consumator­i nelle panetterie, così come la pasta dovrà essere di cereali o con legumi, le salse anche di pomodoro giallo, le acciughe devono essere del mar Cantabrico, la colatura di Cetara, la carne di vecchia vacca spagnola, il prosciutto spagnolo…..

Troppi, tanti contrasti ma siamo sicuri che i dati sui consumi siano davvero uno specchio di questa Italia?

Sine qua non!

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