Cdp pronta a raddoppiare in Tim
Ieri il cda ha autorizzato l’incremento della quota Obiettivo: unificare le reti
Cdp è pronta ad aumentare la quota in Telecom, da aprile ferma al 4,93%, mentre Vivendi svaluta la sua partecipazione (23,94%) per quasi 1,1 miliardi. L’annuncio della Cassa – autorizzata ieri dal cda all’acquisto di ulteriori azioni – arriva nel bel mezzo di una contesa di governance tra i primi due azionisti, Elliott (9,56%), che ha ribaltato il board a maggio, e Vivendi (23,94%), che cerca la rivincita all'assemblea di fine marzo con la richiesta di un nuovo rimpasto. Cdp è destinata a essere l’ago della bilancia, ma l'obiettivo resta quello di favorire l'unificazione delle reti tra Telecom e Open Fiber.
Cdp è pronta a aumentare la quota in Telecom, da aprile ferma al 4,93%, mentre Vivendi svaluta la sua partecipazione per quasi 1,1 miliardi. L’annuncio della Cassa – autorizzata dal cda all’acquisto di ulteriori azioni – arriva nel bel mezzo di una contesa tra i primi due azionisti, Elliott (9,56%), ha ribaltato il board a maggio, e Vivendi (23,94%), che cerca la rivincita all’assemblea di fine marzo con la richiesta di un nuovo rimpasto. Cdp è destinata a essere l’ago della bilancia, tanto più se la quota sarà ritoccata fino al possibile raddoppio del 10%: l’obiettivo resta quello di favorire l’unificazione delle reti tra Telecom e Open Fiber, di cui l’istituto, in joint con l’Enel, ha il 50%.
Il piano industriale al quale sta lavorando il nuovo ad Luigi Gubitosi, secondo indicazioni convergenti, considererebbe ancora centrale la rete per Telecom. Questo non confligge- rebbe tuttavia con i desiderata dell’azionista istituzionale, dal momento che l’ipotesi di separare i servizi dal resto parrebbe essere la soluzione preferita. Per ora Cdp si è limitata a osservare che il potenziale ulteriore investimento «si pone in una logica di continuità con gli obiettivi strategici sottesi all’ingresso nel capitale di Tim deliberato dal consiglio lo scorso 5 aprile, è coerente con la missione istituzionale a supporto delle infrastrutture strategiche nazionali e vuole rappresentare un sostegno al percorso di sviluppo e di creazione di valore, avviato dalla società in un settore di priche mario interesse per il Paese».
Vivendi intanto si lecca le ferite. Ieri, con i risultati di bilancio, la media company transalpina ha annunciato di aver portato a 1,066 miliardi la svalutazione della sua quota nel 2018, mandando in fumo circa un quarto dell’investimento fatto sulla compagnia tricolore. Il prezzo di carico è sceso così intorno agli 80 centesimi, comunque ancora molto elevato rispetto alle quotazioni di Borsa attuali, ieri in calo dell’1,39% a 0,4827 euro. Vivendi considera «in miglioramento le prospettive» di Telecom, ma cionostante ha ritenuto di procedere alla svalutazione in considerazione «dell’incertezza sulla governance», che «aumenta i rischi di non esecuzione del piano industriale», dato «il limitato potere di Vivendi a partecipare alle decisioni finanziarie e operative di Telecom» e tenuto conto dei «cambiamenti nel contesto competitivo e regolatorio».
Il gruppo che fa capo a Vincent Bolloré ha evitato però ulteriori polemiche e, stranamente, anche in conference call con gli analisti nessuno ha fatto domande sull’argomento, sebbene la rettifica abbia decimato a 127 milioni gli utili netti della società che
Il piano industriale al quale sta lavorando l’ad Gubitosi considererebbe la rete ancora centrale
pure ha aumentato i ricavi dell’11,3% a 13,9 miliardi. Tra l’altro si è appreso anche che il finanziere bretone, dopo aver lasciato la scorsa primavera la presidenza di Vivendi al figlio Yannick, uscirà anche dal supervisory board: all’assemblea che si terrà a Parigi il 15 aprile sarà sostituito dall’altro figlio Cyrille. È una sua decisione, ha commentato in conference il ceo Arnaud de Puyfontaine, osservando che c’è «una nuova generazione che avanza», ma che «l’impegno a lungo termine del primo azionista è confermato». Bollorè resterà comunque alla presidenza della holding di famiglia che, con quasi il 30%, è il primo azionista di Vivendi.