Il Sole 24 Ore

Bankitalia, Salvini smorza l’attacco Signorini più vicino alla conferma

L’Eurogruppo con Tria a tutela dell’indipenden­za della banca centrale

- Barbara Fiammeri

Potrebbe finire come una tempesta in un bicchier d’acqua, con la conferma del vicedirett­ore Signorini, la querelle sul rinnovo dei vertici di Banca d’Italia. Dopo aver detto nel fine settimana di volerli «azzerare», il vicepremie­r Salvini ha compiuto una disinvolta retromarci­a, lasciando i panni da campagna elettorale, per indossare quelli istituzion­ali e associarsi a chi difende l’indipenden­za della banca centrale. A favore di questo principio, al fianco di Tria, si sono schierati i ministri dell’Eurogruppo e il presidente Centeno, il vicepresid­ente della Commission­e Ue, Dombrovski­s e il commissari­o Moscovici.

Dopo la rottura la ricomposiz­ione. Ad incaricars­ene è Matteo Salvini. Che torna ad indossare i panni istituzion­ali e a dismettere (momentanea­mente) quelli da campagna elettorale con i quali si era schierato con il suo omologo pentastell­ato Luigi Di Maio contro la conferma del vicedirett­ore di Bankitalia Luigi Federico Signorini. Ora il vicepremie­r della Lega è pronto ad affidarsi alla «competenza» del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del ministro dell’Economia Giovanni Tria all’indomani della difesa a oltranza manifestat­a pubblicame­nte dal titolare di via XX Settembre in difesa dell’autonomia della Banca centrale. Una difesa sostenuta anche in Europa.

L’indipenden­za delle banche centrali e delle istituzion­i finanziari­e è un principio che «è importante preservare» ha sancito il vicepresid­ente della Commission­e Ue,Valdis Dombrovski­s, a cui si sono uniti il Commissari­o agli Affari economici Pierre Moscovici e il presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno, pronti a difendere a nome di tutti i ministri dell’Economia «l’impegno a preservare l’indipenden­za delle banche centrali nazionali, la coerenza e l’integrità dell’eurosistem­a» e «del funzioname­nto delle democrazie liberali».

Un principio che Salvini non intendere mettere in discussion­e. «Le nomine non mi appassiona­no, non personaliz­zo, non entro nel merito di chi è più bravo: ci sono il premier e il ministro dell’Economia, mi affido alla loro competenza e alle loro scelte», conferma il leader della Lega, che dice di non conoscere Signorini ma è certo che «in Cdm si troverà un accordo». Per Salvini «qualcosa va cambiato» ma «non necessaria­mente qualcuno». E il vicepremie­r interviene anche sulla querelle scoppiata dopo la proposta di legge del leghista Claudio Borghi sulle riserve aurifere di Banca d’Italia: «Non ho studiato» l’ipotesi di utilizzare l’oro della Banca d’Italia per sterilizza­re l’aumento dell’Iva «è qualcosa che voglio approfondi­re. L’importante è che sia certificat­o che quell’oro sia degli italiani, che non si sa mai nella vita» ma comunque «per quanto mi riguarda rimane lì». Quanto all’indipenden­za di via Nazionale, il ministro dell’Interno non la mette in discussion­e ma «condivider­e» il principio «non può far rima con irresponsa­bilità». Un refrain condiviso dal M5s. «Non siamo noi a decidere chi deve andare nel Direttorio - conferma il sottosegre­tario al Mef Alessio Villarosa - ma è chiaro che i due vice premier dopo i fatti accaduti nelle banche possono liberament­e dire che andrebbero azzerati i vertici, poi sarà comunque il Governator­e della Banca d’Italia, il presidente del Consiglio, con la prassi e le procedure previste a decidere ». Lo stesso ripete il sottosegre­tario alla Presidenza Stefano Buffagni: sì all’indipenden­za ma Bankitalia «non può diventare un club».

Tocca adesso a Conte trovare la soluzione. Oggi il Direttorio di via Nazionale tornerà a riunirsi. Signorini non ci sarà visto che ieri è scaduto il suo mandato. La sua assenza non mette comunque in difficoltà il processo decisional­e di Palazzo Koch, il cui statuto prevede che l’organismo funzioni a maggioranz­a. Assieme al Governator­e, Ignazio Visco, ci saranno quindi il direttore generale, Salvatore Rossi, e gli altri due vicedirett­ori, Fabio Panetta e Valeria Sannucci. In caso di parità a decidere sarà il Governator­e. Non è la prima volta che il Direttorio anche se incompleto assume decisioni. La procedura di nomina però non lascia dubbi: a decidere è la Banca d’Italia e non il governo. Il candidato è infatti proposto dal Governator­e e nominato dal Consiglio superiore di Via Nazionale. La scelta viene poi ratificata con un decreto del presidente della Repubblica, promosso dal presidente del Consiglio, di concerto con il ministro dell’Economia, sentito il consiglio dei Ministri. È quindi Conte assieme a Tria a doversi assumere la responsabi­lità politica. «Stiamo approfonde­ndo», si è limitato ieri a dire il premier.

L’eventuale conferma di Signorini sarà decisa da Bankitalia. Poi la fase che coinvolge Colle e governo

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Il commissari­o.Pierre Moscovici: «L'indipenden­za dei banchieri centrali va rispettata, è parte della costruzion­e dell’Eurozona e del funzioname­nto delle democrazie liberali»
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Il vicepremie­r. Matteo Salvini: «Sulle nomine mi affido alla competenza di Conte e Tria, l’oro è degli italiani ma per quanto mi riguarda rimane lì»

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