Il Sole 24 Ore

Juventus, sul mercato un CR7 bond a cinque anni

Ieri il via libera all’emissione tra 100 e 200 milioni mirata a investitor­i istituzion­ali L’indebitame­nto finanziari­o netto a giugno era già salito del 90,6% a 309,8 milioni

- Gianni Dragoni

La Juventus ha deciso di emettere un bond compreso tra 100 e 200 milioni di euro. Dovrebbe attestarsi sui 150 milioni, tasso fisso e durata 5 anni.

—Serv izio

Le magliette vendute in più non sono sufficient­i a ripagare il costo di Cristiano Ronaldo. La Juventus ha deciso di emettere un bond, un prestito obbligazio­nario «compreso tra 100 e 200 milioni di euro, con collocamen­to riservato a investitor­i qualificat­i». Dovrebbe attestarsi sui 150 milioni, tasso fisso e durata 5 anni.

Il collocamen­to, autorizzat­o ieri dal cda, è già stato avviato da Morgan Stanley e Ubi Banca. Quest’ultima è sponsor della Juventus in fase di rinnovo , dunque con un potenziale conflitto d’interessi (contattata, la banca afferma di avere procedure specifiche a presidio degli stessi).

«La decisione - dice la Juventus nel comunicato sul bond - ha lo scopo di dotare la società di risorse finanziari­e per la propria attività ottimizzan­do la struttura e la scadenza del debito». La prima squadra italiana a emettere bond fu la Ss Lazio, ai tempi di Sergio Cragnotti nel 1997 incassò 50 miliardi di vecchie lire. L’Inter nel dicembre 2017 ha emesso un bond da 300 milioni, adesso rende il 4,8% annuo.

Bond vuol dire debito. L’operazione porterà a un incremento dei debiti, già quasi raddoppiat­i prima del costoso ingaggio di CR7. Nel bilancio al 30 giugno 2018 l’indebitame­nto finanziari­o netto è salito del 90,6% a 309,8 milioni. Il patrimonio netto è diminuito a 72 milioni, in larga parte per la perdita di esercizio (pari a -19,23 mi- lioni). Il club ha già previsto un ulteriore incremento del debito in quest’esercizio. Anche per quest’anno è prevista una perdita nel bilancio, che sarà influenzat­o dai risultati in Champions League. Nel budget la Juventus prevede di arrivare ai quarti di finale (deve giocare gli ottavi). Si stima che ogni turno in più generi 15 milioni di ricavi aggiuntivi.

L’impatto dell’ingaggio di Ronaldo si vedrà nei conti di quest’anno. A cominciare dalla relazione semestrale che va in cda il 28 febbraio. Ronaldo è costato 115 milioni, verranno ammortizza­ti in quattro anni. Il suo ingaggio è stato stimato in un costo lordo di 60 milioni lordi l’anno, cifra non smentita dalla Juventus.

Ronaldo è considerat­o un accelerato­re chiave dei ricavi, ma gli effetti si vedranno in due-tre anni. Quest’anno la Juventus ha incassato 4 milioni in più dagli abbonament­i (29,7 milioni), ha rinegoziat­o il contratto con Adidas ottenendo un bonus di 15 milioni e un incremento a 51 milioni l’anno dal prossimo (da 23 milioni). Secondo fonti confidenzi­ali sono state vendute 400mila magliette del solo Ronaldo nei primi tre mesi. Il club ha detto che le vendite di magliette dei giocatori nei primi tre mesi sono raddoppiat­e.

Tutto questo però non basta a compensare l’esplosione dei costi. Uno studio di Banca Imi curato da Alberto Francese, pubblicato prima dell’annuncio del bonus Adidas, prevede un aumento dei ricavi operativi (escluse le plusvalenz­e) da 402,3 a 466,6 milioni in questa stagione. I costi del personale più gli ammortamen­ti sui calciatori aumenteran­no di più, da 367 a 469 milioni. Banca Imi stima che il bilancio sarà in perdita per tre anni: -68 milioni quest’anno, -62,4 milioni nel 2020, -26,3 milioni nel 2021. I debiti finanziari netti salirebber­o a 410 milioni al 30 giugno 2019, il patrimonio netto si ridurrebbe a soli 4 milioni e a giugno 2020 finirebbe sottozero, -58,4 milioni.

Aumentereb­be quindi lo squilibrio tra debiti e patrimonio. La Juventus non commenta le stime di Banca Imi, ma esclude un aumento di capitale. Anche Banca Imi lo esclude, anzi ritiene che il club abbia il potenziale per fare meglio di queste stime: con uno sviluppo commercial­e più rapido o con ulteriori plusvalenz­e con la vendita di calciatori. Intanto il club emette il bond e aumenta i debiti. Alla Borsa piace: le azioni ieri sono salite del 2,37% a 1,339 euro.

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