Le Regioni all’attacco sul patto della salute: le risorse non bastano
Chiesti maggiori fondi rispetto agli 8,5 miliardi in più previsti in manovra
Più risorse, subito e "senza condizione", oltre agli 8,5 miliardi di euro stanziati per la sanità nel triennio 2019-2021 in legge di bilancio. E incrementi non vincolati alla deadline del 31 marzo per la sottoscrizione dell'intesa con il Governo. È quanto chiedono le Regioni nella piattaforma politica sul nuovo Patto per la salute, confezionata in attesa che il ministero invii la sua proposta tecnica. Un servizio sanitario in equilibrio finanziario dal 2017 – a partire da un disavanzo certificato di 6 miliardi di euro nel 2006 - e la lista del dare-avere a loro vantaggio, sono il biglietto da visita con cui i governatori battono cassa. Una richiesta di soldi in più generica, lontana da 10 miliardi della prima bozza preparata dai tecnici, ma supportata da argomentazioni e paletti ben precisi.
Il Patto per la salute è la "manovrina" per la sanità, i cui contenuti sono stati fissati in legge di bilancio. Primo tra tutti, il calendario degli incrementi: un miliardo di euro in più per quest'anno (già preventivato dal Governo precedente), due miliardi aggiuntivi per il 2020 e 1,5 miliardi per il 2021. Un aumento complessivo del Fondo sanitario nazionale di 4,5 miliardi nel triennio, cui vanno a sommarsi i 4 miliardi di investimenti sbloccati per l'edilizia sanitaria.
In tutto 8,5 miliardi di euro che sarebbero in arrivo per la sanità, almeno sulla carta. Il condizionale è d'obbligo, a fronte delle promesse mancate degli ultimi anni. Basti pensare – ricordano le Regioni - che i 114,4 miliardi di euro stanziati dall'ultima manovra sono cifra inferiore ai 115,4 miliardi previsti per il 2016 dal precedente Patto. Una somma poi decurtata dalle successive operazioni di finanza pubblica, fino a toccare il minimo dei 111 miliardi di euro. La sanità «ha visto costantemente scendere il suo livello di finanziamento in proporzione al Pil», avvisano i presidenti di regione. E certo non confortano le previsioni di crescita allo 0,4% o meno e la possibile manovra correttiva in arrivo. La stessa Corte dei conti ha segnalato, del resto, l'insostenibilità del quadro attuale di risorse a fronte delle principali emergenze per il Ssn: dall'invecchiamento della popolazione all'esigenza di rinnovare i contratti del personale sanitario adeguando i fabbisogni sia sul fronte dei numeri che della formazione, dalla vetustà delle apparecchiature alla riforma delle politiche sociali, dalla medicina personalizzata ai farmaci molecolari.
Un quadro di risorse finanziarie certe e disponibili, non modificabili unilateralmente e non condizionabili dagli andamenti finanziari complessivi, per il prossimo triennio/quadriennio, è quello che le Regioni chiedono sia messo sul piatto. La posta in gioco è la coerenza tra il livello di finanziamento del Servizio sanitario nazionale e i Livelli essenziali di assistenza da garantire in modo uniforme su tutto il territorio nazionale.