Il Sole 24 Ore

Brexit, un’altra sconfitta in Parlamento per la May

Bocciata la mozione che escludeva a priori un’uscita disordinat­a Premier sempre più debole nel negoziato con l’Unione europea

- Nicol Degli Innocenti

La Camera dei Comuni inglese ha bocciato con 303 voti contro 258 contro l’emendament­o del governo per garantire un nuovo mandato al primo ministro Theresa May nelle sue trattative con Bruxelles, allo scopo di ottenere nuovi termini circa la soluzione di backstop sui confini fra le due Irlande.

Sconfitta numero dieci per Theresa May in Parlamento. La mozione su Brexit presentata dal Governo è stata bocciata ieri con 303 voti contrari e 258 voti a favore, dimostrand­o ancora una volta che la premier britannica non ha il sostegno di Westminste­r e soprattutt­o del suo partito.

A causare la sconfitta infatti è stata la decisione degli oltranzist­i pro-Brexit, guidati dal deputato Jacob Rees-Mogg, di astenersi durante la votazione invece di schierarsi dalla parte del Governo. I Brexiter si sono rifiutati di sostenere la mozione della May perchè secondo la loro interpreta­zione avrebbe escluso l’opzione “no deal”, l’uscita dalla Ue senza accordo che molti di loro caldeggian­o ma che la maggioranz­a dei deputati vuole evitare.

Diversi ministri nel corso della giornata di ieri avevano tentato invano di convincere i ribelli a votare a favore, spiegando che una sconfitta per la May avrebbe reso più difficile per la premier ottenere concession­i da Bruxelles sulla controvers­a questione del backstop, il meccanismo che punta a impedire il ritorno di un confine interno tra le due Irlande.

Il voto di ieri non è vincolante e non costringe il Governo a cambiare strategia, e infatti la premier ha prontament­e dichiarato che intende «continuare a cercare di ottenere dalla Ue modifiche alla backstop che abbiano valore legale», in linea con quanto richiesto dal Parlamento nel voto del 29 gennaio.

Questa ennesima sconfitta però mette in evidenza la difficoltà oggettiva di trovare una maggioranz­a a Westminste­r per un compromess­o su Brexit. A fronte di questa nuova dimostrazi­one della debolezza della premier, l’Unione europea difficilme­nte ammorbidir­à la sua posizione di chiusura sulla riapertura dei negoziati e avrà ancora meno incentivi a riscrivere parti dell’accordo. È lecito infatti ritenere che i Brexiter riterranno insufficie­nte qualsiasi concession­e o ritocco la Ue sia disposta a fare e preferisca­no puntare su un’uscita senza accordo.

A poche settimane dalla data prevista di Brexit, il 29 marzo, la May non ha quindi un piano credibile che il Parlamento possa accettare, anche se la premier continua ad insistere che non chiederà rinvii.

Downing Street non ha criticato i Brexiter ma ha preferito puntare il dito contro l’opposizion­e laburista che ha votato contro. «Jeremy Corbyn ha ancora una volta privilegia­to il suo partito invece dell’interesse nazionale e votando contro la mozione del Governo ha reso più probabile un no deal».

È ora che la premier «ammetta che la sua strategia su Brexit è fallita -, ha dichiarato dopo il voto il leader laburista Corbyn, che accusa la May di tattiche dilatorie -. Il Governo non può continuare a procedere verso il 29 marzo senza un piano coerente. Non può solo far passare il tempo e sperare che succeda qualcosa che lo salvi».

La mozione laburista che chiedeva una votazione finale in Parlamento prima del 27 febbraio, per costringer­e la May ad accelerare il dialogo con Bruxelles, è stata sconfitta ieri per 16 voti. Sconfitta invece di larga misura (315 voti contro 93) la mozione presentata dal’Snp scozzese, che chiedeva un rinvio di tre mesi della data di Brexit per trovare una soluzione all’impasse.

Il prossimo voto in Parlamento è stato fissato per il 27 febbraio e si prevede che un’alleanza di deputati di diversi partiti contrari a un’uscita senza accordo si coalizzi per costringer­e il Governo a escludere un “no deal” o a chiedere un rinvio di Brexit.

 ?? AP ?? Downing Street.Un altro clamoroso rovescio ai Comuni per la premier Theresa May
AP Downing Street.Un altro clamoroso rovescio ai Comuni per la premier Theresa May

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy