Bankitalia, Salvini smorza l’attacco Signorini più vicino alla conferma
L’Eurogruppo con Tria a tutela dell’indipendenza della banca centrale
Potrebbe finire come una tempesta in un bicchier d’acqua, con la conferma del vicedirettore Signorini, la querelle sul rinnovo dei vertici di Banca d’Italia. Dopo aver detto nel fine settimana di volerli «azzerare», il vicepremier Salvini ha compiuto una disinvolta retromarcia, lasciando i panni da campagna elettorale, per indossare quelli istituzionali e associarsi a chi difende l’indipendenza della banca centrale. A favore di questo principio, al fianco di Tria, si sono schierati i ministri dell’Eurogruppo e il presidente Centeno, il vicepresidente della Commissione Ue, Dombrovskis e il commissario Moscovici.
Dopo la rottura la ricomposizione. Ad incaricarsene è Matteo Salvini. Che torna ad indossare i panni istituzionali e a dismettere (momentaneamente) quelli da campagna elettorale con i quali si era schierato con il suo omologo pentastellato Luigi Di Maio contro la conferma del vicedirettore di Bankitalia Luigi Federico Signorini. Ora il vicepremier della Lega è pronto ad affidarsi alla «competenza» del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del ministro dell’Economia Giovanni Tria all’indomani della difesa a oltranza manifestata pubblicamente dal titolare di via XX Settembre in difesa dell’autonomia della Banca centrale. Una difesa sostenuta anche in Europa.
L’indipendenza delle banche centrali e delle istituzioni finanziarie è un principio che «è importante preservare» ha sancito il vicepresidente della Commissione Ue,Valdis Dombrovskis, a cui si sono uniti il Commissario agli Affari economici Pierre Moscovici e il presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno, pronti a difendere a nome di tutti i ministri dell’Economia «l’impegno a preservare l’indipendenza delle banche centrali nazionali, la coerenza e l’integrità dell’eurosistema» e «del funzionamento delle democrazie liberali».
Un principio che Salvini non intendere mettere in discussione. «Le nomine non mi appassionano, non personalizzo, non entro nel merito di chi è più bravo: ci sono il premier e il ministro dell’Economia, mi affido alla loro competenza e alle loro scelte», conferma il leader della Lega, che dice di non conoscere Signorini ma è certo che «in Cdm si troverà un accordo». Per Salvini «qualcosa va cambiato» ma «non necessariamente qualcuno». E il vicepremier interviene anche sulla querelle scoppiata dopo la proposta di legge del leghista Claudio Borghi sulle riserve aurifere di Banca d’Italia: «Non ho studiato» l’ipotesi di utilizzare l’oro della Banca d’Italia per sterilizzare l’aumento dell’Iva «è qualcosa che voglio approfondire. L’importante è che sia certificato che quell’oro sia degli italiani, che non si sa mai nella vita» ma comunque «per quanto mi riguarda rimane lì». Quanto all’indipendenza di via Nazionale, il ministro dell’Interno non la mette in discussione ma «condividere» il principio «non può far rima con irresponsabilità». Un refrain condiviso dal M5s. «Non siamo noi a decidere chi deve andare nel Direttorio - conferma il sottosegretario al Mef Alessio Villarosa - ma è chiaro che i due vice premier dopo i fatti accaduti nelle banche possono liberamente dire che andrebbero azzerati i vertici, poi sarà comunque il Governatore della Banca d’Italia, il presidente del Consiglio, con la prassi e le procedure previste a decidere ». Lo stesso ripete il sottosegretario alla Presidenza Stefano Buffagni: sì all’indipendenza ma Bankitalia «non può diventare un club».
Tocca adesso a Conte trovare la soluzione. Oggi il Direttorio di via Nazionale tornerà a riunirsi. Signorini non ci sarà visto che ieri è scaduto il suo mandato. La sua assenza non mette comunque in difficoltà il processo decisionale di Palazzo Koch, il cui statuto prevede che l’organismo funzioni a maggioranza. Assieme al Governatore, Ignazio Visco, ci saranno quindi il direttore generale, Salvatore Rossi, e gli altri due vicedirettori, Fabio Panetta e Valeria Sannucci. In caso di parità a decidere sarà il Governatore. Non è la prima volta che il Direttorio anche se incompleto assume decisioni. La procedura di nomina però non lascia dubbi: a decidere è la Banca d’Italia e non il governo. Il candidato è infatti proposto dal Governatore e nominato dal Consiglio superiore di Via Nazionale. La scelta viene poi ratificata con un decreto del presidente della Repubblica, promosso dal presidente del Consiglio, di concerto con il ministro dell’Economia, sentito il consiglio dei Ministri. È quindi Conte assieme a Tria a doversi assumere la responsabilità politica. «Stiamo approfondendo», si è limitato ieri a dire il premier.
L’eventuale conferma di Signorini sarà decisa da Bankitalia. Poi la fase che coinvolge Colle e governo