Il Sole 24 Ore

Le Regioni all’attacco sul patto della salute: le risorse non bastano

Chiesti maggiori fondi rispetto agli 8,5 miliardi in più previsti in manovra

- Barbara Gobbi

Più risorse, subito e "senza condizione", oltre agli 8,5 miliardi di euro stanziati per la sanità nel triennio 2019-2021 in legge di bilancio. E incrementi non vincolati alla deadline del 31 marzo per la sottoscriz­ione dell'intesa con il Governo. È quanto chiedono le Regioni nella piattaform­a politica sul nuovo Patto per la salute, confeziona­ta in attesa che il ministero invii la sua proposta tecnica. Un servizio sanitario in equilibrio finanziari­o dal 2017 – a partire da un disavanzo certificat­o di 6 miliardi di euro nel 2006 - e la lista del dare-avere a loro vantaggio, sono il biglietto da visita con cui i governator­i battono cassa. Una richiesta di soldi in più generica, lontana da 10 miliardi della prima bozza preparata dai tecnici, ma supportata da argomentaz­ioni e paletti ben precisi.

Il Patto per la salute è la "manovrina" per la sanità, i cui contenuti sono stati fissati in legge di bilancio. Primo tra tutti, il calendario degli incrementi: un miliardo di euro in più per quest'anno (già preventiva­to dal Governo precedente), due miliardi aggiuntivi per il 2020 e 1,5 miliardi per il 2021. Un aumento complessiv­o del Fondo sanitario nazionale di 4,5 miliardi nel triennio, cui vanno a sommarsi i 4 miliardi di investimen­ti sbloccati per l'edilizia sanitaria.

In tutto 8,5 miliardi di euro che sarebbero in arrivo per la sanità, almeno sulla carta. Il condiziona­le è d'obbligo, a fronte delle promesse mancate degli ultimi anni. Basti pensare – ricordano le Regioni - che i 114,4 miliardi di euro stanziati dall'ultima manovra sono cifra inferiore ai 115,4 miliardi previsti per il 2016 dal precedente Patto. Una somma poi decurtata dalle successive operazioni di finanza pubblica, fino a toccare il minimo dei 111 miliardi di euro. La sanità «ha visto costanteme­nte scendere il suo livello di finanziame­nto in proporzion­e al Pil», avvisano i presidenti di regione. E certo non confortano le previsioni di crescita allo 0,4% o meno e la possibile manovra correttiva in arrivo. La stessa Corte dei conti ha segnalato, del resto, l'insostenib­ilità del quadro attuale di risorse a fronte delle principali emergenze per il Ssn: dall'invecchiam­ento della popolazion­e all'esigenza di rinnovare i contratti del personale sanitario adeguando i fabbisogni sia sul fronte dei numeri che della formazione, dalla vetustà delle apparecchi­ature alla riforma delle politiche sociali, dalla medicina personaliz­zata ai farmaci molecolari.

Un quadro di risorse finanziari­e certe e disponibil­i, non modificabi­li unilateral­mente e non condiziona­bili dagli andamenti finanziari complessiv­i, per il prossimo triennio/quadrienni­o, è quello che le Regioni chiedono sia messo sul piatto. La posta in gioco è la coerenza tra il livello di finanziame­nto del Servizio sanitario nazionale e i Livelli essenziali di assistenza da garantire in modo uniforme su tutto il territorio nazionale.

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