Gli Usa ritornano all’attacco sulle sanzioni «infernali»
A un seminario italo-russo l’auspicio «a superare barriere che resteranno»
Il “bill from hell” è tornato, sanzioni “infernali” contro la Russia di nuovo alla ribalta. Alla riapertura del Congresso americano uscito dal voto di Midterm, un gruppo bipartisan di senatori - tra cui Lindsey Graham e Bob Menendez - ha ripresentato un’iniziativa scaduta con la legislatura precedente. Proposte che si propongono di punire la Russia per le presunte interferenze nelle elezioni, per la crisi ucraina, il caso Skripal: proposte che alzano sensibilmente il tiro rispetto a quelle già in vigore perché vogliono colpire le banche russe e il debito sovrano, allungare la lista di politici e oligarchi nel mirino del Tesoro Usa, coinvolgere compagnie di Paesi terzi impegnate in progetti energetici con Mosca. Proposte dietro cui, ha commentato il portavoce di Vladimir Putin Dmitrij Peskov, «c’è un approccio commerciale che non ha nulla a che fare con le regole del commercio internazionale. Un approccio che a volte sfora il racket».
A Milano, la notizia è arrivata a un seminario dedicato a Italia e Russia e alla cooperazione economica, industriale e finanziaria tra i due Paesi. Organizzato da Conoscere Eurasia, in collaborazione con Intesa Sanpaolo e con lo studio legale Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners, l’evento riflette un mondo che si sforza di continuare ad approfondire i legami bilaterali, andando controcorrente rispetto alle sanzioni. «È arrivato il momento di superare barriere che ci sono e resteranno, e andare oltre - osserva Antonio Fallico, presidente dell’Associazione Conoscere Eurasia e di Banca Intesa Russia -. Serve tornare a intercettare la domanda russa, e riconsiderare il ruolo di ponte della Russia verso l’Eurasia e la Cina». È la stessa Russia, peraltro, a sforzarsi di andare oltre questa fase: «Le crisi passano, gli interessi restano», commenta Serghej Razov, ambasciatore della Federazione Russa in Italia.
Lungo le strade che è possibile seguire per ridare fiato ai rapporti Italia/Russia, al seminario di Milano moderato anche da Fabio Tamburini, direttore del Sole 24 Ore - si sono intrecciate voci russe e italiane, contributi di imprese con anni di esperienza alle spalle nel mercato russo e testimonianze di chi sta muovendo ora i primi passi. I rappresentanti di istituzioni e compagnie russe hanno condiviso le nuove priorità di sviluppo per gli investimenti individuate dal governo russo e gli strumenti a disposizione delle imprese italiane, invitandole a essere più attive: come lo sono quelle francesi o tedesche o anche americane, più pragmatiche dei propri politici. Tra le indicazioni, la presentazione di un Business navigator elaborato dalla Corporazione federale per lo sviluppo delle Pmi per calcolare online il proprio piano di business in Russia.
Le voci italiane hanno illustrato le forme di assistenza possibili nella localizzazione: la ricerca dei partner locali, le forme di finanziamento previste, i nuovi modelli di business, le difficoltà a cui prepararsi, le occasioni da sfruttare. Il filo conduttore, la determinazione a restare a lungo in un Paese come la Russia. «Quanto investiamo nei prossimi anni?», era stata la richiesta di Vladimir Putin quando, l’ottobre scorso, ha incontrato un gruppo di imprenditori italiani al Cremlino.