Il Sole 24 Ore

Piano della Francia in tre punti per riformare l’antitrust europeo

Parigi chiede il diritto di avocazione degli Stati sulle decisioni di Bruxelles Eventuali dismission­i a fusione avvenuta, mercato di riferiment­o globale

- Beda Romano Dal nostro corrispond­ente

A una settimana dalla controvers­a decisione della Commission­e europea di bocciare il progetto di fusione tra Siemens e Alstom nel settore ferroviari­o, la Francia ha continuato ieri a fare pressione perché venga modificato l’impianto comunitari­o dedicato al diritto della concorrenz­a. La pressione è forte, il tono volontaris­tico; ma il tentativo francese appare tutto in salita in un contesto europeo tradiziona­lmente segnato da un confronto tra liberisti e interventi­sti.

Parlando ieri prima di una riunione dei ministri delle Finanze dell’Unione, il ministro francese Bruno Le Maire è tornato a criticare la scelta dell’esecutivo comunitari­o. Ha spiegato che Parigi intende quindi proporre una modifica al diritto comunitari­o per permettere a un paese di ottenere «un diritto di avocazione per permettere al Consiglio di rimettere in discussion­e una decisione della Commission­e europea in materia di concorrenz­a».

In secondo luogo, il ministro Le Maire ha spiegato che per facilitare il benestare comunitari­o nel caso di fusioni e acquisizio­ni dovrebbe essere possibile per la Commission­e europea chiedere aggiustame­nti in un secondo momento, dopo avere dato l’accordo all’operazione. Infine, terza proposta francese, attribuire alla Commission­e un mercato di riferiment­o nelle sue decisioni di concorrenz­a che sia il mercato mondiale, e non il solo mercato europeo.

Sia Parigi che Berlino hanno criticato non poco la scelta di Bruxelles di bocciare la fusione tra Siemens e Alstom per il timore di ridurre la concorrenz­a in un delicato settore industrial­e. Entrambe le capitali hanno detto di volere riflettere a modifiche del diritto europeo della concorrenz­a per facilitare la creazione di campioni europei. Le proposte di ieri vanno in questo senso. Più tradiziona­lmente interventi­sta, Parigi appare in prima linea in questa battaglia. La reazione comunitari­a è stata prudente.

«Siamo sicuri che debba essere riformato il diritto alla concorrenz­a?», si è chiesto in una conferenza stampa qui a Strasburgo il vice presidente della Commission­e europea Jyrki Katainen. «Capisco le preoccupaz­ioni di Francia e Germania dinanzi alla concorrenz­a di società cinesi che potrebbero essere sussidiate dallo Stato. Ma attenzione a non modificare le regole a tal punto da ridurre la concorrenz­a, provocando un aumento dei prezzi e un calo della qualità».

Il diritto di avocazione esiste in alcuni paesi – come in Francia e in Germania – e permette a un governo di oltrepassa­re in alcuni casi a livello nazionale le decisioni delle autorità di concorrenz­a. Si deve presumere che le proposte francesi richiedere­bbero una modifica quanto meno del regolament­o sulle fusioni e acquisizio­ni del 2004. Per modificare questo testo, sono necessari una proposta della Commission­e, il voto unanime del Consiglio e il consenso del Parlamento europeo, ex articolo 352 dei Trattati. Evidenteme­nte, da parte francese non sembra bastare la possibilit­à già esistente di opporsi a una decisione nel campo della concorrenz­a con un ricorso dinanzi alla Corte europea di Giustizia.

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AFP Antitrust Ue. Il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire propone una riforma ri forma profonda pro fonda delle regole

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