L’Iran mette in ombra il riarmo
Dopo la denuncia degli accordi, è ripartita la corsa agli arsenali atomici
Si è parlato molto di Iran che sta sempre più dividendo gli Stati Uniti dagli alleati europei; si è parlato di terrorismo islamico; di gasdotti e di alternative ai rifornimenti energetici russi. Si è parlato di molte cose - con pochi leader decisivi - all’annuale conferenza di Monaco di Baviera sulla sicurezza mondiale, tranne di ciò che più minaccia la sicurezza mondiale.
Non è passato un mese da quando Donald Trump ha unilateralmente deciso di uscire dall’accordo che bandisce dal territorio europeo i missili di raggio intermedio. Il giorno dopo Vladimir Putin lo ha imitato. Ma di questo a Monaco non si è parlato. Al centro degli interventi avrebbe dovuto esserci la corsa al riarmo atomico che da tempo russi e americani hanno ripreso come non accadeva da quasi mezzo secolo. Le due potenze, che insieme possiedono il 93% delle testate nel mondo, stanno rimodernando gli arsenali nucleari, rendendo sempre meno intercettabili le loro armi.
Le tecnologie si stanno concentrando anche sulla creazione di testate dalla potenza limitata: ridotta al punto da renderne “ammissibile” l’uso e togliere di mezzo il tabù nucleare che in questi decenni aveva reso scandaloso l’uso dell’arma atomica. Insieme a questo c’è la corsa numerica di Cina e Pakistan che stanno aumentando in modo incontrollabile i loro arsenali.
Di tutto questo non c’è traccia negli interventi alla conferenza. Per quanto seria e grave, la questione iraniana è un pretesto avanzato dagli Stati Uniti per allargare il solco con gli europei. Se sono mancati i leader tranne Angela Merkel e Mike Pence è perché Monaco è lo specchio delle drammatiche relazioni internazionali dei nostri giorni. Oggi il vero terreno di crisi non è il Medio Oriente ma l’Europa: l’Ucraina dove il conflitto non si è fermato, ed anche l’Europa più a Occidente, cioè la Ue, con le imminenti elezioni continentali che potrebbero minarne stabilità e futuro politico. Un tempo Usa e Russia erano i due grandi garanti dell’ordine mondiale. Oggi l’America di Trump e la Russia di Putin ne sono i due principali sabotatori: a volte sembrano alleati nel comune intento di indebolire l’Europa, di destabilizzare i mercati internazionali, di spingere il mondo al riarmo generale promuovendo regimi sovranisti e indebolendo le istituzioni multilaterali.