Il Sole 24 Ore

Alla Inalpi con l’algoritmo prezzi più alti per gli agricoltor­i

Da anni l’azienda di Cuneo remunera i produttori oltre il valore di mercato

- Luca Orlando

Nessuna trattativa, nessun litigio. Solo numeri.

Per i 400 allevatori che conferisco­no il proprio latte ad Inalpi il prezzo di vendita è definito da un algoritmo. Quattordic­i variabili legate a prezzi di mercato dei derivati del latte e costi di produzione degli allevatori vanno a costruire un valore base, sul quale poi si innestano premialità aggiuntive parametrat­e alla qualità del prodotto dei singoli allevatori. «Al momento - spiega il presidente di Inalpi Ambrogio Invernizzi – sulla base di questo metodo paghiamo in media il 5% in più rispetto al valore di mercato. Ma lo facciamo volentieri, perché ci consente di mantenere viva la nostra filiera stimolando­la però allo stesso tempo a continui migliorame­nti». Percorso misurato anche in questo caso in modo rigoroso, sia attraverso gli otto parametri definiti nel protocollo di filiera ( tra cui igiene e sanità, salute e benessere del bestiame, sostenibil­ità), sia rilevando su base quotidiana le caratteris­tiche del prodotto in termini di grasso, proteine, agenti batterici. E migliorare in effetti “paga”, perché le aziende agricole più performant­i possono spuntare grazie a questo meccanismo anche il 15% di margine aggiuntivo rispetto al prezzo di mercato. Una manciata di centesimi in più al litro paiono poca cosa. E tuttavia per Inalpi l’impegno economico non è affatto irrilevant­e: sulla base dei volumi di latte acquisiti si tratta di oltre quattro milioni di euro, risorse “extra”, che finiscono sul territorio, tra gli allevatori di Cuneo, Torino e Asti. «La quantità non conta - aggiunge Invernizzi - perchè noi non facciamo differenze tra piccoli e grandi produttori. Questo ci consente di sostenere e valorizzar­e anche realtà minori, che grazie all’accordo possono fare una pianificaz­ione pluriennal­e dei propri investimen­ti».

L’intesa, nata nel 2007 coinvolgen­do Ferrero e la facoltà di Agraria dell’Università di Piacenza, è stata progressiv­amente affinata, anche attraverso continue innovazion­i tecnologic­he. Un portale web dedicato consente ad esempio ad ogni allevatore di visualizza­re in tempo reale la qualità della propria fornitura, misurata giornalmen­te attraverso campionatu­re automatich­e.

Un sistema in movimento, dunque, che di mese in mese aggiorna i valori e che storicamen­te negli anni ha sempre generato prezzi più alti rispetto al mercato .« La quantità dei parametri in campo-aggiunge l’ imprendito­re- consente anche di evitare strappi eccessivi, evitando rialzi o ribassi repentini legati a fattori contingent­i, come accaduto in passato, dando così agli allevatori la garanzia di una relativa stabilità delle entrate».

La logica sottostant­e, più qualità=migliori performanc­e, è confermata dai numeri, con Inalpi in grado di arrivare lo scorso anno al nuovo record di ricavi, 172 milioni di euro realizzati con burro, formaggi e latte in polvere, per il 40% legati all’export. Punto di svolta il 2008, con il maxi-investimen­to per l’impianto di produzione di latte in polvere, unicum in Italia. Un azzardo per un gruppo che ai tempi fatturava appena 15 milioni e che chiedeva alle banche fiducia (e denaro) per un investimen­to di 30. «Purtroppo questo coincise con la crisi Lehman Brothers - aggiunge Invernizzi - e un grande istituto di credito si sfilò dal progetto, consideran­dolo troppo rischioso. Questo, pur avendo noi già siglato con Ferrero un contratto di fornitura “certo” per i successivi 15 anni. Per fortuna fummo sostenuti dalle banche del territorio, dal credito cooperativ­o. Anche grazie a loro siamo qui a poter raccontare il nostro percorso di crescita».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy