Il Sole 24 Ore

Tav, scontro sui costi superiori ai benefici Le imprese: così perdiamo 50mila posti

Il M5S: lo stop è l’unica via Toninelli: numeri impietosi Un commissari­o non firma

- Giorgio Santilli

I costi della Tav Torino-Lione superano i benefici. È la conclusion­e della commission­e nominata dal ministero dei Trasporti. Il M5S ribadisce: «Lo stop è l’unica via». Toninelli: «Numeri impietosi, deciderà il governo» ma la Lega auspica una sintesi. Il commissari­o straordina­rio Foietta parla di analisi-truffa. Per le imprese torinesi, i numeri sono il risultato di un lancio di dadi. Non ha firmato uno dei 6 commissari, che si è dimesso per non partecipar­e alla stesura del testo. Il presidente di Confindust­ria Boccia: «La Tav è una grande occasione per dare lavoro a 50mila persone».

Il documento.

L’analisi costi-benefici della Tav Torino-Lione è stata finalmente pubblicata ma questo non ha coinciso con il giorno del giudizio per l’opera. Anzitutto perché il documento messo a punto dalla squadra coordinata da Marco Ponti e pubblicato sul sito del ministero delle Infrastrut­ture non è stato affatto accolto come la Bibbia, come aveva auspicato il ministro Toninelli, ma coperto da una raffica di critiche tecniche e politiche cui comincerà a rispondere già oggi, in audizione alla Camera, lo stesso Ponti. Uno dei membri della commission­e, Pierluigi Coppola, non ha firmato il documento finale e ha presentato a Toninelli una analisi alternativ­a.

In secondo luogo, l’analisi presentata ieri non ha alcun valore operativo e sembrano allungarsi invece i tempi di una pronuncia politica definitiva che decida se l’opera debba andare avanti o fermarsi. «Dati impietosi», ha detto Toninelli, confermand­o la posizione M5s per la sospension­e e immaginand­o che l’analisi costi-benefici davvero contribuis­ca a chiarire il quadro politico.

I numeri, anzitutto. In entrambi gli scenari proposti, quello ottimistic­o basato sui dati di traffico dell’Osservator­io della Torino-Lione e quello realistico basato su stime di traffico più basse elaborate dalla task force, i costi superano largamente i benefici di 7-8 miliardi. Questo risultato porta a dire che l’opera non va assolutame­nte realizzata, anche se le contestazi­oni (e le parole pesanti) sono già partite ieri. Il commissari­o straordina­rio per l’asse Torino-Lio- ne, Paolo Foietta, ha parlato di «analisi truffa con i numeri voluti dal padrone» (e Ponti ha annunciato di volergli far causa). L’analisi comunque dà un risultato netto, senza appello, nonostante molti tecnici concordino che Ponti tenda a sottostima­re i benefici ambientali indotti dalle opere ferroviari­e e a sovrastima­re l’impatto positivo per l’ambiente delle innovazion­i tecnologic­he su auto e Tir.

Ovviamente l’Europa la vede in modo diverso sul fatto che le ferrovie possano modificare il sistema dei trasporti in senso meno inquinante. Tutta la politica Ue è centrata sulla ferrovia. E certamente se il governo dovesse usare l’analisi costi-benefici per tutte le opere ferroviari­e poche si salverebbe­ro, mentre sopravviev­er ebbero forse più strade. Qui c’ è un primo limite dell’analisi costi-benefici come strumento. Si sospendono tutte le opere ferroviari­e al Sud che non avrebbero certo Acb positive? E la Roma-Pescara di cui ha parlato qualche giorno fa il vicepremie­r Di Maio? Se poi a proporla è un governo che dice di voler puntare la politica di crescita sugli investimen­ti pubblici, la contraddiz­ione dell’uso di uno strumento così selettivo sulla ferrovia è ancora più forte.

Ma c’è un’altra obiezione non tanto all’analisi svolta da Ponti, quanto all’utilità dello strumento ai fini della decisione politica. L’opera considera infatti i costi totali, senza valutare la loro ripartizio­ne fra Italia, Francia e Unione europea. È un’analisi, per intenderci sull’utilità o meno dell’opera in sé, come se la svolgesse un soggetto terzo, l’Onu o la Banca mondiale. Ma non è uno strumento sull’utilità effettiva vista dall’Italia, rapportata cioè ai costi sostenuti dallo Stato italiano, previsti in 5,6 miliardi sugli 11,5 totali (tratta nazionale compresa).

Detto in altri termini, se l’Unione europea aumentasse il proprio contributo sulla tratta internazio­nale dal 40 al 50% (come pure è stato ipotizzato fino a un anno fa), l’analisi costi-benefici così impostata non lo registrere­bbe. E neanche se, per paradosso, la Ue decidesse di regalarci l’opera finanziand­ola integralme­nte.

Molto più concreto per il decisore politico è il confronto dei costi fra il «fare» e il «non fare». Il secondo numero importante dell’analisi è infatti quello del costo della mancata realizzazi­one dell’opera. Molto meno strillato dal ministero delle Infrastrut­ture e praticamen­te nascosto nell’analisi, al punto che una somma dei possibili fattori che pesano su questo dato non si trova. L’unico dato che si ricava dall’analisi giuridica è quello derivante dalle penali e dalla restituzio­ne dei fondi: si arriva fino a un totale di 1,7 miliardi.

Comunque non ci sono sommate da nessuna parte due voci molto rilevanti. Una è quella del costo per il ripristino dei luoghi stimati nell’analisi economica (pagina 68) in 347 milioni. L’altra è quella per i lavori di messa in sicurezza della linea storica p per er cui l’analisi l ’ana l isi assume un costo massimo di 1,5 miliardi (ma nel progetto di riferiment­o elaborato da Telt si arrivava a 1,7).

Sommate queste due voci agli 1,7 miliardi per le penali si arriva a un totale dell’ordine di 3,5-3,6 miliardi (come anticipato dal Sole 24 Ore).

 ?? ALESSANDRO DI MARCO/ANSA ?? Il tunnel sotto le Al Alpi. pi. Il cantiere della Tav a Chiomonte: secondo l’analisi tecnica pubblicata ieri dal Mit i costi superano di 7- 8 miliardi i benefici benefi ci
ALESSANDRO DI MARCO/ANSA Il tunnel sotto le Al Alpi. pi. Il cantiere della Tav a Chiomonte: secondo l’analisi tecnica pubblicata ieri dal Mit i costi superano di 7- 8 miliardi i benefici benefi ci

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy