Il Sole 24 Ore

«Agire subito prima che sia troppo tardi»

«Iniziano a vedersi segnali non rassicuran­ti sul fronte della cassa integrazio­ne»

- — L.Or.

«Un ritorno alla realtà forse sarà obbligato quando la situazione si sarà davvero aggravata. A quel punto, però, per ritrovare la crescita servirà davvero molto tempo e non sarà facile. Ecco perché invito il Governo ad agire subito, prima che sia troppo tardi».

Il presidente di Confindust­ria Lombardia Marco Bonometti non nasconde i propri timori. Consolidat­i attraverso incontri con categorie e associazio­ni territoria­li, che pure da un’area virtuosa e in relativa “salute” vedono già profilarsi i primi effetti concreti del rallentame­nto. «Proprio poco fa ho incontrato gli imprendito­ri delle macchine utensili - spiega - e persino da parte loro, pur in presenza di un piano Industria 4.0 che ancora incentiva gli investimen­ti, ho sentito una forte preoccupaz­ione, con un mercato estero che tiene a fronte di domanda interna che ora è decisament­e debole. Del resto, ciò che si percepisce in generale tra gli imprendito­ri è un calo della fiducia, elemento determinan­te per chi fa impresa, con effetti immediati sull’occupazion­e e, appunto, sugli investimen­ti. Le scelte del Governo non vanno nella giusta direzione ed è per questo che occorre una inversione di rotta. Più tarderà e maggiori saranno gli sforzi per recuperare il terreno perduto». Dati non brillanti iniziano ad arrivare anche dal mercato del lavoro, con un saldo tra assunzioni e cessazioni in costante riduzione ormai da quattro trimestri.«Anche se il tasso di disoccupaz­ione qui viaggia su livelli europei, nell’ordine del 6,5% a fine 2018, iniziano a vedersi segnali per nulla rassicuran­ti sul fronte della Cassa integrazio­ne, che riprende a crescere e che a gennaio ha avuto una forte accelerazi­one». Per Bonometti, che ricorda come di questi tempi un anno fa sembrava che l’Italia in termini di crescita potesse «spaccare il mondo», la coincidenz­a temporale non è casuale. «Se guardiamo con attenzione ai dati, vediamo con chiarezza che l’inversione di tendenza si è verificata sia in Italia che in Lombardia in coincidenz­a del cambio del Governo. Basta guardare agli investimen­ti in Lombardia, dal 13,7% del 2017 al 4,3% dello scorso an- no. Con prospettiv­e, come si è visto, ancora meno rosee per il 2019». Frenata lombarda, inoltre, che rappresent­a un problema non solo per il territorio in senso stretto ma per l’intero Paese, che da questa regione riceve storicamen­te un traino. «Basta guardare i dati dell’indice di produzione industrial­e - spiega - con la Lombardia in grado di giocarsela alla pari con i “motori” d’Europa e ormai quasi a ridosso della media continenta­le. Mentre l’Italia purtroppo viaggia ancora tredici punti al di sotto della media lombarda, oltre 14 se il benchmark è l’Europa».

Cosa fare? Per Bonometti è cruciale ribaltare le priorità, non puntando sugli interventi assistenzi­ali ma su ciò che può agevolare la crescita. Abbattimen­to del cuneo fiscale, rafforzame­nto dell’autonomia regionale in difesa della competitiv­ità dei territori, eliminazio­ne dell’ecotassa sono alcuni dei temi centrali. Ma al primo posto si indica la necessità di rilanciare i cantieri, sbloccando anzitutto le 400 opere pubbliche già finanziate. «La Tav? Mi piacerebbe capire come è stata realizzata questa analisi costi-benefici. Osservo che si tratta di un investimen­to. E con questa logica, se avessimo dovuto valutare il mero impatto economico dell’autostrada del Sole, probabilme­nte non avremmo neppure collegato il nord e il sud del Paese».

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MARCO BONOMETTIP­residente di Con Confindust­ria findustria­Lombardia

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