Il Sole 24 Ore

Telt va verso le gare per la Torino-Lione ma prenderà tempo

L’assegnazio­ne dei lavori non potrà prescinder­e dalle scelte politiche italiane

- Filomena Greco

Il ritardo sul ruolino di marcia dei bandiTavè di sei mesi. Luglio era il mese deputato alvaro dei band ida 2,3 miliardipe­r l’ avvio dello scavo del tunnel di base della Torino-Lione. L’ apertura formale della procedura potrebbe già esserci oggi, con la riunione, a Parigi, del Cda di Telt, la società incaricata di realizzare la tratta internazio­nale della Torino-Lione. Ma l’ assegnazio­ne vera e propria dei lavori non potrà prescinder­e dalle scelte politiche dell’Italia e da una comunicazi­one formale del Governo, che dovrà decidere se aprire una fase di revisione dell’accordo siglato da Italia e Francia, ratificato dal Parlamento a gennaio del 2017, o rivederele tappe del GrantAg ree mentd el 2015, il documento che fissa in 813 milionila prima tranche di fondi europei per l’opera, entro fine anno.

Uno degli scenari possibili è che il c dadi Teltdec id adi aprire formalment­ela fase di ricerca di mercato per i due bandi congelati dall’estate scorsa,visto che il diritto francese prevede la possibilit­à, all’ interno di una procedura di gara, di non assegnare i lavori e di fermarsi senza doversi fare carico di penali e contenzios­o. Questo passaggio permettere­bbe di prendere altro tempo, di non pregiudica­re gli accordi con l’ Europa e la possibilit­à di assegnazio­ne dei fondi e infine darebbe al Governo la possibilit­à di tenere apertala discussion­e sul futuro dell’ opera. Una cosa sembra certa, però, non saranno i membri italiani di Telt a cercare lo scontro con l’Esecutivo, potrebbero esserei francesi a puntare i piedi e provare ad accelerare.

Sul fronte italiano il pressing su Telt arriva dal Pd, con Graziano Del rio :« Non c’ èdis posizione dei governi italiano o francese che impedisca la decisione e quindi un eventuale fermo dei bandi potrebbe configurar­e per la società stessa una complicità nel danno erariale». E dal Piemonte, con Sergio Chi amp arino chef a notare co mela disponibil­ità europea di finanziare­anche la tratta italiana ridurrebbe i costi da 1,7 ml da 850 milioni. Ma parallelam­ente lo stesso Mit fa pressione sui francesi affinché accordi all’Italia ancora un po’ di tempo. E così al tavolo dei 10 consiglier­i riuniti oggi, con il presidente espresso dalla Fran ci a,HubertduMe­sn il, e il direttore generale in capo all’ Italia, Mario Virano, potrebbe esserci un altro scenario: congelare ogni intervento e aspettare chela politica dia indicazion­i chiare. In maniera congiunta, come a dicembre, o unilateral­e, come vorrebbe l’ alaM5s che chiede al ministro Toni nel lidi bloccare ogni iniziativa.

«SullaTavtr­ov eremo una soluzione partendo dall’ analisi costi-benefici» ha ribadito ieri il vicepremie­r Luigi Di Maio. Se si andrà verso una rinuncia all’opera o verso una revisione dei costi, alleggeren­do il dossier di alcuni interventi co mela stazione di Susa o lo snodo di Or bassano, è presto per dirlo. Il dibattito suTavèap erto nell’ Esecutivo, mai tempi si sono ridotti, come hanno dimostrato le dichiarazi­oni di Francia eU e durante il fine settimana.

I vertici di Telt hanno preso tempo finora. A dicembre, con la lettera di Toninelli e della ministra francese Borne è stato chiesto alla società – partecipat­a al 50% da Francia e Italia – di non effettuare la pubblicazi­one dei bandi prima di dicembre. E così è stato. Ora la questione torna e toccherà a Telt dire la sua, senza travalicar­e i suoi compiti ma tutelando gli impegni presi con l’Ue. A giugno è previsto il check-up dei progetti finanziati con i fondi europei Cef.

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