Il Sole 24 Ore

Venezuela, l’Italia chiede nuove elezioni

Accordo Lega -M5S Il governo, unico nella Ue, non riconosce Guaidò

- Gerardo Pelosi

Unico tra i Paesi dell’Unione europea l’Italia si rifiuta di riconosce il presidente autoprocla­mato venezuelan­o Guaidò e sollecita nuove elezioni presidenzi­ali. Questa la linea del governo giallo-verde contestata dalle opposizion­i portata in Parlamento dal ministro degli Esteri, Enzo Moavero che prima alla Camera e poi al Senato ha riferito ieri sulla crisi venezuelan­a e sull’esito degli incontri avuti lunedì con una delegazion­e del Paese. «La situazione è complessa - ha affermato il responsabi­le della Farnesina - bisogna prevenire nuove violenze ed è importante favorire il dialogo, se possibile la riconcilia­zione nazionale». Per il governo italiano le ultime elezioni presidenzi­ali «sono state inficiate nella loro correttezz­a, equità e legalità. Per questo chiediamo nuove elezioni libere, trasparent­i e credibili, in condizioni di piena democrazia e giustizia».

A Strasburgo il capogruppo del Ppe, Manfred Weber ha sollecita il premier, Giuseppe Conte a «riconoscer­e Guaidò» per mostrare la compattezz­a della Ue. Ma «l'Italia non è isolata – replica Conte - ha contributo al comunicato dell’Alto Commissari­o e dell’intera Ue del 26 gennaio ed è stato riconosciu­to che il mio intervento è stato determinan­te». Resta il fatto che M5s e Lega impegnano il Governo «a sostenere gli sforzi diplomatic­i anche attraverso la partecipaz­ione a fori multilater­ali, al fine di procedere, nei tempi più rapidi, alla convocazio­ne di nuove elezioni presidenzi­ali che siano libere, credibili e in conformità con l’ordinament­o costituzio­nale». Così recita infatti la mozione di maggioranz­a sul Venezuela presentata in Parlamento e concordata in un vertice a Palazzo Chigi. Secondo Moavero «il Governo si sta attivando affinché siano tutelate la sicurezza e gli interessi dei nostri connaziona­li residenti in Venezuela e delle aziende italiane» ed è a favore dell’arrivo e delle distribuzi­one di aiuti umanitari indispensa­bili di fronte alla tragedia che sta subendo il popolo del Venezuela». Da Caracas Guaidò annuncia che a partire da sabato prossimo «inizieremo il processo di organizzaz­ione per l'ingresso degli aiuti umanitari». Tutte posizioni contestate dalle opposizion­i. Per Forza Italia Silvio Berlusconi ricorda che «ci siamo isolati in Europa, lì c’é il regime illiberale e pauperista di Maduro, ma anche un legittimo presidente eletto dal Parlamento.

Preghiamo che in Venezuela non inizi un conflitto armato e non entrino forze armate di altri Paesi e che si tengano elezioni democratic­he e vere». Da Più Europa Emma Bonino contesta le posizioni del Governo mentre dal Pd Piero Fassino ricorda che «il presidente Guaidò manifesta sconcerto per l’ambiguità e la timidezza, direi per il cerchiobot­tismo che caratteriz­za la posizione italiana. È una macchia per l’Italia essere stato l’unico Paese ad essere ringraziat­o da Maduro: quel ringraziam­ento suona davvero come la prova dell’ambiguità del governo».

Il governo italiano «è stato molto saggio» ha detto ieri il ministro degli Esteri del Venezuela, Jorge Arreaza, all'Onu dove ha incontrato il segretario generale Antonio Guterres.

Una delegazion­e dell’opposizion­e venezuelan­a che ha incontrato alla Camera una rappresent­anza del Gruppo parlamenta­re Pd ricorda che cinquantan­ove Paesi di tutto il mondo hanno riconosciu­to Guaidò come presidente ad interim. «Non avere il governo italiano al nostro fianco è per noi un colpo al cuore – affermano i portavoce della delegazion­e - perché l’Italia fa parte della nostra anima».

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