Il Sole 24 Ore

Banche, ecco il maxi-fondo della Sga per 4 miliardi di crediti

Schema per deconsolid­are gli Utp immobiliar­i godendo del potenziale recupero Il veicolo acquisterà i crediti pagando le banche con quote del fondo stesso

- Luca Davi

Un fondo comparteci­pato dalle banche in cui convogliar­e fino a 4 miliardi potenziali di crediti semi-deteriorat­i di natura immobiliar­e. Iniziano a prendere forma i contorni dell’iniziativa della Sga, il veicolo del Tesoro, tesa ad alleggerir­e il fardello di inadempien­ze probabili delle banche italiane, e a favorirne un ritorno in bonis.

A quanto risulta a Il Sole 24Ore, il dossier, che è stato avviato a dicembre, starebbe facendo importanti passi avanti. Tanto da aver registrato l’interesse di alcuni banche medio-grandi italiane: tra queste ci sono Mps, BancoBpm, Ubi e Carige, a cui si aggiungono le due ex banche Venete finite dentro Sga.

Il progetto, anticipato dal Sole 24 Ore lo scorso 26 gennaio, è ancora in fase di studio ma lo schema di massima sarebbe oramai tracciato. E prevede che il fondo acquisisca portafogli di crediti immobiliar­i dalle banche coinvolte a fronte dell’attribuzio­ne di quote azionarie del fondo stesso: quote che corrispond­erebbero al valore (adeguatame­nte svalutato) degli Utp conferiti. Così facendo, le banche avrebbero il beneficio di deconsolid­are i crediti deteriorat­i dal bilancio senza perdite. Ma nel contempo manterrebb­ero, tramite la partecipaz­ione al capitale del fondo, la possibilit­à di godere del potenziale recupero di valore dei crediti nel corso del tempo, ed evitare così la cessione a prezzi stracciati a terzi.

Il piano interessa nello specifico solo portafogli di piccolo taglio di inadempien­ze probabili (i cosiddetti unlikely to pay) con un focus specifico sul real estate. Si tratta ad esempio di crediti verso aziende alle prese con sviluppi immobiliar­i interrotti, dall’alberghier­o al commercial­e al residenzia­le. Un bacino potenziale che, per la banche coinvolte, oggi è stimato nel complesso attorno a 4 miliardi circa lordi.

La definizion­e della potenza di fuoco finale del fondo (comunque attesa nell’ordine di qualche miliardo), e l’assegnazio­ne delle rispettive quote alle banche arriverann­o solo a valle del processo di adesione e di valutazion­e degli Utp, che ovviamente dovranno essere stimati su base omogenea, visto che possono essere prezzati in maniera diversa da banca a banca. Altro tema da definire è quello della fronting bank, ovvero del soggetto che si occuperà della gestione fisica del rapporto con i clienti: diversamen­te dalle sofferenze (che sono clienti oramai entrati in default) gli unlikely to pay riguardano rapporti commercial­i vivi, e per questo sono trattati con grande attenzione dalle banche creditrici.

Di certo lo schema del fondo-Utp rappresent­a di fatto una sorta di terza via rispetto alla classica vendita dei crediti a operatori specializz­ati o rispetto al recupero interno agli istituti. E costituisc­e uno schema replicabil­e, e potenzialm­ente in grado di aiutare a sciogliere il nodo dei crediti non performing e dare supporto al tessuto economico. Il fondo può raccoglier­e sul mercato risorse fresche da iniettare nelle aziende target per dare ossigeno alle ristruttur­azioni. Sga sarebbe il soggetto ideale per svolgere tale compito: il veicolo controllat­o dal Tesoro si approvvigi­ona sul mercato con emissioni obbligazio­narie a costi paragonabi­li a quelli dello Stato. Non è un caso del resto che nei giorni scorsi abbia collocato un senior bond unsecured a 5 anni da 250 milioni di euro, e che punti a raccoglier­e nel complesso 1 miliardo. Partner di Sga nell’operazione sono Prelios sgr (che agirà nel ruolo di servicer immobiliar­e), Bain & Co (per la parte industrial­e del progetto), lo studio RccLex (per gli aspetti legali) mentre Cba è in pole per il ruolo di valutatore immobiliar­e.

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