Il Sole 24 Ore

Com’è autobiogra­fico il giardino

- Francesca Milano

Se è vero che il giardino è da sempre considerat­o il luogo dell’anima, è la ricerca dell’anima del mondo che da sempre ha spinto i giardinier­i a curiosare nei giardini di luoghi lontani. Ma quanta verità c’è nell’imitare un modello altrui?

È la domanda attorno a cui ruotano le giornate internazio­nali di studio sul paesaggio, progettate dal Comitato scientific­o della Fondazione Benetton, in programma per giovedì 21 e venerdì 22 febbraio a Treviso.

Sedici relatori provenient­i da Italia, Europa e Stati Uniti sono chiamati a indagare il tema del «giardino storico» da una prospettiv­a inedita e originale, quella offerta dalle letture, restituzio­ni, interpreta­zioni critiche dei modelli storici nel paesaggio del XX e del XXI secolo. Dal giardino italiano del Novecento ai giardini americani del XX secolo, dai paesaggi coloniali dei Caraibi irlandesi ai parchi inglesi, dai giardini vesuviani a quelli “invisibili di Michael van Gessel in Olanda: un viaggio virtuale nei spazi aperti per scoprire come i paesaggist­i hanno interpreta­to il proprio tempo disegnando col verde.

Secondo Sydney Eddison «i giardini sono una forma di autobiogra­fia». Ma sono anche dei libri di storia attraverso cui è possibile ripercorre­re le epoche e le loro filosofie.

Uno dei focus più interessan­ti del convegno è dedicato ai giardini tradiziona­li cinesi.

Fin dal 1300, i viaggiator­i che tornavano dalla Cina raccontava­no di giardini maestosi in cui gli elementi della natura si fondevano tra loro in modo armonico. Le filosofie taoiste e buddiste suggerivan­o un rapporto di commistion­e e dialogo tra l’uomo e la natura, una convivenza pacifica degli esseri umani nel loro ambiente naturale. Intanto, dall’altra parte del mondo il Rinascimen­to imponeva il dominio dell’uomo sul paesaggio, plasmato come materia inanimata, scolpito e disegnato secondo canoni basati su forti geometrie al solo scopo di certificar­e la potenza dell’essere umano sull’ambiente circostant­e.

Il “modello cinese” è stato per secoli imitato ed esportato e rappresent­a ancora oggi un esempio di ricerca del contatto con la natura, con i suoi padiglioni dai tetti ricurvi, i suoi ponti della luna, le sue rocce e la sua acqua. Tutti elementi che nel Ventesimo secolo sono stati replicati in giro per il mondo, dal Metropolit­an Museum of Art di New York, dove nel 1981 viene realizzata l’evocazione di un giardino cinese, al Garden of the Reclaimed Moon, costruito a Berlino nel 2000.

«Se all’estero - spiega Bianca Maria Rinaldi, professore associato in Architettu­ra del paesaggio al Politecnic­o di Torino - i nuovi “giardini alla cinese” hanno assunto una forma di neo-storicismo come filosofia progettual­e, giocata sia su citazioni esplicite dei giardini classici sia sull’idea di giardino cinese radicata nell’immaginari­o occidental­e e soffusa di esotismo, in Cina il giardino della tradizione è stato riletto con un linguaggio moderno che sta caratteriz­zando un nuovo modello di spazio pubblico».

A contribuir­e all’approccio nostalgico dei giardini cinesi fuori dalla Cina ci sono anche le comunità di immigrati cinesi, che hanno visto in questi spazi verdi un modo per affermare la loro identità culturale». Al contrario, nei nuovi giardini in Cina non c’è alcuna malinconia, piuttosto una voglia di rileggere la storia e trovare una nuova forma per parlare dell’identità locale attraverso parchi e aree verdi, con un’attenzione particolar­e anche alla sostenibil­ità.

«Questo principio - sottolinea Rinaldi - non è estraneo alla tradizione, perché la basi del giardino cinese tradiziona­le sono le stesse che ispirano l’attuale concezione di un ambiente sostenibil­e. Il giardino cinese è un microcosmo ecologico che mette il visitatore in una metafora ambientale. È uno spazio di equilibrio dove le persone riconoscon­o di essere parte integrante della natura».

 ??  ?? A contatto con la naturaIl «Gardenof FlowingFra­grance» (Liu Fang Yuan),un esempio di giardino cinese inCaliforn­ia
A contatto con la naturaIl «Gardenof FlowingFra­grance» (Liu Fang Yuan),un esempio di giardino cinese inCaliforn­ia

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