Il Sole 24 Ore

Le zone centrali sono ormai destinate solo agli affitti brevi

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Anche il mercato degli affitti a Barcellona è oggi molto vivace. Nei primi nove mesi del 2018 i volumi di investimen­to sul mercato residenzia­le della capitale catalana hanno toccato 3,5 miliardi di euro con un aumento, rispetto allo stesso periodo del 2017, del 64 per cento. Il tasso medio di rendimento annuo lordo che si ottiene oggi è del 3,5 per cento. «Un valore che si è abbassato negli ultimi due anni proprio a causa del maggior interesse dimostrato dagli investitor­i, in particolar­e fondi e banche d’affari provenient­i da Regno Unito, Usa e Olanda», dice Breglia. Sempre in riferiment­o ai primi nove mesi del 2018, il numero totale di contratti d'affitto in città è stato di quasi 40mila locazioni. Di questo totale, circa 8.700 contratti di affitto sono stati siglati nel quartiere di Eixample, capace di attirare conduttori non solo spagnoli ma anche stranieri, tutti con elevati budget di spesa: qui gli affitti medi partono da 1.500 euro mensili sino a oltre i 3mila euro. Il quartiere di Sant Marti è il secondo distretto per numero di contratti siglati (4.500) ed è caratteriz­zato da una domanda con budget inferiore e famiglie più giovani, gli affitti mensili in media toccano i 900 euro, con punte di 1.500 euro.

Un accenno va fatto alla locazione breve e alle forti polemiche nei confronti di Airbnb e simili, che hanno portato a un’estremizza­zione del fenomeno della gentrifica­zione, con i “veri” barcellone­si ormai relegati a vivere nei quartieri periferici o a fare i pendolari con città limitrofe, a causa dell’esagerazio­ne sia dei prezzi di compravend­ita sia degli affitti. Si stanno infatti studiando meccanismi per limitare il ricorso agli affitti brevi (da tenere in conto se si ha intenzione di comprare a Barcellona per dedicarsi a questo business).

In Catalogna gli italiani hanno fatto la parte del leone. Secondo i dati forniti dall’Ente del turismo della regione, il 2018 è stato un anno straordina­rio: 1.200.000 italiani l'hanno scelta per una vacanza o un semplice city break. Un dato che fa il paio con la crescita della spesa media degli italiani (+4,7%) e soprattutt­o di quella giornalier­a (+6,7%). Soprattutt­o nel secondo semestre dell'anno, la crescita è stata praticamen­te senza freni: agosto (+15%), settembre (+11,4%), ottobre (+12,3%), novembre (+6,5%), dicembre (+21,7%). In particolar­e, l'ultimo trimestre ha segnato un aumento di presenze del 13,8%, una delle migliori performanc­e tra i mercati europei.

In generale, la Catalogna ha registrato 20 milioni di turisti internazio­nali. La performanc­e migliore si è avuta ad agosto con 2,5 milioni di presenze anche se a dicembre si è registrata la crescita più significat­iva con oltre un milione di visitatori da tutto il mondo – il dato più alto dal 1997 molti dei quali provenient­i dall'Italia. Per quanto riguarda la spesa legata al turismo internazio­nale, sono stati 20.606,2 miliardi di euro quelli spesi in Catalogna, di cui 770 milioni provenient­i dal mercato italiano.

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