Il Tesoro presenta ai risparmiatori il decreto rimborsi
La bozza non prevede accertamenti caso per caso della presunta truffa
Una prima bozza del decreto per i rimborsi ai risparmiatori i cui investimenti si sono, in tutto o in parte, dissolti nei crack bancari degli anni passati, è stata presentata ieri al ministero dell’Economia alle associazioni dei risparmiatori impegnate sulla questione. Il testo conferma le anticipazioni date nel periodo in cui era stata varata la legge di Bilancio e in particolare non è previsto nessun accertamento caso per caso della “truffa” subita. «Il Governo parte infatti dal presupposto - spiega l’avvocato modenese Letizia Vescovini - che ci siano state delle violazioni massive a danno dei risparmiatori, come emerge dai lavori della Commissione banche della scorsa legislatura e dalle numerose inchieste giudiziarie sul tema». Un’impostazione che a quanto pare avrebbe già suscitato qualche obiezione da Bruxelles. Inoltre il decreto prevede, nonostante i dubbi che erano stati sollevati in sede di approvazione della legge di Bilancio, lo stesso trattamento anche per i clienti delle banche “risolte” (Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara). Anzi nel testo viene fatta esplicita menzione di queste quattro banche proprio per evitare che in fase applicativa si potessero porre dei dubbi, viste le ambiguità della legge di Bilancio.
Un altro decreto dovrebbe arrivare entro un mese per mettere la Consap in condizioni di gestire la partita dei rimborsi. A partire dalla data di pubblicazione di questo secondo decreto sarà possibile poi presentare le domande per il rimborso. «Come detto non occorrerà provare di essere stati vittime di misselling - continua Vescovini -. E potranno essere ammessi al rimborso anche coloro che non avessero viste riconosciute le proprie ragioni davanti all’Acf (arbitro per le controversie finanziarie, ndr) o in altra sede. E neanche dovrebbero essere previste limitazioni per quanto riguarda la sede di acquisto del titolo (se in sede di collocamento o sul secondario)».
Il limite dei 100mila euro previsto per i rimborsi, varrebbe inoltre per investimento e quindi nel caso di un conto cointestato la cifra non andrà moltiplicata per il numero dei cointestatari. Siccome si è deciso di non badare a spese, per quanto riguarda le azioni non sono previste decurtazioni per i dividendi percepiti nel tempo, anche se non risulterebbe prevista la rivalutazione degli importi monetari. Per gli obbligazionisti verrebbero previste la decurtazione del differenziale tra cedola percepita rispetto ai titoli di Stato di durata equivalente.
Per coloro che intenderanno avvalersi di questa procedura, oltre ad allegare alla domanda la documentazione sul possesso dei titoli, occorrerà pure dichiarare se sono state già percepite delle somme a ristoro degli investimenti già effettuati. Si pensi per chi si è rivolto all’Acf, ma non ha visto integralmente riconosciute le proprie ragioni e ha avuto già il rimborso della quota riconosciuta.
Per quanto riguarda i rimborsi risultano confermate (entro il limite dei 100mila euro ad investimento) le percentuali del 95 per cento per gli obbligazionisti e del 30 per gli azionisti.