Commerzbank torna al dividendo e frena sulla fusione con DB
Bilancio 2018 oltre le attese Utile netto a 865 milioni, il titolo recupera in Borsa
«Non commentiamo voci e speculazioni». Così secco Martin Zielke, amministratore delegato di Commerzbank, ha risposto ieri alle domande dei giornalisti che lo incalzavano su ipotetici progetti di fusione con Deutsche bank. Per il ceo, ieri la notizia era un’altra: il ritorno a un dividendo di 20 centesimi per il 2018, lo stesso ammontare distribuito nel 2015 ma soltanto il secondo in dieci anni, dal grasso dividendo di un euro risalente al 2007 prima della Grande Crisi. Commerzbank inizia dunque a raccogliere i primi frutti di quanto seminato, a metà strada del suo piano quadriennale di una ristrutturazione incentrata su più clienti, meno costi, digitalizzazione spinta, taglio delle vecchie sofferenze. Il mercato ha premiato il dividendo corrispondente a un ritorno netto sull’equity del 3,4% e anche i risultati 2018 in parte migliori delle attese, con più luci che ombre e prospettive 2019 realistiche (return on equity tra il 5% e il 6%): il titolo ha chiuso in Borsa in lieve rialzo, a 6,34 euro (+ 1,65%).
Il 2018 si è chiuso in casa Commerz con un utile netto in crescita a 865 milioni (dai 128 del 2017), un risultato operativo a 1,245 miliardi (+8% da 1, 149). I ricavi sono aumentati a 8,64 miliardi del 5% ma questo solo al netto di poste straordinarie anno su anno(altrimenti il calo è del 3,3%) «nonostante la pressione sui margini sia aumentata e non calata come previsto, in un mercato sempre più competitivo». Commerzbank non prevede un rialzo dei tassi dalla Bce né quest’anno né il prossimo e questo terrà alta la tensione sui margini. Il ceo Zielke ha annunciato con orgoglio di aver raggiunto il target intermedio di un milione in più di clienti e di aver tenuto i costi a 6,9 miliardi che rendono raggiungibile un target sotto i 6,8 miliardi quest’anno e 6,5 miliardi nel 2020, pur correggendo il taglio del personale con un obiettivo di 38mila unità per il 2020 e non più 36mila. E aumentando gli investimenti in digitalizzazione (obiettivo 2020 all’80% del processi rilevanti) e compliance. Il rapporto cost/income resta alto all’80,3% nel 2018 (78% nel 2017) e lontano dal target ricordato dai giornalisti del 66 per cento. Commerzbank, che ha attivi totali pari a 462 miliardi, mantiene Il rapporto tra crediti deteriorati e impieghi sotto l’1%. Il vecchio portafoglio più rischioso, i prestiti allo shipping, è calato dai 20 miliardi del 2012 agli attuali 500 milioni. Il CET1 è tuttavia stato limato nel 2018 al 12,9% (14,1% nel 2017 e 13% obiettivo 2018) tenuto conto del dividendo e di altri fattori, dopo un esame SREP passato bene. Il target 2019 è stato ritoccato al ribasso, al 12,75%: il direttore finanziario Stephan Engels ha preannunciato che per motivi vari (TRIM e IFRS 16) il CET1 nel primo semestre 2019 potrebbe sforare al ribasso temporaneamente il target. Ma il mercato guarderà all’utile 2019: Commerzbank è a metà di una ristrutturazione che finisce nel 2020. Come DB, dietro le quinte Commerzbank sembra chiedere tempo per potersi migliorare con le sue forze: una fusione al momento sbagliato sul breve termine potrebbe solo affossare i conti ora in ripresa.