Il Sole 24 Ore

Conciliazi­oni in salita anche per i nuovi importi

- — Aldo Bottini Il testo integrale dell’articolo su: quotidiano­lavoro.ilsole24or­e.com

La sentenza 194/2018 della Corte Costituzio­nale, al di là dei giudizi e dei dibattiti dottrinali suscitati, ha avuto una rilevante e immediata conseguenz­a pratica: la maggiore difficoltà di trovare accordi conciliati­vi sulle controvers­ie per licenziame­nto. I lavoratori assunti dopo il 7 marzo 2015 avevano diritto, in caso di licenziame­nto illegittim­o (a parte le ipotesi residue di reintegraz­ione), a un risarcimen­to automatica­mente (pre)determinat­o in relazione alla sola anzianità di servizio. Una soluzione normativa ritenuta dalla Corte in contrasto con i principi costituzio­nali, ma che aveva senza dubbio l’effetto di spingere fortemente la conciliazi­one. Viceversa oggi il lavoratore, soprattutt­o in una situazione ancora incerta per quanto concerne i criteri da utilizzare nella quantifica­zione del risarcimen­to, può legittimam­ente aspirare ad un’indennità che può arrivare, grazie all’interazion­e tra la sentenza e il decreto 87/2018, fino a 36 mensilità di retribuzio­ne. Addirittur­a più di quanto possano ottenere, in termini di risarcimen­to, i lavoratori che, assunti prima del 7 marzo 2015, hanno mantenuto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (nella versione modificata dalla legge Fornero).

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