Il Sole 24 Ore

Autonomia regionale, maggioranz­a a rischio

Berlusconi: il governo potrebbe cadere Renzi contro Bonaccini

- Barbara Fiammeri © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Per Silvio Berlusconi «il governo potrebbe cadere sull’Autonomia». Quella dell’ex premier è certo una speranza. Ma che poggia su dati reali. La levata di scudi provenient­e dal Sud contro la le intese di Lombardia e Veneto ma anche Emilia Romagna stanno mettendo a dura prova la tenuta dell’Esecutivo. Per Matteo Salvini il via libera all’Autonomia è una conditio sine qua non per andare avanti. E non tanto e non solo perché come dice il ministro dell’Agricoltur­a, il leghista Gianmarco Centinaio, «è nel contratto di Governo». Ma soprattutt­o perché a chiederla sono le regioni più importanti, elettoralm­ente parlando, del Carroccio, che pur ampliando la sua platea in modo significat­ivo nel centro Sud (vedi il risultato in Abruzzo) ha sempre nel Nord lo zoccolo duro più significat­ivo sia in valori assoluti che per fedeltà.

A parti invertite lo stesso si può dire al Sud per il M5s. Tra una settimana si vota in Sardegna e se il verdetto degli elettori sarà simile a quello abruzzese di domenica scorsa per Luigi Di Maio si farà ancora più dura. E allo scontro sulla Tav, sulle nomine e sugli emendament­i al reddito di cittadinan­za ora si aggiunge anche quello sull’Autonomia differenzi­ata. Nel frattempo c’è anche il caso Diciotti. Per togliersi dall’impaccio il vertice pentastell­ato ha preferito che a esprimersi sia la base M5s attraverso il voto on line sulla piattaform­a Rousseau. Si dà per scontata la prevalenza dei «no» e quindi i commissari M5S della Giunta per le Immunità potranno martedì dichiarars­i contro il processo al leader della Lega. Ma quello è solo il primo passaggio. L’appuntamen­to clou sarà il voto in Aula tra circa un mese e bisognerà vedere come il M5S ci arriverà. Il tema dell’Autonomia sarà certo protagonis­ta. E non solo nel Governo visto il duro botta e risposta nel Pd tra Matteo Renzi e l’ ex sottosgret­ario Gianclaudi­o Bressa (l’expremier ha accusato il governo Gentiloni di aver dato il via libera al processo)

Salvini intanto ha dato ordine ai suoi di mantenere i toni bassi. A farsene carico è stata ieri la ministra per gli Affari regionali, Erika Stefani, spiegando che dal punto di vista finanziari­o non cambierà nulla perchè si «permette alle regioni di acquistare competenze utilizzand­o risorse che già lo Stato sta destinando allo stesso scopo». Insomma, si tratterebb­e solo di rendere più efficiente la spesa pubblica .

Una ricostruzi­one che però non convince quella parte dei grillini che puntano ad aprire in Parlamento il confronto sulle intese. Il presidente della Camera Roberto Fico lo ha detto apertament­e. Di Maio invece continua a tenersi defilato. Salvini «ha il dovere di occuparsi di tutti gli italiani» attacca il sottosegre­tario M5s Manlio Di Stefano che poi però assicura che il governo «non creerà mai regioni di serie A o di serie B».

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