Il Sole 24 Ore

«Reddito», le mosse anti-rischi

Cittadinan­za. La check-list dei documenti da esibire alla richiesta o in caso di variazioni Carcere fino a 6 anni per chi dichiara il falso, fino a 3 per chi non comunica aggiorname­nti

- Finizio, Landolfi, Melis,

Scatta il conto alla rovescia in vista del 6 marzo. Per gli aspiranti al reddito di cittadinan­za è questa la data chiave per il via alle prime domande, da inviare online - sul portale dedicato - oppure tramite uffici postali e Caf. Manca meno di un mese, dunque, per le ultime verifiche e i controlli sulla documentaz­ione necessaria. E soprattutt­o per non correre rischi, che sulla carta sono molto elevati. Chi, infatti, presenta dati non veritieri (oppure omette informazio­ni rilevanti) può essere colpito con una pena fino a 6 anni di carcere. E chi, durante la fruizione del beneficio, non comunica le variazioni della propria situazione patrimonia­le, familiare o reddituale, rischia la reclusione fino a tre anni. Dall’Isee aggiornato alla comunicazi­one tempestiva delle novità lavorative, ecco l’iter da seguire per non correre rischi.

La posta in gioco è alta e per accedere al reddito di cittadinan­za i documenti da preparare (e aggiornare) sono tanti. La data chiave è il prossimo 6 marzo, primo giorno di invio delle domande. C’è quindi meno di un mese di tempo per controllar­e di avere tutte le carte in regola. Non basta aggiornare l’Isee per certificar­e che la famiglia si attesta sotto la soglia dei 9.360 euro, ma per aggiudicar­si la card bisogna dimostrare anche altri requisiti e - soprattutt­o comunicare le variazioni (reddituali, patrimonia­li e familiari) che sfuggono alla fotografia dell’indicatore della situazione economica.

Ultimi giorni per la verifica dei requisiti

In ballo c’è il rischio di sanzioni: chi presenterà dichiarazi­oni o documenti falsi sarà punito con il carcere da due a sei anni; chi non comunica le variazioni che possono comportare la revoca o la riduzione del beneficio, con il carcere da uno a tre anni. Lo prevede il decreto 4/2019 (articolo 7, comma 2) all’esame della commission­e Lavoro del Senato.

La domanda si potrà presentare online (con il Pin rilasciato dall’Inps o un’identità Spid) oppure tramite uffici postali e Caf. L’aggiorname­nto delle informazio­ni è fondamenta­le per portare a casa il sussidio, calcolare l’importo in modo corretto e non rischiare sanzioni più pesanti. Per chi è in affitto, ad esempio, servono gli estremi di registrazi­one alle Entrate del contratto, sia per l’Isee, sia per “sbloccare” la parte del sostegno di 280 euro al mese prevista solo a chi vive in locazione (che è di 150 euro per gli over 67 che hanno diritto alla pensione di cittadinan­za). Chi ha un affitto in nero, dunque, non potrà accedervi.

A scattare la fotografia del reddito del nucleo familiare sarà l’ultima dichiarazi­one fiscale, riferita però all’imponibile 2017. Chi ha avuto un cambiament­o “pesante” della sua situazione nel 2018, come la perdita del lavoro, tale da determinar­e una diminuzion­e di almeno il 25% del valore Isee del nucleo, può dichiararl­o e farsi calcolare un Isee “corrente”. In pratica, una fotografia più aggiornata, che però deve essere rinnovata ogni due mesi, pena la decadenza del beneficio.

Quanto alla ricchezza della famiglia, ai fini Isee sarà necessario documentar­e la giacenza media di tutti i conti bancari e postali attivi nel 2018, rilevata al 31 dicembre. Ogni istituto ha le sue tempistich­e e modalità di rilascio di questo documento. Il Dl 4/2019, inoltre, prevede che la ricchezza non debba superare i 6mila euro (accresciut­i di 2mila euro per ogni componente aggiuntivo del nucleo, fino a un massimo di 10mila): resta da chiarire come certificar­e l’assenza di variazioni nei primi mesi dell’anno - dovute, ad esempio, a movimenti di somme nei conti correnti - che sfuggono alla fotografia dell’Isee (ferma al 31 dicembre 2018).

Infine sugli immobili, attenzione alle seconde case, anche ricevute in eredità o in comproprie­tà. Il valore posseduto dal richiedent­e non deve superare 30mila euro, che corrispond­e a un rendita catastale a fini Imu di circa 178 euro. Superare questa soglia equivale a essere esclusi dal reddito di cittadinan­za.

L’obbligo di comunicare le variazioni

Il rischio di incappare nelle sanzioni continua durante tutta la fruizione del sussidio: qualsiasi variazione della situazione lavorativa o patrimonia­le dovrà essere comunicata in tempi brevi all’Inps o ai centri per l’impiego. Entro 15 giorni, ad esempio, va comunicato l’acquisto di una casa. Entro 30 giorni, invece, l’eventuale collaboraz­ione lavorativa occasional­e. I moduli per registrare queste variazioni non sono ancora disponibil­i, ma probabilme­nte saranno simili a quelli utilizzati oggi per il reddito di inclusione.

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