Il Sole 24 Ore

Addio a Stefano Patriarca Una vita dedicata al riformismo

Allievo di Sylos Labini Dalla Cgil fino alla collaboraz­ione con «Il Sole»

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«Ci mancherà un amico e persona unica. Chiunque l’ha conosciuto sa che era di una pasta di tecnici al servizio della politica che sommavano in maniera rara competenza e passione per le cose che faceva». Così il senatore Tommaso Nannicini ricorda Stefano Patriarca, scomparso ieri, a Roma, dopo una breve malattia.

Classe 1951, esperto di politiche del welfare e del lavoro, Patriarca si era laureato alla Sapienza in Scienze statistich­e demografic­he con indirizzo economico, diventando subito dopo ricercator­e universita­rio sul modello macroecono­mico con Paolo Sylos Labini. Successiva­mente ha percorso una lunga carriera, con l’analisi e la ricerca come filo conduttore.

Dapprima in Rai come dirigente delle risorse umane, poi presso l’Istituto di ricerca economico sociale della Cgil e poi direttamen­te presso il sindacato, quindi il Cnel e il Formez e un primo approdo alla Presidenza del Consiglio dei ministri dal 2000 al 2003, con l’incarico di direttore del progetto di decentrame­nto amministra­tivo. Quindi incarichi e collaboraz­ioni con il Comitato per la protezione sociale della Commission­e europea, l’Istat, il ministero del Lavoro, l’Inps e quindi l’incarico di esperto del Nucleo tecnico di coordiname­nto della politica economica della Presidenza del Consiglio dei ministri con i governi Renzi e Gentiloni e la collaboraz­ione con«Il Sole 24 Ore».

«Era arrivato a Palazzo Chigi con il bagaglio di esperienze derivante dai tanti mondi in cui aveva lavorato e con l’entusiasmo del primo giorno. È stato un onore unico lavorare con lui», ricorda ancora Nannicini. Dopo la collaboraz­ione con il Governo, Patriarca si era impegnato in una nuova avventura, coordinand­o la società di ricerca Tabula-futuro e previdenza.

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Passione e impegno. Stefano Patriarca

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