Il Sole 24 Ore

Latte, accordo a 72 centesimi Ora il referendum dei pastori

- —Laura Cavestri

Una bozza di accordo e tre giorni di tregua dopo 8 ore di trattativa serrata tra strappi e ripensamen­ti.

La bozza di accordo, raggiunta ieri sera, in Prefettura a Cagliari, tra rappresent­ati dei pastori sardi, cooperativ­e e aziende casearie (sotto l’egida del ministro per le Politiche agricole, Gian Marco Centinaio) prevede, da subito, 72 centesimi al litro – come acconto – per conferire il latte di pecora e due momenti di verifica – uno ad aprile e l’altro a novembre – per valutare l’andamento del mercato e il prezzo medio. Obiettivo, consentire agli allevatori di arrivare al saldo di 1 euro a fine anno. Per realizzare il tutto si affianca anche un mix di stanziamen­ti – da parte di Regione Sardegna, governo e banche locali – di 44 milioni per ridurre gli stock di magazzino del formaggio in eccesso non venduto (che tiene basso il prezzo e impatta sulla filiera).

È l’intesa raggiunta tra produttori e allevatori. dopo 10 giorni di proteste. A questo punto, si profilano 3 giorni di tregua e una sorta di referendum nelle campagne, per capire se l’intesa può essere firmata dalle organizzaz­ioni agricole e dagli stessi rappresent­anti “diretti” dei pastori che non hanno mollato sul prezzo finale: un euro al litro più Iva. Una remunerazi­one, ad oggi, troppo alta per industrial­i e cooperativ­e. Ma che è destinata a salire, forse anche sino a 1,20 euro al litro, se si riuscirà a ritirare il Pecorino romano invenduto e crescerà la domanda grazie anche alle campagne che Federdistr­ibuzione si è impegnati a promuovere.

«Per le aziende – ha spiegato Antonio Auricchio,vice presidente di Assolatte – è un grosso sforzo. L’acconto costerà subito 25 milioni . Ma abbiamo chiesto al Governo il ritorno della legalità, della normalità produttiva in Sardegna e la verifica con l’Authority, della conformità dell’intesa alle norme Antitrust».

Più cauti i pastori: «Non siamo soddisfatt­i del prezzo – hanno detto – ma siamo fiduciosi». Il Tavolo, resta aperto e il 21 febbraio ci si rivedrà al ministero a Roma per chiudere se il mondo della campagne darà l’ok.

«Abbiamo avviato un percorso – ha detto il vice premier, Matteo Salvini – senza usare repression­e ma dialogo e buonsenso». «Nel tavolo di filiera del 21 febbraio – hadetto Centinaio – porteremo un progetto di internazio­nalizzazio­ne per alimentare le vendite. Da accordi con le banche alla grande distribuzi­one». Sui 44 milioni, Centinaio, infine, non teme stop dalla Ue: «Per i nostri tecnici non sono aiuti di stato».

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Politiche agricole. Il ministro Gian Marco Centinaio

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