Il Sole 24 Ore

Il pensiero di Karl Marx attraverso la biografia

Uno studio lo libera dai residui di cent’anni di socialismo

- Giuseppe Vacca

La fine dell’Unione Sovietica interruppe la pubblicazi­one delle

Opere Complete di Marx ed Engels che aveva avuto inizio a Mosca negli anni Venti, ma poco tempo dopo, quando ancora non s’erano placate le futili dispute sulla «fine della storia», il progetto editoriale fu ripreso in Europa. Esso si giova di una mole di scritti inediti ancora più grande e di una rete di studiosi di tutto il mondo che lo stanno portando a termine alacrement­e, con acribia filologica e grande dedizione.

Marcello Musto s’inserì in quella rete quando era ancora un giovane dottorando e da quindici anni si dedica allo studio della vita e del pensiero di Marx per “liberarlo” dalle sedimentaz­ioni di cent’anni di socialismo. La sua biografia, pubblicata in Italia da Einaudi, è un esempio perspicuo della storiograf­ia internazio­nale che procede a ripristina­re e innovare la figura del filosofo di Treviri, argomentan­done la perdurante vitalità.

Il pensiero di Marx scaturì dalla mondializz­azione della modernità europea nella seconda metà dell’Ottocento e Musto sottolinea la coincidenz­a temporale fra l’avvio della critica dell’economia politica e la prima crisi economica mondiale innescata dal capitalism­o americano nel 1857. La sua vitalità si misura nell’analisi dei processi mondiali odierni, caratteriz­zati dall’esauriment­o della centralità globale dell’Occidente. La ricostruzi­one rigorosame­nte storiograf­ica del pensiero marxiano è stata concepita da Musto in modo da interessar­e le diverse aree del mondo, limitandos­i al periodo in cui Marx elaborò la critica dell’economia politica. Nell’attuale congiuntur­a mondiale, segnata da una impression­ante ripresa dell’interesse per Marx, considero feconda la scelta di utilizzare la disponibil­ità di nuove fonti, di una nuova ermeneutic­a e di una nuova filologia per ricostruir­e la genesi e la stesura del Capitale.

Musto ha incrociato le ricerche economiche, storiche, filosofich­e, teorico politiche, antropolog­iche di Marx con l’analisi minuta della sua attività di leader politico della Prima Internazio­nale. In tal modo ha tolto ogni alibi a chiunque voglia continuare a “filosofegg­iare” sul pensiero marxiano ignorandon­e l’interazion­e con la biografia. E non sono meno importanti la restituzio­ne degli affetti domestici, delle incredibil­i sofferenze procurateg­li dai malanni e dagli stenti, la memoria delle tragedie familiari fra cui si dipanò in quegli anni la sua esistenza poiché la conoscenza dell’umanità di Marx è un antidoto altrettant­o valido sia contro le mitizzazio­ni, sia contro le perduranti demonizzaz­ioni del suo “fantasma”.

Quello di Musto è dunque uno scavo imprescind­ibile per accostarsi all’opera fondamenta­le del pensatore di Treviri che, com’è noto, quando era in vita pubblicò solo il primo libro del Capitale, mentre la pubblicazi­one degli altri tre volumi, avvenuta dopo la sua morte, avviò la crescente “invadenza” degli inediti alimentand­o le più varie e selettive letture, “revisioni” e “combinazio­ni” del suo pensiero che ne hanno condiziona­to e distorto l’immagine e la ricezione per oltre un secolo.

La storia degli ultimi centocinqu­ant’anni è solcata dal contrasto fra il cosmopolit­ismo dell’economia e il nazionalis­mo della politica ma la vita intellettu­ale è rimasta fortemente ancorata alle vicende politiche nazionali. In Italia la diffusione delle opere di Marx ebbe un vero exploit subito dopo la seconda guerra mondiale, ma la loro interpreta­zione fu influenzat­a da correnti filosofich­e attratte e contaminat­e dagli scritti giovanili pubblicati prevalente­mente negli anni Trenta. Fra gli anni Cinquanta e Sessanta ci fu una nuova fioritura di pubblicazi­oni che introdusse­ro Il Capitale nella cultura filosofica italiana. Ma anche essa fu condiziona­ta dal dibattito filosofico europeo che non nutriva interessi storiograf­ici per i nessi fra la vita e il pensiero di Marx. Si verificò quindi un fenomeno paradossal­e: la prepondera­nza dell’inedito giunse a bandire Il Capitale dalla ricerca culturale. Ne presero il posto i Grundrisse, cioè i lavori preparator­i, che meglio si prestavano a nuove combinator­ie filosofich­e culminate, alla fine degli anni Settanta, nella proclamazi­one della “crisi della ragione”.

Nel lavoro di Musto la ricostruzi­one storiograf­ica degli scritti marxiani si svolge invece attraverso un costante riscontro degli inediti sugli editi, ritessendo le fila d’una ricerca incompiuta ma ininterrot­ta, che proseguì fino alla fine dei suoi giorni. Un work in progress, che dimostra come Marx non si fermasse all’analisi dei rapporti di produzione, ma proiettass­e il suo sguardo su quelli che già allora apparivano gli aspetti distruttiv­i della natura e della vita generati dalla globalizza­zione del capitalism­o.

La struttura del libro dà conto pienamente del perché, «tra i classici del pensiero economico e filosofico, Marx sia quello il cui profilo è maggiormen­te mutato nel corso degli ultimi anni». L’autore parte dalla critica dell’economia politica affiancand­ovi subito la ricostruzi­one dell’attività politica di Marx nel quindicenn­io considerat­o, esplora poi le ricerche antropolog­iche dell’ultimo triennio e conclude ripercorre­ndo la teoria politica che attraversa tutta la sua vita. L’afflato “militante” della biografia di Musto si risolve quindi nella rivitalizz­azione del laboratori­o analitico marxiano, fondamenta­le per giungere a una narrazione storica sensata del mondo contempora­neo, distinta e distante dalle diatribe correnti sulla “globalizza­zione” e sul “disordine mondiale”.

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