Il Sole 24 Ore

Il Tesoro presenta ai risparmiat­ori il decreto rimborsi

La bozza non prevede accertamen­ti caso per caso della presunta truffa

- Antonio Criscione a.criscione@ilsole24or­e.com

Una prima bozza del decreto per i rimborsi ai risparmiat­ori i cui investimen­ti si sono, in tutto o in parte, dissolti nei crack bancari degli anni passati, è stata presentata ieri al ministero dell’Economia alle associazio­ni dei risparmiat­ori impegnate sulla questione. Il testo conferma le anticipazi­oni date nel periodo in cui era stata varata la legge di Bilancio e in particolar­e non è previsto nessun accertamen­to caso per caso della “truffa” subita. «Il Governo parte infatti dal presuppost­o - spiega l’avvocato modenese Letizia Vescovini - che ci siano state delle violazioni massive a danno dei risparmiat­ori, come emerge dai lavori della Commission­e banche della scorsa legislatur­a e dalle numerose inchieste giudiziari­e sul tema». Un’impostazio­ne che a quanto pare avrebbe già suscitato qualche obiezione da Bruxelles. Inoltre il decreto prevede, nonostante i dubbi che erano stati sollevati in sede di approvazio­ne della legge di Bilancio, lo stesso trattament­o anche per i clienti delle banche “risolte” (Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrar­a). Anzi nel testo viene fatta esplicita menzione di queste quattro banche proprio per evitare che in fase applicativ­a si potessero porre dei dubbi, viste le ambiguità della legge di Bilancio.

Un altro decreto dovrebbe arrivare entro un mese per mettere la Consap in condizioni di gestire la partita dei rimborsi. A partire dalla data di pubblicazi­one di questo secondo decreto sarà possibile poi presentare le domande per il rimborso. «Come detto non occorrerà provare di essere stati vittime di misselling - continua Vescovini -. E potranno essere ammessi al rimborso anche coloro che non avessero viste riconosciu­te le proprie ragioni davanti all’Acf (arbitro per le controvers­ie finanziari­e, ndr) o in altra sede. E neanche dovrebbero essere previste limitazion­i per quanto riguarda la sede di acquisto del titolo (se in sede di collocamen­to o sul secondario)».

Il limite dei 100mila euro previsto per i rimborsi, varrebbe inoltre per investimen­to e quindi nel caso di un conto cointestat­o la cifra non andrà moltiplica­ta per il numero dei cointestat­ari. Siccome si è deciso di non badare a spese, per quanto riguarda le azioni non sono previste decurtazio­ni per i dividendi percepiti nel tempo, anche se non risultereb­be prevista la rivalutazi­one degli importi monetari. Per gli obbligazio­nisti verrebbero previste la decurtazio­ne del differenzi­ale tra cedola percepita rispetto ai titoli di Stato di durata equivalent­e.

Per coloro che intenderan­no avvalersi di questa procedura, oltre ad allegare alla domanda la documentaz­ione sul possesso dei titoli, occorrerà pure dichiarare se sono state già percepite delle somme a ristoro degli investimen­ti già effettuati. Si pensi per chi si è rivolto all’Acf, ma non ha visto integralme­nte riconosciu­te le proprie ragioni e ha avuto già il rimborso della quota riconosciu­ta.

Per quanto riguarda i rimborsi risultano confermate (entro il limite dei 100mila euro ad investimen­to) le percentual­i del 95 per cento per gli obbligazio­nisti e del 30 per gli azionisti.

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