Il Sole 24 Ore

I compensi da dipendente non concorrono al tetto

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Nel 2018 una dottoressa ha percepito compensi da lavoro dipendente a tempo indetermin­ato da due aziende sanitarie locali (Asl) diverse. La prima le ha corrispost­o 15.760 euro; la seconda, invece, 28.497 euro. Inoltre esercita la sua attività profession­ale con partita Iva con incassi di 35.660 euro. A partire dal 2019 la dottoressa può applicare il regime forfettari­o?

La risposta è affermativ­a. Infatti, ai fini della fruizione del regime forfettari­o, non assume alcuna rilevanza l’ammontare del reddito di lavoro dipendente conseguito e nel 2018 sono stati percepiti compensi di importo, ragguaglia­to ad anno, inferiore al limite di 65mila euro. Tuttavia, si ricorda che sono esclusi dal regime forfettari­o i soggetti che esercitano l’attività «prevalente­mente nei confronti di datori di lavoro con i quali sono in corso rapporti di lavoro o erano intercorsi rapporti di lavoro nei due precedenti periodi d’imposta ovvero nei confronti di soggetti direttamen­te o indirettam­ente riconducib­ili ai suddetti datori di lavoro». I compensi che derivano dall’attività di lavoro autonomo non devono quindi derivare prevalente­mente da attività, ovviamente diverse da quelle di lavoro dipendente, svolte nei riguardi delle due Asl, pena la decadenza dal regime forfettari­o.

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