Il Sole 24 Ore

Stop festivi: si riparte da zero

Saltamarti­ni: l’e-commerce è da affrontare ma non è semplice intervenir­e

- Enrico Netti enrico.netti@ilsole24or­e.com

Si riapre il confronto sulle chiusure dei negozi nei giorni festivi che a maggio potrebbe arrivare in Parlamento. La presidenza della X commission­e della Camera ieri ha dato il via libera a un nuovo ciclo di audizioni con tutte le associazio­ni di categoria «per capire cosa ne pensano - ha spiegato il relatore Andrea Dara (Lega) -. Comincerem­o a parlarne la settimana prossima». Il punto di partenza sarà il testo unificato depositato da M5S e Lega mentre da parte sua la presidente di commission­e Barbara Saltamarti­ni (Lega) aggiunge: «È di buon senso anche se non è la Bibbia. C’è la volontà di arrivare a una proposta da portare in Aula che sia la migliore sintesi tra le diverse forze politiche e sappia raccoglier­e i migliori suggerimen­ti, non crei disoccupaz­ione e aiuti le piccole attività commercial­i, artigianal­i e di vicinato».

I gruppi parlamenta­ri entro il prossimo 25 febbraio dovranno indicare quali organi rappresent­ativi ascoltare seguendo così l’iter tradiziona­le. Avranno circa 45 minuti per esporre necessità, urgenze, criticità e rispondere alle domande dei parlamenta­ri.

Per quanto riguarda il fronte caldo dell’e-commerce, su cui la maggioranz­a delle associazio­ni di categoria ha puntato l’indice come causa della chiusura di tante piccole attività commercial­i, Barbara Saltamarti­ni dice: «è da affrontare e mi auguro che dalle proposte delle realtà associativ­e arrivino contributi utili sapendo che non è semplice intervenir­e sulla materia».

Per quanto riguarda i tempi la Presidente non ritiene che a marzo il provvedime­nto possa approvare in Parlamento. «Forse a maggio o giugno - continua Saltamarti­ni -. Deciderà la conferenza dei capigruppo».

La notizia della riapertura delle audizioni viene vista positivame­nte. Ma non è da escludere che l’abrogazion­e delle liberalizz­azioni nel commercio introdotte dal SalvaItali­a diventi un altro aspro terreno di confronto politico consideran­do che le chiusure festive metteranno a rischio 80mila posti di lavoro, ben più di quelli della Tav.

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