Il Sole 24 Ore

Nomine Ivass, confermato un consiglier­e su due

Dal governo sì al rinnovo di Alberto Corinti, no a quello di Riccardo Cesari

- Davide Colombo Manuela Perrone

Sul presidente Inps, ieri nessuna decisione: Tito Boeri scade domani

Sì al rinnovo di Alberto Corinti, no a quello di Riccardo Cesari. È questa la mediazione raggiunta in Consiglio dei ministri per salvare l’operativit­à dell’Ivass, l’Istituto di vigilanza sulle assicurazi­oni presieduto dal direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi.

Era stato il governator­e Ignazio Visco a chiedere la riconferma dei due consiglier­i, scaduti a fine dicembre e in regime di prorogatio fino a oggi. Luigi Di Maio, a cui spettava il via libera sulle nomine in qualità di ministro dello Sviluppo economico, ha scelto di non fornirlo, in nome di quella «discontinu­ità» che ha evocato per il rinnovo di Luigi Federico Signorini come vicedirett­ore generale della Banca d’Italia (ancora “congelato” dai veti di M5S e Lega) e che i Cinque Stelle vorrebbero si materializ­zasse anche a maggio, quando terminerà il mandato dello stesso Rossi. Ma il direttorio dell’Ivass è operativo, e con esso l’Istituto, se sono in carica almeno due componenti su tre. Per questo, in assenza del parere di Di Maio, la partita è passata nelle mani del premier Giuseppe Conte, su cui in caso di stallo sarebbe ricaduta una responsabi­lità patrimonia­le per la decadenza dell’organo collegiale dell’Ivass e una responsabi­lità derivante dall’interruzio­ne di pubblico servizio, come prevede la legge del 1994 sulla proroga degli organi amministra­tivi degli enti pubblici.

La soluzione adottata evita la paralisi dell’Istituto - con il disco verde a un consiglier­e su due può procedere sia l’attività sul fronte della gestione delle risorse interne e dell’amministra­zione sia per le decisioni di vigilanza, da assumere con l’approvazio­ne del direttorio integrato - e al tempo stesso non sconfessa del tutto la posizione di Di Maio. Resta dunque in sella Corinti, ex segretario generale del Ceiops (oggi Eiopa), l’Authority europea delle assicurazi­oni, ed ex Isvap. Esce invece Cesari, ordinario di Metodi matematici per l’economia all’Università di Bologna. A formalizza­re il secondo mandato di sei anni di Corinti sarà ora un decreto del presidente della Repubblica. I problemi di governance dell’Ivass non sono tuttavia superati, visto che ora il governator­e della Banca d’Italia dovrà proporre un altro nome; e vale solo ricordare che nel settore delle assicurazi­oni non si sono verificate crisi come per le banche. Il 9 maggio termina il mandato del presidente, Salvatore Rossi. Entro marzo Ivass dovrà invece approvare il bilancio, un passaggio interessan­te per capire, tra l’altro, a quali risultati è giunta l’azione lanciata due anni fa a tutela dei consumator­i e che ha “risvegliat­o” quasi 190mila polizze dormienti, cioè non riscosse, determinan­do pagamenti già effettuati o in corso per oltre 3,5 miliardi di euro. L’altro cantiere aperto sul fronte dell’applicazio­ne della nuova direttiva Idd prevede poi l’istituzion­e entro il gennaio 2020 dell’Arbitro assicurati­vo, un sistema alternativ­o di soluzione delle controvers­ie più rapido e meno costoso.

Sul fronte Inps, invece, ieri nessuna decisione in Consiglio dei ministri. Il mandato del presidente Tito Boeri termina domani e la norma introdotta nel decretone che ripristina i Consigli di amministra­zione esclude formalment­e una proroga. Dunque la decisione dovrà essere presa tra oggi e domani con un decreto interminis­teriale di Lavoro ed Economia. Le ipotesi che circolavan­o ieri non escludevan­o un ticket con il commissari­o-futuro presidente e un primo consiglier­e di amministra­zione (la composizio­ne finale è di cinque membri, compreso il presidente). La scelta del tandem serve alla “compensazi­one” tra gli alleati di governo, che ancora erano fermi ognuno sul suo candidato: la Lega spinge per Mauro Nori, ex direttore generale dell’Inps e oggi consiglier­e giuridico di Giovanni Tria; il M5S continua a puntare su Pasquale Tridico, super consulente di Di Maio per il reddito di cittadinan­za e docente all’Università di Roma Tre. Sfumata, invece, la candidatur­a di Marina Calderone, presidente dei Consulenti del lavoro. Tra l’altro, sempre per rafforzare gli equilibri tra i gialloverd­i, si è anche valutato di introdurre una correzione al decretone per accostare al presidente un vice nella composizio­ne del Cda che dovrà essere insediato.

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