Il Sole 24 Ore

L’Iran mette in ombra il riarmo

Dopo la denuncia degli accordi, è ripartita la corsa agli arsenali atomici

- Ugo Tramballi

Si è parlato molto di Iran che sta sempre più dividendo gli Stati Uniti dagli alleati europei; si è parlato di terrorismo islamico; di gasdotti e di alternativ­e ai rifornimen­ti energetici russi. Si è parlato di molte cose - con pochi leader decisivi - all’annuale conferenza di Monaco di Baviera sulla sicurezza mondiale, tranne di ciò che più minaccia la sicurezza mondiale.

Non è passato un mese da quando Donald Trump ha unilateral­mente deciso di uscire dall’accordo che bandisce dal territorio europeo i missili di raggio intermedio. Il giorno dopo Vladimir Putin lo ha imitato. Ma di questo a Monaco non si è parlato. Al centro degli interventi avrebbe dovuto esserci la corsa al riarmo atomico che da tempo russi e americani hanno ripreso come non accadeva da quasi mezzo secolo. Le due potenze, che insieme possiedono il 93% delle testate nel mondo, stanno rimodernan­do gli arsenali nucleari, rendendo sempre meno intercetta­bili le loro armi.

Le tecnologie si stanno concentran­do anche sulla creazione di testate dalla potenza limitata: ridotta al punto da renderne “ammissibil­e” l’uso e togliere di mezzo il tabù nucleare che in questi decenni aveva reso scandaloso l’uso dell’arma atomica. Insieme a questo c’è la corsa numerica di Cina e Pakistan che stanno aumentando in modo incontroll­abile i loro arsenali.

Di tutto questo non c’è traccia negli interventi alla conferenza. Per quanto seria e grave, la questione iraniana è un pretesto avanzato dagli Stati Uniti per allargare il solco con gli europei. Se sono mancati i leader tranne Angela Merkel e Mike Pence è perché Monaco è lo specchio delle drammatich­e relazioni internazio­nali dei nostri giorni. Oggi il vero terreno di crisi non è il Medio Oriente ma l’Europa: l’Ucraina dove il conflitto non si è fermato, ed anche l’Europa più a Occidente, cioè la Ue, con le imminenti elezioni continenta­li che potrebbero minarne stabilità e futuro politico. Un tempo Usa e Russia erano i due grandi garanti dell’ordine mondiale. Oggi l’America di Trump e la Russia di Putin ne sono i due principali sabotatori: a volte sembrano alleati nel comune intento di indebolire l’Europa, di destabiliz­zare i mercati internazio­nali, di spingere il mondo al riarmo generale promuovend­o regimi sovranisti e indebolend­o le istituzion­i multilater­ali.

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Assente. Donald Trump ha inviato il suo vice Mike Pence alla conferenza di Monaco. Pence ha chiesto ai Paesi europei di uscire dall’accordo Onu sul nucleare iraniano come hanno già fatto gli Stati Uniti

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