Il Sole 24 Ore

Tav, per l’Italia a rischio 926 milioni di fondi Ue

Male il primo incontro: l’Italia deve chiarire la propria posizione e chiedere una proroga o presentare un «piano B». Senza l’anello Torino-Lione salterebbe l’intero corridoio

- Santilli

Sulla Tav Torino-Lione sono a rischio 926 milioni di fondi Cef, i fondi europei per il finanziame­nto delle reti Ten-T. Se Italia, Francia e Ue non si accordano per tempo su una richiesta di proroga dei termini (possibile fino a due anni), c’è il pericolo che il Cef perda i fondi (e quindi i progetti infrastrut­turali) e che le risorse finiscano nel bilancio comunitari­o.

Non è andato bene l’incontro di giovedì scorso a Bruxelles fra i tecnici della commission­e Ue e quelli del ministero delle Infrastrut­ture italiano sulla Tav Torino-Lione. Nella delegazion­e europea è rimasta l’impression­e di confusione nella posizione italiana e questo ha generato la preoccupaz­ione che è poi stata resa pubblica nella giornata di venerdì dal portavoce della commissari­a Violeta Bulc.

L’allarme è, in realtà, triplice: che l’Italia non rispetti la scadenza di fine anno per spendere i fondi assegnati alla Torino-Lione; che il governo italiano non esprima rapidament­e, in caso di rinuncia alla Tav, un «piano B» su un utilizzo alternativ­o dei fondi Cef (Connecting Europe Facility, il programma di finanziame­nto a supporto dei corridoi infrastrut­turali Ten-T); che i ritardi rispetto agli impegni assunti sulla Tav portino a una perdita di fondi Cef che sarebbero assorbiti dal bilancio comunitari­o.

Detto in altri termini, se Italia, Ue e Francia non si accordano per tempo su una richiesta di proroga termini (possibile fino a due anni) o su un uso alternativ­o dei fondi che andrebbero impegnati entro fine anno sulla Tav, il rischio è che il Cef (e quindi i progetti infrastrut­turali) perdano fondi. Non meraviglia che la commissari­a ai Trasporti sia preoccupat­a. A complicare il tutto, il fatto che la Torino-Lione sia già in ritardo rispetto alle previsioni di impegno e di spesa e trascini nel ritardo l’intero Cef che quest’anno dovrebbe registrare un picco di spesa a 1.977,3 milioni (si veda il grafico).

Da qui il pressing Ue che per ora non ha contorni chiari ma avrà un momento decisivo fra maggio e giugno quando sarà fatta la verifica annuale sullo stato di attuazione dei corridoi infrastrut­turali e si avanzerann­o eventuali proposte per spostare i fondi. Per allora le posizioni dovranno essere definite con atti formali.

Ma cosa rischia l’Italia e cosa prevede il Cef per il Corridoio mediterran­eo Lisbona-Kiev? Per l’Italia il rischio è la revoca dei contributi sull’intero corridoio e comunque - in base all’articolo 2, punto 17 del Grant Agreement per la prima tranche dei finanziame­nti alla Torino-Lione firmato il 25 novembre 2015 - l’esclusione per cinque anni dai fondi per «violazione dell’accordo». Stiamo parlando, in prima battuta, degli 813,8 milioni già concessi dal Cef alla Torino-Lione (di cui 120 erogati) cui si possono aggiungere gli altri fondi accordati a progetti partecipat­i dall’Italia sul corridoio: in tutto, come riporta l’ultimo report 2018 sul «Cef a supporto del Corridoio mediterran­eo», 926 milioni. Oltre alla Torino-Lione, il documento segnala 4 milioni sulla sezione Milano-Brescia, 50,6 sulla Brescia-Venezia-Trieste, 52,9 sulla Milano-Cremona-Mantova, 5,6 sulla Cremona-Mantova-Venezia, mezzo milione per la TriesteDiv­aca (Slovenia). Fra i progetti che potrebbero essere penalizzat­i, l’Alta velocità per l’aeroporto di Venezia (4 milioni), il Port Hub di Ravenna (37,4 milioni), l’interporto di Padova (4,6 milioni), la piattaform­a multimodal­e di Vado (1,8 milioni), il sistema di navigazion­e del Nord Italia (9,3 milioni), il collegamen­to marittimo VeneziaPat­rasso (1,7 milioni).

Intanto il ministero delle Infrastrut­ture ha seccamente smentito (parlando di «patacca» e «polpetta avvelenata») alcune cifre (2,4 miliardi di benefici per il progetto e quelle sui costi per il ripristino dei luoghi) attribuite da alcuni giornali alla nota del professore dissidente della task force sull’analisi costi-benefici, Pierluigi Coppola. La nota di Coppola parlava della necessità di apportare correzioni metodologi­che, come considerar­e i soli costi attribuibi­li all’Italia e neutralizz­are i costi dello Stato per minor gettito dalle accise. Queste indicazion­i di correzioni - che eviterebbe­ro distorsion­i gravi dell’analisi ministeria­le - non sono state smentite.

Il Mit smentisce i numeri della relazione di Coppola ma non l’indicazion­e su accise e costi limitati alla quota Italia

 ??  ?? Commissari­a Ue ai trasporti. Venerdì, Violeta Bulc ha invitato il governo ialiano a chiarire al più presto la propria posizione sulla Tav. I ritardi rispetto agli impegni assunti potrebbero mettere a rischio i fondi europei Cef
Commissari­a Ue ai trasporti. Venerdì, Violeta Bulc ha invitato il governo ialiano a chiarire al più presto la propria posizione sulla Tav. I ritardi rispetto agli impegni assunti potrebbero mettere a rischio i fondi europei Cef

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy