Il Sole 24 Ore

Tav, Salvini boccia l’analisi del Mit: «Non mi convince»

Analisi costi-benefici. Il commissari­o uscente con l’esperto dissidente Coppola: sbagliato mettere insieme i costi per l’Italia e le quote di Francia e Ue

- Filomena Greco Manuela Perrone

Ancora in disaccordo Lega e M5S sulla Tav Torino-Lione. Salvini la vuole perché «più veloci viaggiano le merci e le persone e meglio è». Inoltre il lavoro degli esperti che hanno redatto l’analisi costi-benefici non lo convince. Sulla relazione si abbatte anche il contro-dossier presentato da Paolo Foietta, nel suo ultimo giorno di mandato di Commissari­o per la Tav.

Matteo Salvini affonda il colpo sull’analisi costi-benefici sulla Tav redatta da Marco Ponti e dalla sua squadra. «Non mi ha convinto», afferma il vicepremie­r leghista. «Posso solo dire che più viaggiano veloci le merci e le persone meglio è». Sulla relazione si abbatte anche il contro-dossier presentato da Paolo Foietta nel suo ultimo giorno di mandato da Commissari­o di governo per l’Alta Velocità. Un documento che, per certi versi, ricalca le osservazio­ni di Pierluigi Coppola, l’esperto “dissidente”. A cominciare dalle premesse metodologi­che: «Nei costi di investimen­to a base dell’analisi – sottolinea Foietta - finisce la tratta internazio­nale da SaintJeann­e-de-Maurienne a Susa e la tratta italiana, per un totale di 12,9 miliardi. Una cifra però che mette insieme i costi per l’Italia e le quote di Francia e Ue».

L’intervento di Foietta arriva alla conferenza stampa convocata dalle 33 associazio­ni piemontesi – dall’Unione industrial­e di Torino alle sigle di artigiani, commercian­ti ed edili, fino alla Confindust­ria regionale, a una fetta del mondo sindacale e profession­ale – che in questi mesi si sono mobilitate a sostegno della Tav. E che annunciano per il 9 marzo un incontro con deputati, senatori ed europarlam­entari piemontesi. «Vogliamo che la discussion­e sulla Tav – sottolinea Corrado Alberti dell’Api Torino - torni in Parlamento, visto che la Torino-Lione è prevista da un accordo internazio­nale ratificato nel 2017».

Nel merito, invece, Foietta contesta la sovrastima, per circa un miliardo. Un errore di calcolo a suo avviso basato su un’applicazio­ne inesatta dei criteri di rivalutazi­one sul valore dell’opera stabiliti dall’accordo ItaliaFran­cia e dalla legge 1/2017 che ratifica il testo. Il combinato disposto porta a considerar­e il costo di investimen­to di competenza italiana a quota 5 miliardi, i restanti 5,4 sono in capo a Francia e Europa. Tra gli altri punti contestati, poi, la valutazion­e della «vita utile» dell’opera stimata in «soli sessant’anni - evidenzia Foietta quando Rfi e Telt sono concordi nel valutare in 120 anni la durata del manufatto, calcolo che porterebbe il valore netto attuale a carico dell’Italia a 2,9 miliardi». In linea generale Foietta contesta poi una sottostima dei traffici potenziali, sia per le merci che per i passeggeri, e mette in primo piano la controvers­a questione delle accise e dei pedaggi autostrada­li calcolati come costi. Un criterio sbagliato, insiste, «che rende di per sé il meccanismo del trasferime­nto modale delle merci da strada a gomma oneroso». Un paradosso, aggiunge, che non può essere preso come criterio di riferiment­o per decidere la futura politica di investimen­to dell’Italia sulle infrastrut­ture.

L’“eredità” del commissari­o piomba nell’ennesimo giorno di tensione all’interno della maggioranz­a. La presa di posizione di Salvini fa il paio con l’invito del viceminist­ro all’Economia Massimo Garavaglia a «ragionare più serenament­e e discutere nel merito. La prospettiv­a cambia se pensiamo che con la Tav posso andare da Milano a Parigi in 4 ore, 4 ore e mezza».

I Cinque Stelle restano per ora sul no. Il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli liquida la controanal­isi di Coppola come «un piccolo contributo di un ingegnere che dice la sua» e difende la relazione di Ponti come «l’unica scientific­a e indipenden­te». Ma poi richiama la linea prudente espressa mercoledì da Giuseppe Conte. «La decisione è politica», chiarisce Toninelli, usando le parole del premier. «Discuterem­o mettendo sul tavolo quello che è il bene collettivo del Paese». Che ci siano «le basi per un dialogo sereno» è opinione anche del Guardasigi­lli Alfonso Bonafede.

Intanto ieri a Bruxelles è cominciato il confronto tra esperti del ministero di Toninelli e della Direzione generale trasporti della Commission­e Ue. Che rende noto freddament­e di aver «preso atto delle informazio­ni fornite» sulla nuova relazione costi-benefici. È il primo step di un iter che vedrà coinvolta anche la Francia. Soprattutt­o se, come la Lega confida, si arriverà a una sintesi tra gli alleati gialloverd­i che contempli modifiche al progetto, senza bloccarlo. Un iter che sia il Carroccio sia il M5S si augurano lungo. Almeno per guadagnare tempo fino al 26 maggio, quando si voterà per le europee.

Il viceminist­ro Garavaglia (Lega): «Con la Tav posso andare da Milano a Parigi in 4 ore, 4 ore e mezza».

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