Reddito di cittadinanza, la Lega va all’attacco
Raffica di emendamenti Dialogo Di Maio-Regioni sui navigator: intesa difficile
Assalto al Decretone in Parlamento. Lega e M5S firmano meno di un centinaio delle quasi 1.600 proposte di modifica ma attraverso gli emendamenti i due alleati riscrivono capitoli interi del reddito e di Quota 100. È il partito di Matteo Salvini a intestarsi la battaglia per fissare paletti più se- veri contro l’accesso degli stranieri al nuovo beneficio e a chiedere che gli incentivi per le assunzioni non si possano sommare agli sgravi delle imprese del Sud per gli under 35 (scatenando le ire della ministra 5S Barbara Lezzi). Intanto sono giorni decisivi d ecisivi per cercare una ( difficile) difficile ) intesa tra governo e regioni sui navigator, i 6mila “coach” che l’esecutivo è intenzionato ad assumere, attraverso Anpal Servizi, con contratto di collaborazione, per aiutare i percettori di reddito di cittadinanza a reinserirsi nel mercato del lavoro.
Settimana decisiva per cercare una (difficile) intesa tra governo e regioni sui navigator, i 6mila “coach” che l’esecutivo è intenzionato ad assumere, attraverso Anpal Servizi, con contratto di collaborazione (al momento di 24 mesi), per aiutare i percettori di reddito di cittadinanza a reinserirsi nel mercato del lavoro.
Al termine di quattro ore di incontro, ieri a Roma, tra il vice premier, Luigi Di Maio, e gli assessori regionali al lavoro, sono emersi, per la prima volta, segnali di avvicinamento, dopo un muro contro muro durato mesi. I tecnici di governo e regioni cercheranno di raggiungere un accordo da portare in conferenza Stato-Regioni che disciplini, nel dettaglio, e senza invasioni di campo, le modalità di assunzione e le specifiche funzioni dei navigator. L’eventuale intesa sarà poi recepita in un emendamento del governo al decretone che andrà in Aula al Senato la prossima settimana.
Il tema è tuttavia delicato, e a forte rischio contenzioso, anche perché i 6mila navigator, nei fatti, andrebbero ad affiancarsi (e a sovrapporsi) agli operatori dei centri per l’impiego, probabilmente collocandosi anche fisicamente nelle stesse strutture pubbliche, per svolgere funzioni in materia di politica attiva, la cui gestione è regionale. Il timore, insomma, è quello di alimentare un ulteriore contingente di lavoratori precari, peraltro, a oggi, da reclutare senza procedure selettive, che un domani potrebbero chiedere la stabilizzazione, che graverebbe sui bilanci regionali.
Il ministro Luigi Di Maio ha confermato la «necessità» di assumere questi “coach”; nei territori l’Italia appare spaccata in due, con il Nord e Centro più restii a utilizzare i “navigator” del governo (e a rinunciare ai propri modelli di politica attiva); mentre le regioni del Sud, generalmente più in difficoltà, potrebbero avere più bisogno di nuovi ingressi considerando che, da maggio, all’attuale platea di disoccupati che affollano i centri per l’impiego si aggiungeranno i percettori del reddito di cittadinanza.
Certo è che, senza un’intesa con i governatori, da cui dipendono i centri per l’impiego, sarà difficile far decollare la nuova misura di contrasto alla povertà e di politica attiva (e, di conseguenza, il patto per il lavoro propedeutico all’inserimento occupazionale).
«L’incontro con il ministro Di Maio è stato positivo - ha commentato al Sole24Ore la coordinatrice degli assessori regionali al Lavoro, Cristina Grieco (Toscana) -. Mi auguro si possa arrivare a una soluzione condivisa». Un clima meno teso, dunque, rispetto alle dichiarazioni di poche ore prima del confronto quando le regioni minacciavano ricorso alla Consulta.
Nel corso del faccia a faccia di ieri, l’esecutivo ha confermato, inoltre, il piano di stabilizzazione dei 1.600 nuovi operatori dei centri per l’impiego (deliberati dal precedente governo) che si aggiungeranno alle 4mila nuove assunzioni previste in manovra (dovrebbero essere sbloccate anche le procedure amministrative per far partire il reclutamento). Qui il nodo è essenzialmente il fattore tempo, visto che si dovranno bandire concorsi pubblici per le immissioni in ruolo.
Da approfondire anche il tema delle attività di vigilanza e controllo, compiti che oggi esulano da quelli assegnati al personale dei centri per l’impiego.
Prima delle regioni, il ministro Di Maio ha incontrato i comuni (interessati agli adempimenti connessi al patto per l’inclusione), impegnandosi a recepire alcune loro istanze. Ci sarà uno stanziamento ad hoc per supportare i progetti di pubblica utilità: «Sono stati confermati 300 milioni derivanti dall’ex pacchetto Rei (Reddito di inclusione, ndr) - ha sottolineato il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro -. Poi ne arriveranno altri 120-130 milioni l’anno a partire dal 2020».